Dal femminile al maschile: dopo il successo della prima produzione del progetto “Poiesis”, volto a tradurre delle partiture musicali in segno scenico, e nel quale la messa in scena di Abbondanza/Bertoni era affidata appunto a tre danzatrici (“La morte e la fanciulla“), il secondo capitolo ha invece come protagonisti quattro uomini: Marco Bissoli, Nicola Simone Cisternino, Cristian Cucco e Nicolas Grimaldi Capitello; quattro danzatori con background diversi che liberano una danza assolutamente non narrativa, gustata, fluente, liberatoria, appoggiata alle note del celeberrimo album “Pithencanthropus Erectus” di Charles Mingus, riflessione sul genere umano che si vuole ergere sopra la natura ma che verrà condannato dalla sua stessa arroganza a un violento e repentino declino.
La forza e l’importanza dell’album risiede non solo in questa scelta narrativa poco usuale nel jazz fino al quel momento, ma anche nel fatto che, pur mantenendosi saldamente ancorato alla tradizione, Mingus aprì la strada a territori musicali assolutamente nuovi che solo più tardi vennero identificati come free jazz.
La musica, piena di contrasti, chiaroscuri, con suoni alle volte aggressivi e veementi, spinge i danzatori verso una partitura danzata sostenuta, impegnativa, dove si prova, per similitudine, a rompere schemi, a scardinare convenzioni.
Ma non sempre la danza riesce a tenere il passo del suono e forse avrebbe potuto osare di più nel volgersi verso una animalità ancora un po’ troppo costretta dentro stilemi caratteristici e riconoscibili.
Anche in questo secondo episodio, al suo debutto assoluto nell’ambito del festival Civitanova Danza appena concluso, la nudità diventa cifra stilistica, non esibita ma indossata come un abito.
Le luci forti, crude, la sottolineano ma non la accolgono creando un effetto di mancanza.
Sullo sfondo, come transizione fra i diversi momenti, una bellissima proiezione – anche questa volta, come per “La morte e la fanciulla”, opera di Jump Cut – oscurata da un sottile velo mosso dal vento; le grinze della stoffa sottolineano e accentuano le rughe profonde di un occhio di cavallo che scruta il pubblico: ritroviamo la somiglianza, quell’animalità antica che abbiamo perduto. E quando il velo cade, all’improvviso, sorprendendo, i corpi forti dei cavalli appaiono in tutto lo splendore della loro potenza, in quella libertà che non ha niente da raccontare se non sé stessa.
ERECTUS – Pithecanthropus
progetto, regia, coreografia Michele Abbondanza e Antonella Bertoni
coreografia in collaborazione con i danzatori : Marco Bissoli, Nicola Simone Cisternino, Cristian Cucco, Nicolas Grimaldi Capitello
musica: Charles Mingus – Pithencanthrpus Erectus
luci: Andrea Gentili
regia video: Sebastiano Luca Insinga
realizzazione video: Jump Cut
organizzazione: Dalia Macii
amministrazione e ufficio stampa Francesca Leonelli, Federico Visintainer
produzione Compagnia Abbondanza /Bertoni
con il sostegno di MIBACT – Provincia autonoma di Trento – Comune di Rovereto – Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto – Regione autonoma Trentino Alto Adige/Sudtirol
ringraziamenti Danio Manfredini, Tommaso Monza e Riccardo Brazzale
durata: 50’
applausi del pubblico: 2’ 30”
Visto a Civitanova, Teatro Rossini, il 3 agosto 2018
Prima assoluta