Energia, spazio, tempo: le tre dimensioni di EgriBiancoDanza. Intervista

Einstein - The dark matter (ph: Simone Vittonetto)
Einstein - The dark matter (ph: Simone Vittonetto)

Prima del debutto alle OGR di Torino, intervistiamo Raphael Bianco, Andrea Giomi e Vincenzo Criniti per addentrarci nella sperimentazione tecnologica che è alla base dell’ultimo spettacolo della compagnia

Un debutto assoluto – sabato 10 settembre alle Officine Grandi Riparazioni di Torino – per “Einstein – The dark matter”, spettacolo della compagnia EgriBiancoDanza, che è anche organizzatrice della prima rassegna dedicata alla danza negli spazi suggestivi delle OGR; una rassegna incentrata quest’anno in particolare sull’uso delle tecnologie e della musica: “Moving bodies, open your mind”. Un titolo evocativo che riunisce in sé vari aspetti dell’essere umano, puntando all’azione che la danza, per sua specifica identità, contiene.

Proprio alle OGR, riconsegnate alla propria vocazione di spazio culturale dopo il periodo pandemico (in cui erano state trasformate in ospedale per i malati di Covid), abbiamo incontrato Raphael Bianco (direttore della compagnia con Susanna Egri e coreografo residente) insieme ad Andrea Giomi (sound designer da anni a fianco della danza con le sue sperimentazioni tecnologiche sul suono, in questa performance creatore live del tappeto sonoro dello spettacolo) e Vincenzo Criniti, performer principale della creazione o, potremmo azzardare, suo “detonatore scenico”, come si capirà meglio attraverso il videoreportage che vi proponiamo oggi.

Le interviste realizzate ci hanno infatti permesso da un lato di approfondire il rapporto tra la compagnia Egribiancodanza e le OGR per la realizzazione di questo progetto, nonché la riflessione artistica che ha determinato la composizione del relativo cartellone, incentrato sui debutti delle grandi produzioni della compagnia; dall’altro di entrare maggiormente nella poetica del coreografo: il suo rapporto con la spiritualità, di cui la danza – ci ha raccontato – è naturale veicolo e, nello specifico, con la figura di Einstein, ispiratrice dello spettacolo: “Einstein ha tre dimensioni su cui lavora: energia, spazio e tempo, che sono esattamente le tre dimensioni della coreografia” ci ricorda Raphael Bianco, che per la realizzazione di questo spettacolo ha lavorato sull’energia dei danzatori, sullo spazio determinato dalla scenografia di Massimo Voghera, formata da cubi modulari neri con i quali i danzatori interagiscono, e sul tempo sul suono, chiamando accanto a sé uno sperimentatore come Andrea Giomi.

Ed è lo stesso Giomi a condurci per mano all’interno del portato tecnologico che sostiene la creazione in diretta del suono, composto a più mani grazie ai sensori indossati dal danzatore Vincenzo Criniti ma inseriti anche nella scenografia, e quindi attivati pure dagli altri danzatori (Fabio Cavaleri, Cristian Magurano, Francesco Morriello e Neil Höhener), le cui rilevazioni vengono inviate a un computer, in maniera tale che possano essere campionate e rielaborate in diretta. Un processo complesso e di non immediata comprensione per il pubblico – che forse potrebbe essere aiutato dalla scelta di inserire sulla scena anche il sound designer -, ma che crea una colonna sonora densa e potente, materica e profonda.

Attraverso la voce di Criniti siamo potuti entrare meglio nello spettacolo dalla parte degli interpreti. Criniti ci ha raccontato le difficoltà nell’approcciare questa tecnologia, ma come poi questa abbia in qualche modo modificato i corpi, la percezione e la stessa danza, nutrita da una nuova responsabilità creativa, nel tentativo di trasformare la scienza in emozione.
E dalle parole del pubblico intervistato alla fine della performance sembra proprio che l’obiettivo sia stato centrato.

Approfondimenti utili per approcciarsi all’ultimo evento in cartellone per questa stagione, che arriverà sabato 26 novembre con “Mistery Sonata” – una performance per moduli assemblati o scomposti a seconda del luogo e dell’occasione -, ma con un occhio già lanciato alla prossima stagione, che Bianco ci preannuncia incentrata sul legame fra danza e video.

La compagnia EgriBiancoDanza continua quindi il suo percorso di innovazione e sperimentazione seppur radicata nella tradizione, raccogliendo e rilanciando l’eredità di Susanna Egri, pioniera della danza in Italia, ancora attiva e presente come presidente della Fondazione che porta il suo nome ma anche nella compagnia, che continua a seguire con occhio attento e critico.

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