Ma soprattutto attraverso un tema: «È stata la richiesta precisa da parte dell’Europa per superare la selezione, e noi abbiamo proposto The dangerous opportunity, cioè la nostra idea di crisi come qualcosa che distrugge ma allo stesso tempo crea».
Così, alla conferenza stampa a Milano di Fabulamundi. Playwriting Europe, Claudia Di Giacomo (PAV) ha introdotto il cuore del progetto tra i vincitori del Programma Cultura 2007-2013 dell’Unione Europea, organizzato e coordinato da PAV insieme a Off Limits, Teatrul National Targu Mures con il supporto di Europe Culture, Mibac e altri partner associati in ognuna delle cinque nazioni che partecipano al programma di cooperazione intorno alla drammaturgia contemporanea: in Italia, festival Short Theatre (Roma), Teatro i (Milano), Festival delle Colline Torinesi (Torino); in Germania, Deutsches Theater (Berlino), Residenz Theater (Monaco), festival Heidelberger Stückemarkt (Heidelberg); in Francia, Festival ActOral (Marsiglia) e Theatre de la Manufacture (Nancy); in Spagna, Teatro Pradillo (Madrid), festival Grec (Barcellona), Centro Parraga (Murcia); in Romania, Teatro Odeon (Bucharest).
Come prevede il Programma Cultura 2007-2013 dell’Unione Europea, Fabulamundi. Playwriting Europe mira a far emergere una cittadinanza europea attraverso la valorizzazione di uno spazio culturale comune, che in questo caso è la drammaturgia, favorendo la mobilità transnazionale del settore, cioè degli autori e dei loro testi, promuovendo un dialogo interculturale, che si rivela globale.
«Il confronto con gli operatori stranieri è stato positivo e costruttivo – ha commentato Federica Fracassi in veste di Teatro i – Anche solo dalla presentazione degli autori di ogni nazione sono emerse differenze che hanno trasmesso la temperatura della drammaturgia contemporanea in Europa e hanno messo in luce una conoscenza che si sta formando».
Fabulamundi, infatti, proprio a partire dal suo titolo intende dichiarare la propria missione di “narrazione universale”, originale e originaria, ovunque intellegibile: un territorio comune che sia terreno fertile per la crescita di una drammaturgia europea. E questo è permesso da una parte fondamentale che rende il programma unico nel suo genere: la traduzione. «Tradurre un testo teatrale è un’occasione davvero pericolosa, perché non fa parte del nostro curriculum, più commerciale, tecnico-scientifico, saggistico – ha commentato Tim Parks, scrittore e giornalista inglese, nonché professore universitario presso l’Università IULM di Milano, che ha incaricato tre studenti della traduzione di testi teatrali spagnoli, francesi e tedeschi – Questa esperienza apre un’opportunità editoriale e rappresenta un’occasione per gli studenti di ricevere un surplus professionale, in quanto la materia è nuova e particolare».
Ognuno dei cinque Paesi coinvolti ha infatti selezionato e presentato una rosa di dieci autori rappresentativi da mandare all’estero, e ogni Paese si è preso cura della traduzione e mise en space delle opere: «Non c’è criterio particolare nella scelta, dettata più che altro dalla possibilità di trovare riferimenti tra autore, testo e teatro in cui metterlo in scena» ha continuato a spiegare Federica Fracassi commentando le scelte destinate a Milano, che fino a giugno ospiterà in tre teatri (Teatro i, Olinda e PimOff) sette mise en espace e quattro masterclass di autori provenienti da Spagna (Claudia Faci, Esteve Soler e Fernando Renjifo), Romania (Roxana Marian), Germania (Rebekka Kricheldorf e Kathrin Röggla) e Francia (Lucie Depauw).
A unirli il tema The dangerous opportunity, visto rispettivamente da diversi punti: la crisi creativa della macchina teatrale in “Costruisco sull’oblio”, il concetto di dissenso a partire dai movimenti poltici che hanno seguito l’evoluzione storica dalla Francia del ’68 alla Grecia oggi in “Maggio secolo XXI”, il progresso come grande utopia che non avanza in “Contro il progresso”, la crisi della donna e della famiglia rispetto all’archetipo in “Medea o Della felicità coniugale”, il fallimento sociale rappresentato dalla vita contemporanea “annoiata” e costantemente in attesa in “Villa Dolorosa”, le catastrofi, da quelle naturali a quelle finanziarie, che accompagnano il nostro cambiamento nutrendolo di paure in “Il peggiore dei casi”, e infine la crisi vista come divisione, di corpi e confini, attraverso la storia di “Lilli/HEINER intra muros”.
Questi testi rappresentano solo la parte milanese del progetto, articolato in cinque nazioni che, dallo scorso settembre al prossimo dicembre, porta fra 14 teatri e festival, 51 autori e 50 testi, tradotti e messi in scena accanto a 40 masterclass.
E quali sono gli autori italiani scelti per l’estero? Magdalena Barile, Lucia Calamaro, Enrico Castellani, Tindaro Granata, Armando Pirozzi, Letizia Russo, Michele Santeramo, Massimo Sgorbani, Riccardo Spagnulo, Daniele Timpano e Daniele Villa.
Una macchina che pare davvero eccezionale, in cui diversi operatori lavorano insieme per raggiungere un obiettivo comune con attività diverse.
Fondamentale il sostegno dell’Unione europea nella fase di inizio, ma solo propedeutico visto che non può superare il 50% del bilancio del progetto. Ogni partner coinvolto ha quindi contribuito al sostentamento del programma, forte della convinzione che sta alla base di Fabulamundi, e riassunta in una frase di John. F. Kennedy: “Scritta in cinese, la parola crisi è composta da due caratteri. Uno rappresenta il pericolo e l’altro rappresenta l’opportunità”.