Site icon Krapp’s Last Post

Favole al telefono… al telefono! Rodari ad altezza di bambino. Intervista con Anna Fascendini

Anna Fascendini|Marco Ferro

Anna Fascendini|Marco Ferro

«Dite: è faticoso frequentare i bambini. Avete ragione. Poi aggiungete: perché bisogna mettersi al loro livello, abbassarsi, inchinarsi, curvarsi, farsi piccoli. Ora avete torto. Non è questo che più stanca. È piuttosto il fatto di essere obbligati a innalzarsi fino all’altezza dei loro sentimenti. Tirarsi, allungarsi, alzarsi sulla punta dei piedi. Per non ferirli».

Janusz Korczak, medico polacco di origini ebraiche morto a Treblinka durante la Shoah, passò i suoi tre ultimi mesi di vita nel ghetto di Varsavia. Qui si prese cura dei bambini ebrei della Casa degli Orfani. Li amò, al punto da condividere il loro destino infelice.

Anche Gianni Rodari (1920-1980) si prendeva cura dei bambini. Lo faceva attraverso le fiabe, cui attribuiva valore pedagogico-conoscitivo. Riconosceva all’immaginazione un ruolo insostituibile nella vita del fanciullo come in quella dell’adulto. Rodari aveva cercato di rinnovare, con risultati spesso eccellenti, racconti e poesie per i più piccoli, da un lato accentuando il contatto con la vita d’oggi, con i suoi aspetti difficili e i suoi ritmi convulsi, dall’altro, innestando elementi comico-surreali che sostituissero maghi e fate delle vecchie favole.
Tra le sue opere più note, “Favole al telefono” e “Grammatica della Fantasia”.

Oggi, incertezza e una tempesta sanitaria hanno stravolto le vite di tutti. Anche ai tempi del Coronavirus i bambini possono risentire di ansia e stress. La narrazione e il tempo del racconto aiutano i bimbi a riconoscere le loro emozioni e ad esprimerle.

Sono in molti, in questo periodo, ad aver riaperto il baule dei ricordi d’infanzia per tirare fuori le “Favole al telefono” di Rodari, vuoi per il centenario dalla sua nascita (con un ricco corollario di iniziative che si spera possano essere recuperate in autunno), vuoi per la distanza imposta dall’emergenza sanitaria, che oggi elegge il telefono a unico – o quasi – medium di contatto diretto con gli altri.

Anche un gruppo di artisti di Campsirago Residenza e di altre compagnie, guidati da Anna Fascendini, ha riadattato Rodari ai tempi del Covid, usando proprio il telefono.
“Favole al telefono… al telefono!” è un sostegno alle famiglie con bambini. Non nasce tuttavia per il Coronavirus, ma si presta particolarmente per questa emergenza. Alla base, c’è un lavoro drammaturgico e la rielaborazione dei trucchi che Rodari usava per insegnare ai bambini a inventare storie.
Un passaparola mirabile dopo che, sulla pagina Facebook di Campsirago, è stata divulgata la notizia dell’iniziativa. Già nelle prime quarantotto ore dell’iniziativa, partita il 10 marzo, si sono moltiplicate le richieste, grazie al tam tam sui social.

Gli attori impegnati nella letture delle fiabe, che possono durare da pochi minuti a una ventina, sono trentanove. Tra essi, Valeria Sacco di Riserva Canini: «Ogni telefonata è un tempo unico che non si ripeterà e ogni volta è diversa, perché ogni volta quello che accade, le risposte, le risate, le favole, le domande che nascono sono nuove. In pochi minuti i bambini si raccontano per la loro timidezza o per la loro esuberanza, e genitori e fratelli attorno al telefono anche, partecipando, ridendo, sussurrando, collaborando».

I bambini imparano i meccanismi per scrivere a loro volta le fiabe. A oggi sono più di 600 le famiglie interessate, di diciotto regioni italiane. Hanno scritto anche famiglie italiane residenti in Austria, Olanda, Francia, Canada, Svizzera Finlandia.
I genitori interessati possono prenotare “Le favole al telefono…al telefono!” per i loro bambini scrivendo a info@campsiragoresidenza.it.

Marco Ferro, Valeria Sacco e Giulietta Debernardi durante le letture

«Anche la bellezza può essere contagiosa – ci racconta la regista Anna Fascendini – “Favole al telefono… al telefono” è uno spettacolo che avrebbe dovuto debuttare il 7 marzo. La tournée doveva toccare il festival della Letteratura di Mandello e varie biblioteche di Lombardia. Una settimana dopo la chiusura delle scuole, abbiamo pensato di proporlo nella versione al telefono. Di qui l’idea di ridurre la struttura drammaturgica a uno spettacolo con un bimbo alla volta. Il successo è stato immediato. Dopo un post su Facebook abbiamo raccolto valanghe di richieste. Dai cinque attori iniziali, siamo arrivati a coinvolgerne una quarantina».

