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Torna l’Arlecchino d’oro. A Mantova il mondo è alla rovescia

Teatro Festival Mantova 2009

Teatro Festival Mantova 2009Oltre cinquanta spettacoli in cartellone, più di trenta compagnie da tutto il mondo per la rassegna di teatro di scena e urbano che, in dieci giornate, trasformerà Mantova – da aprile patrimonio Unesco – in un palcoscenico internazionale, su cui si alterneranno artisti del calibro di Carolyn Carlson, Eimuntas Nekrosius, Valter Malosti, Cantieri teatrali Koreja, Teatro delle Albe e tanti altri.
Tema dell’edizione 2009 è il mondo alla rovescia, con un ricco programma che si sviluppa tutte le sere dal 19 al 28 giugno, spaziando da testi dei tragici greci a quelli del contemporaneo.

Se l’anno scorso fu la Fura dels Baus, che portò qui in anteprima nazionale il suo “Boris Godunov”, a far vibrare la città, quest’anno sono imperdibili gli incontri con la Carlson e Nekrosius. Il maestro lituano, dopo aver esplorato Cechov, Gogol’, Puškin e Tolstoj, mette ora in scena con la compagnia Meno Fortas di Vilnius “L’idiota” di Dostoevskij.
Lo spettacolo avrà un clamoroso e colossale debutto in prima mondiale a Villa Adriana, a Roma, il 17 giugno, per poi arrivare al Teatro Ariston di Mantova il 24 e il 25 giugno: uniche tappe italiane del tour europeo.

Ma ci sarà anche grandissima danza con Carolyn Carlson. Mantova ospiterà la prima italiana di “Hidden” – viaggio inquietante nel segreto delle cose e nel retro del visibile – per il quale l’artista è coreografa, e un “solo” di cui sarà anche protagonista: “Le orazioni/Giotto”, che illustra in 14 quadri i dipinti di Giotto della Cappella degli Scrovegni (rispettivamente 21 e 22 giugno al Teatro Ariston).
Ed è lei, Carolyn Carlson, l’artista a cui viene consegnato quest’anno il tradizionale premio, l’Arlecchino d’oro. Prima di lei, fra gli altri, artisti come Dario Fo, Paolo Poli, Patrice Chereau, Jérôme Savary, Fura dels Baus, Meredith Monk.
Mentre andrà a Giuseppe Battiston, attore di cinema e teatro, il Premio Hystrio-Arlecchino d’oro. Per l’occasione sarà protagonista dello spettacolo “Orson Welles’ roast”, panegirico al rovescio, dedicato al cineasta americano (21 giugno).

Il festival quest’anno avrà anche una sua produzione, o meglio una co-produzione internazionale italo-albanese fra l’associazione mantovana Ars Creazione e Spettacolo, Fondazione Bam, Fondazione Mantova Capitale Europea dello Spettacolo e il Teatro Metropol di Tirana. Si tratta di “A Zvornik ho lasciato il mio cuore”, del poeta, sceneggiatore e drammaturgo bosniaco Abdulah Sidran, da molti pronosticato per il Nobel e già collaboratore di Emir Kusturica.
E’ una pièce sulla guerra in Bosnia. Chi ha percorso qualche vallata, vissuto i muri di quelle case, alcune ancora coperte di intonaco, altre ancora crivellate dei colpi dell’artiglieria nemica, rivive le tracce del conflitto. Il lavoro teatrale si concentra sugli aspetti che hanno portato un mutamento dei piccoli gesti quotidiani all’interno di un hotel di Zvornik, sulla Drina.
La regia è di Federica Restani, mentre il cast unisce in scena attori albanesi e italiani. Tra i primi una grande star, Ema Andrea, accanto all’italiano Adriano Evangelisti. Dopo il debutto a Sarajevo, la prima nazionale mantovana inaugura il festival il 19 giugno.

E il tema della multiculturalità permea anche altri spettacoli, con produzioni come quella della Fondazione Aida (in partnership con i governi greco e bulgaro), con la regia di Letizia Quintavalla e un cast di donne nordafricane, palestinesi, brasiliane e italiane residenti a Verona: “Hijab o del confine”, ovvero visioni di donna tra il mondo nascosto e il mondo sacro del velo, inserito dentro al progetto europeo ReconcArt (reconciliation through art perception of Hijab), che ha debuttato questa primavera ad Atene.

Il panorama teatrale italiano è rappresentato dall’attore e regista torinese Valter Malosti che presenterà a Mantova, il 22 e 23 giugno dopo il debutto al Festival delle Colline Torinesi, lo spettacolo “Concerto di tenebre”, ispirato ai racconti di Edgar Allan Poe nell’artistica traduzione di Giorgio Manganelli.

“Le Troiane” di Euripide ispirano invece due spettacoli: “Sole”, dell’attrice allieva di Leo de Berardinis, e qui anche regista, Valentina Capone (25 giugno), e “La passione delle Troiane” (26-27 giugno) del gruppo di ricerca pugliese Cantieri Teatrali Koreja: il pianto, legame fra le donne di Troia dopo la sconfitta contro i Greci predatori e i “moroloja”, i pianti tradizionali delle donne in Puglia durante i funerali.
E, ancora, segnaliamo le Albe di Marco Martinelli con “La canzone degli F.P. e degli I.M.” (20 giugno), e Giorgio Gallione che affida a Giorgio Scaramuzzino il testo di Luis Sepulveda “Il mondo alla fine del mondo”.

Ma il festival non finisce qui. Dare un’occhiata al programma è un’ottima idea per passare qualche giorno in una delle più belle città d’Italia, in un panorama splendido, fra castelli e corti che diventano magici luogi di scena. E il cartellone, d’altronde, non ammette particolari obiezioni. Tocca esserci.

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