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Faust o della bella vita. Sara Sole Notarbartolo incrocia Goethe alle miserie contemporanee

Faust o della bella vita regia di Sara Sole Notabartolo
Faust o della bella vita regia di Sara Sole Notabartolo
Faust o della bella vita (photo: teatrofestivalitalia.it)

Chi avrebbe mai immaginato che uno scrittore fallito e una giovane donna disoccupata potessero diventare i corrispondenti contemporanei di Faust e Margherita del celebre romanzo di Goethe?

Sara Sole Notarbartolo lo ha fatto. Nel suo “Faust o della bella vita”, in programma alla quarta edizione del Napoli Teatro Festival Italia, è riuscita nella volontà di “unire la leggenda forte ed eterna come quella del Faust con le piccole miserie del nostro paese”.

In una chiave tutta nuova e purtroppo molto attuale, i personaggi ottocenteschi di Goethe rivivono in carne ed ossa davanti ai nostri occhi: oltre i due già citati, non mancano i fantomatici Lucifero (che vende contratti a progetto in una hot line), Mefistofele (contrabbandiere di organi), Belzebù (che vende falsi oroscopi telefonici) e Gesù (deluso a tal punto dal genere umano, che gestisce un radio indipendente e vende il proprio sangue per pagare l’affitto). Personaggi sovraumani da cui si aspetterebbero azioni apocalittiche, mostrano al pubblico le loro debolezze, le loro fragilità, il lato umano del loro essere.

In una sorta di colossale soap opera, i sei personaggi si trovano legati da un solo filo, quello del telefono, unico strumento comune a tutti. Così quello che è stato uno dei più diffusi mezzi di comunicazione diventa paradossalmente protagonista dell’incomunicabilità, non a causa di guasti tecnici, ma di un presente in cui precarietà lavorativa ed emarginazione sociale sono all’ordine del giorno, anche per i leggendari potenti dell’universo.

La struttura scenica, sviluppata su due piani ciascuno con tre celle, permette al pubblico di spiare nella più intima solitudine i vari protagonisti, mettendo in luce – proprio grazie ai compartimenti stagni – pregi e difetti, cattiverie e tenerezze persino nel capo dei demoni.

La chiave ironica che pervade l’intera rappresentazione – e le risate dalla platea ne sono una conferma – immerge lo spettatore in una storia che parte sì dal Faust di Goethe, ma anziché restare fantasia nella mente del lettore, la rende plausibile nei corpi degli attori, che svelano con grottesca ironia e, senza troppi peli sulla lingua, le verità della nostra epoca.
È proprio questo a dare intelligenza allo spettacolo che, nonostante la staticità dei personaggi limitati dal loro spazio claustrofobico e con un Faust (attore) inizialmente un po’ meccanico, per il pubblico è una buona scossa di realtà.

Fra telegiornali censurati, giornalisti inebetiti, politici corrotti e televisioni schierate, ancora una volta il teatro conferma la sua efficacia nel far riflettere sul quotidiano.
In una realtà in cui anche per il più semplice lavoro è richiesta esperienza pregressa, “lui”, che nel settore comunicazione ha svariati secoli di esperienza, meriterebbe l’assunzione immediata a tempo indeterminato.

FAUST O DELLA BELLA VITA
drammaturgia e regia: Sara Sole Notarbartolo
coproduzione: Taverna Est Teatro, Libera Scena Ensemble
con il sostegno di: Goethe Insitut
in collaborazione con: La Friche La Belle de Mai (Marsiglia), La Vicaria (Palermo)
durata: 1h 35’
applausi del pubblico: 3’ 27’’

Visto a Napoli, Teatro San Ferdinando, il 4 luglio 2011

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