Cos’hai scoperto attraverso quest’esperienza?
L’urgenza d’arte delle famiglie e dei bimbi. Le favole al telefono sono una boccata d’ossigeno durante la quarantena. Abbiamo scoperto l’utilità dell’emozione. Il teatro alleggerisce. Crea risposte di senso. È una finestra sulla fantasia

Rodari parla anche alla nostra epoca ipertecnologica.
Non solo. Entra nelle case di tantissimi italiani. Viola i confini. Dialoga con le comunità di Innsbruck, Montreal e Lugano. Rodari è conosciuto ovunque. Un’attrice greca, con cui abbiamo collaborato in passato, ci ha proposto di allargarci alle famiglie di Patrasso, appoggiandoci a una compagnia locale. Rodari è stato tradotto in greco. È un autore che ci riporta all’idealismo degli anni Settanta, quando si postulava la fantasia al potere. Ci piace l’idea di far crescere la conoscenza di Rodari all’estero.

Sono favole per la buona notte?
No. Compatibilmente con i nostri impegni, ci mettiamo d’accordo con i genitori e possiamo telefonare a ogni ora del giorno. Io in genere non supero le quattro telefonate quotidiane. Ieri mattina ho sentito una bimba che era ancora nel lettone con la mamma e papà. Nel pomeriggio ho parlato con Salut, un bimbo nigeriano di sei anni e mezzo. Sentivo la mamma che parlava in italiano e tentava di tenere buoni gli altri bimbi. È un privilegio interagire con la vita delle persone dentro giornate così sospese.

E a te che cosa dà Rodari?
L’ho sempre amato. È vitale per le mie scelte di lavoro. È fondamentale per i bimbi di oggi. Immaginazione, fantasia e gioco sono indispensabili per progredire e crescere. Si può parlare agli uomini di cose serie anche attraverso la visuale ingenua dei bambini. Isaac Newton ha potuto stimolare l’immaginazione e trovare risposte grazie alla fantasia.

Anche per Einstein, «l’immaginazione è più importante della conoscenza».
Non c’è evoluzione senza fantasia. L’immaginazione prefigura scenari nuovi finalizzati al progredire dell’umanità. Inoltre Rodari unisce l’Italia da Nord a Sud, anche raccontando di una geografia dettagliata e molteplice che restituisce un senso di unità.

In che modi i bambini sono coinvolti?
Chiediamo ai bimbi di scrivere una storia e mandarla al ragionier Bianchi. Io mi presento come Marianna Rossi e dico che il ragionier Bianchi è mio nonno: è seduto accanto a me e ogni tanto gli parlo. Questo rende vivace l’interlocuzione con i bambini. I bimbi sono al centro di un gioco fondato sull’immediatezza. Le favole non sono registrate. Esse sono irripetibili, come il teatro. Ai bambini è chiesto a loro volta di partecipare al gioco scrivendo o disegnando una storia, a seconda dell’età, che può andare dai due ai dodici anni. Chiediamo loro di mandarci l’elaborato personale per posta, usando un francobollo. Desideriamo che siano legati a una ritualità artigianale dei gesti. Le lettere saranno inviate non appena sarà di nuovo possibile uscire. Con la stessa logica, anche noi evitiamo whatsapp e videochiamate. Ci interessa la relazione, che solo la voce può creare, per risvegliare la creatività.

Favole al telefono… al Telefono!
Progetto di Anna Fascendini (Campsirago Residenza)
Con gli attori Anna Fascendini, Valeria Sacco, Giulietta de Bernardi, Marco Ferro, Soledad Nicolazzi, Michele Losi, Luca Marchiori, Nicolas Ceruti, Stefano Pirovano, Benedetta Brambilla, Rossella Dassu, Francesca Cecala, Sara Milani, Pietro Traldi, Manuela De Meo, Silvia Baldini, Francesca Albanese, Laura Valli, Sofia Bolognini, Barbara Mattavelli, Michele Russo in arte Barbamiele, Beatrice Marzorati, Laura Spreafico, Stefania Grossi, Dalia Padoan, Miriam Gotti, Barbara Menegardo, Alessia Carruba, Stefania Caldognetto, Massimo Politi, Antonio Panice, Francesca Franzeè, Jessica Leonello, Barbara Pizzetti, Alessandro Calabrese, Daniele Squassina, Gianni Rossi, Angela Demattè e Andrea Chiodi

Per i genitori che lo desiderano e possono, è possibile dare un contributo libero per la lettura tramite bonifico o PayPal a sostegno degli artistiche, come tutto il settore teatrale, stanno vivendo una situazione di grave crisi.

Tutte le informazioni qui.

Exit mobile version