L’eresia di Giovanna d’Arco secondo Sineglossa

Eresia - Sineglossa
Eresia - Sineglossa
Eresia (photo: sineglossa.eu)

“Sineglossa lavora sul Miraggio, sfruttando il potere che ha la luce di nascondere – così descrive il proprio lavoro la compagnia – Cerca la presenza di un corpo che si dà ma che al contempo continuamente si disloca, prima che gli occhi possano pienamente possederlo, sfidando la convinzione nella solidità della carne”. E’ una cifra stilistica molto importante che viene perseguita con forza e coerenza in entrambi i due episodi del progetto biennale “Eresia”, che Sineglossa, giovane compagnia marchigiana, sta sviluppando intorno alla figura di Jeanne d’Arc.

Il nero, come da titolo, ci accoglie, ci avvolge. Nel buio percepiamo pali, pannelli, un mondo che non arriva mai oltre l’intuizione e che per questo si può animare di tutt’altro, un corpo, il corpo di Jeanne che sembra sempre sfuggire alla presenza, in una lotta con la luce che lo cerca, ma mai lo trova per definirlo.

Nell’intermittenza delle immagini, sempre volutamente sfocate, maniacalmente minime, grande importanza assumono invece le voci. La voce di lei e di un lui che insegna pretendendo: insegna parole, visioni, una grammatica che diventerà la strada su cui Giovanna d’Arco si incamminerà con sofferenza. E’ il divino che entra in lei, ma anche l’agiografo che vuole scrivere la sua storia, o il suo inquisitore, che userà gli stessi strumenti: metterle in bocca le parole della sua condanna; poche parole, ma molto puntuali, in una drammaturgia che procede per tocchi metaforicamente importanti.

Ci sono poi le Voci, quelle che la accompagneranno e la tormenteranno, così presenti e forti nello spettacolo come la tradizione ci racconta lo furono nella sua vita. Sono Voci di solo suono, forse più angoscianti proprio perché non hanno parole che banalizzino il loro assillo.
In questo nero così permeante importanza assoluta acquistano le luci, che schiariscono senza definire, rendono la visione opaca; maggior forza prendono allora quando, in una nitidezza folgorante, pulsano di segni che vanno piano a comporre il nome di Giovanna D’Arco.
Definito il suo nome, Jeanne si incammina nella strada che la porterà al suo destino.

Entriamo così nella seconda stanza, la Rossa. Il quotidiano entra in scena: un tavolo, una borsa della spesa, un pollo da tagliare; sul proscenio un’armatura, la scelta di diventare un eroe, di seguire un’altra strada.
Jeanne la indossa con sofferenza, prendendo su di sé il peso di un’altra possibilità gravida di conseguenze. I movimenti si fanno pesanti, rigidi, la scena diventa rossa del sangue che sarà versato in nome di una convinzione. Non c’è guerra, non c’è battaglia, solo il lancio di quattro scuri; ma queste quattro asce piantate riassumono nella loro evidenza tutti gli orrori che la guerra, anche quando fatta in nome di un dio, contiene. E questa violenza pesa tutta sulle spalle di Jeanne, che da un buio, ripulitore della scena, riemerge di nuovo davanti al suo tavolo e al suo pollo. Tutto è come prima, ma niente lo è più nei gesti quotidiani.

Bisogna dare merito all’attrice di saper vivere questo momento con una grande realtà, restituendo il senso di quali effetti una violenza totale possa avere sul fragile animo umano. Uno spettacolo che non cerca di scatenare l’applauso, ma che apre lo spazio a riflessioni attraverso la figura di Jeanne d’Arc, rendendola un archetipo di accesso a temi contemporanei e attuali in quanto sempre profondamente umani: la scelta, la passione, l’assunzione di un ruolo e delle sue conseguenze, l’ambiguità della verità.

E proprio sul filo dell’ambiguità viene però da chiedersi come mai sia stato chiamato a concludere la rassegna di Civitanova Danza uno spettacolo che sicuramente appartiene ad altri ambiti. Pur nella coscienza che ormai le contaminazioni tra i generi abbiano portato a mescolamenti e a forme alternative che reclamano nuovi nomi, forse proprio queste novità dovrebbero essere tutelate e quindi inserite in contesti che non ingenerino confusioni.

ERESIA [NERA] [ROSSA]
con: Simona Sala
luci e turbolenze: Luca Poncetta
realizzazione scenografica:Michele Torelli
direzione delle voci [Nera]: Giancarlo Sessa
suono [Nera]: Roberto Vacca
musiche [Rossa]: Roberto Zechini
drammaturgia e regia: Federico Bomba
con interventi vocali registrati di Eresia [Nera-Arcevia] [Rossa-Ladispoli] trainer lancio coltelli Stefano Cristini / SILCA
produzione: Sineglossa
co-produzione: OFFicINa2011 di triangolo scaleno teatro
e in co-produzione [Rossa]: Paolo Bellino, Marco Betti, Maria Cecilia Bossi, Alessandro Corinaldesi, Laura De Biagi, Stefania Filipponi, Palmira Gori Manci, Titti Orietta Grugnaletti, Armando Magli, Danilo Parini, Andrea Pierdiluca, Monica Rafaeli, Mauro Ricci, Simona Rossi, Miria Rossini, Sabrina Sala, Annalisa Schiavoni, Alessia Tripaldi, Marco Totti, Lucio Tribellini, Emiliana Venturi
contributo Assessorato POlitiche Giovanili – Provincia di Ancona
sostegno di Habita Teatro – residenze teatrali nella provincia di Ancona
un progetto di Provincia di Ancona/Assessorato alla Cultura & AMAT – Comune di Arcevia – Chantier TEMPS D’IMAGES 2010/ROMAEUROPA
durata: 45’
applausi del pubblico: 2’

Visto a Civitanova Marche, Teatro Cecchetti, il 1° aprile 2011

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