Teatro, cinema, musica, danza, circo e spettacolo viaggiante, comprese le esibizioni degli artisti di strada e ogni forma di spettacolo popolare. Il Governo italiano per il 2010 ha messo in bilancio 410 milioni di euro “in favore della presenza, promozione e valorizzazione dello spettacolo”. È il cosiddetto Fus (Fondo Unico per lo Spettacolo), la mega colletta statale istituita nel 1985 per sostenere ogni forma spettacolare, dall’opera al circo. In misura diversa, certo: agli enti lirici va quasi metà della torta, mentre alla danza spetta il 2% del fondo. La prosa quest’anno avrebbe avuto a disposizione 66 milioni di euro. Tuttavia c’è la magagna.
Già il nome, Fus, non tiene conto delle differenze, formali e sostanziali, tra i diversi linguaggi spettacolari, chiamati “settori”; quindi il contributo milionario al teatro si sbriciola inevitabilmente nel marasma di attività del “settore spettacolo dal vivo” sparse sul territorio. “Le regioni gestiscono le quote del Fus per il sostegno delle attività di esclusivo interesse regionale e, nell’ambito della propria autonomia legislativa e amministrativa, definiscono un programma di interventi in favore dello spettacolo dal vivo con la partecipazione di province e comuni” recita la Legge. Ecco perché il Fus non fa la differenza per il singolo, ma è indispensabile all’intero mondo dello spettacolo. Per questo motivo, quando la manovra Finanziaria recupera soldi togliendoli al Fus accade, per esempio, che a Napoli da piazza del Gesù parta “il corteo funebre in morte della cultura e delle Arti”. Oppure che il Teatro Valle di Roma diventi quasi presidio permanente di proteste, come è successo a seguito del decreto legge n.78 del 31 maggio scorso, che ha soppresso l’Ente Teatrale Italiano.
A Milano, invece, gli spettacoli si fanno, con o senza questua pubblica. Alla faccia di chi dice “il teatro è morto”, lo spettacolo va avanti contro le forbici impazzite del Ministero dell’Economia, con soluzioni “fai da te”. “Do it yourself” è infatti il motto della nuova Festa del Teatro, che durerà una settimana (dal 24 al 30 ottobre) tra Milano e dintorni, toccando anche Cremona e Brescia. Con una veste “ufficiale” nel prossimo fine settimana, 23 e 24 ottobre, a Monza e in Brianza.
Dopo quattro edizioni, la rassegna che proponeva a fine ottobre due giorni di spettacoli dal vivo a prezzi accessibilissimi, era finita tra quei progetti stralciati dai tagli. Ecco allora nascere la prima edizione completamente autofinanziata, grazie all’iniziativa di un gruppo di promotori e rappresentanti di altrettanti spazi performativi lombardi: Studio28, CIMD, TILT, Spazio Concept, Solaria – Scorta Civica Marosi, Teatring (a Milano), Il Cortile (a Rho), Danzarea Slapstick (a Cremona), Container12 (a Brescia), Moveo Studio (a Sesto Calende). Convinti nella necessaria “riscossa degli spettatori, degli attori, dei danzatori e di tutti i cittadini, grandi e piccini, assetati di cultura”, i nuovi promotori della Festa del Teatro si sono uniti in un collettivo indipendente. E non solo dal punto di vista economico. Le edizioni precedenti, infatti, erano presentate di anno in anno come “grande kermesse della scena milanese promossa da Comune e Provincia, da Regione Lombardia e Agis Lombardia”. Ma già nel 2008 il Ministero dei Beni e delle Attività culturali minacciò: “Nel 2009 saranno tagliati 500 mila euro che lo stesso Ministero dava a sostegno dell’iniziativa”. L’assessore provinciale alla Cultura di allora, Daniela Benelli, promise comunque l’impegno della Provincia, insieme a Regione e Comune, per l’anno successivo. E infatti, concentrata in due giorni, la Festa del Teatro 2009 comprese 200 spettacoli in 99 teatri della città, con prezzi da 0 a 4 euro. Madrina fu Valentina Cortese, ospite speciale Pasquale Squitieri, e per l’occasione ci fu un’anteprima del musical Pinocchio. Fu, per il neo-assessore provinciale alla Cultura Umberto Maerna, “una reale occasione per abbinare a una rappresentazione teatrale la visita a un’abbazia. Perché la cultura diventi sempre di più una leva di crescita e sviluppo non solo della persona ma anche dei territori”. Ma evidentemente quest’anno nemmeno “l’effetto turismo” ha convinto il Comune di Milano che, davanti alla penuria di fondi, non ha saputo trovare con la Provincia “un accordo di operatività” per una Festa del Teatro edizione 2010. Così giustifica l’Agis Lombarda, per le passate edizioni promotore di una manifestazione teatrale “utile al turismo culturale”. Un punto di vista commerciale, legittimo, ma distante da quello che dovrebbe essere la natura, e la necessità, di una “festa del teatro”.
