Fenomeno Laplante. Maurizio Patella ed Emanuele Conte: “Ci unisce la passione per la storia”

I protagonisti di Fenomeno Laplante (ph: Donato Aquaro)
I protagonisti di Fenomeno Laplante (ph: Donato Aquaro)

Il debutto della nuova produzione del Teatro della Tosse di Genova. La videointervista ad autore e regista dello spettacolo

“Fenomeno Laplante – Lo strano caso del capo indiano fascista” è la nuova produzione del Teatro della Tosse di Genova, in scena in questi giorni (ancora stasera e domani, domenica 2 aprile) nella sala Dino Campana del teatro ligure.

Una scommessa che vede insieme, per la prima volta, l’autore Maurizio Patella (finalista al premio “Shakespeare is now 2021” e al Premio Riccione per il teatro 2021) e il regista Emanuele Conte. Un esperimento sui generis, che sancisce il fortunato sodalizio di Conte con Luca Mammoli, Enrico Pittaluga e Graziano Sirressi.
I tre attori, dopo l’esperienza dello spettacolo “Art”, si fanno nuovamente dirigere dal regista genovese e diventano assoluti protagonisti di una storia assurda e surreale ma, purtroppo o per fortuna, vera.

Lo spettacolo è ambientato nella primavera del 1924, momento in cui il deputato socialista Giacomo Matteotti viene rapito (e poi ucciso) a Roma e al contempo, in Sardegna, sbarca col suo piroscafo un capo indiano, accolto da un bagno di folla entusiasta.
Nel testo di Patella, però, non ci sono ruoli o parti ma un complesso universo di una cinquantina di micro personaggi che i tre interpreti si trovano a portare in scena.

Incontriamo autore e regista nel foyer del teatro, al termine di una prova alla quale ci viene concesso di assistere a pochi giorni dal debutto.
A loro chiediamo il perché di un testo così particolare, di un punto di vista tanto curioso dal quale partire per raccontare alcuni momenti cruciali della storia sociale e politica italiana. Approfondiamo insieme ai due “timonieri” la complessità del mettere in scena qualcosa di apparentemente lontano e insignificante ma a ben vedere molto eloquente rispetto ai giorni nostri analizzando, insieme, il linguaggio utilizzato, il genere scelto e l’urgenza del contenuto.

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