“Crediamo nell’arte teatrale come mezzo e non come fine. Crediamo quindi nella sperimentazione, che però non dimentichi mai che il fine ultimo e imprescindibile del teatro è quello di COMUNICARE”. La nuova Festa del Teatro a Milano si presenta dunque così, critico specchio di questi tempi. Nata come risposta alla revoca di quella che avrebbe dovuto essere l’edizione “canonica”, si svolgerà per una settimana come sfida, autofinanziata, coraggiosa, in un anno di grave congiuntura economica.
Tuttavia non è questa la “sperimentazione” necessaria al teatro per “comunicare”.
I promotori 2010 condividono prima di tutto un rapporto stretto con la danza, che sarà parte preponderante grazie alla presenza di Perypezye Urbane, CIMD, Tilt e Il Cortile di Rho. Tra le iniziative segnaliamo “Rerererewriting”, performance del progetto DanceMe, che verrà presentata in prima assoluta. Coreografia e interpretazione di Luna Paese, è una riscrittura della performance “Trio A” di Yvonne Rainer: “Riscrivere, ririscrivere, riririscrivere fino a che l’oggetto non sia completamente altro, come in un morphing.” Promosso da Perypezye Urbane di Milano, il progetto DanceMe comprende 13 partecipanti e la possibilità di costruire il proprio lavoro seguendo le regole dei Creative Commons, licenze che offrono agli autori la possibilità di condividere le proprie opere.
Altro progetto è quello a cura del CIMD di Milano: “Progetto variabile – Il Muro” è anche il titolo della performance finale del laboratorio condotto dalla compagnia Cadeaux-Mainol. Tanta danza quindi, “nella ricerca di un teatro essenziale, evocativo, che sappia crescere attraverso la contaminazione delle arti performative, alla ricerca di un confine sempre più sottile tra teatro, danza, musica”. Ma non solo.
Il pubblico potrà mettersi in gioco attraverso il teatro, e non semplicemente vedere qualcuno di “molto bravo che lo fa”. Solaria, alla Scorta Civica Marosi di Milano, presenterà parallelamente spettacoli e lezioni di teatro per adulti, oltre a “I piedini ballanti”, laboratorio di danza creativa per ballerini dai 3 anni. Come TeatrRing, che apre la rassegna il 24 con uno spettacolo per bambini, e a seguire laboratorio di teatro. Tilt propone lezioni di danza classica, ma anche yoga, mentre Il Cortile di Rho avvicina a pilates, Feldenkries, Tai chi e contact improvvisation. Intanto a Sesto Calende, Moveo Studio organizza classi di modern, house e hip hop. “Dannata Danza!” è l’appuntamento finale di sabato 30 alla Scorta Civica Marosi di Milano, che chiuderà la Festa del Teatro 2010 con una kermesse di “teatro-danza, danza-poesia, danza-movimento-rituale, danza-danza”.
Perché diventi una festa, insomma, non manca niente… a parte i fondi.