Programma di lusso quello della tredicesima edizione di Castel dei Mondi, rassegna teatrale che ha preso il via in questo scorcio di fine estate ad Andria (BA).
I nomi sono di tutto rispetto, e lo scenario territoriale è incantevole: siamo in quelli che furono i possedimenti di Federico II di Svevia, terre che vanno da Castel del Monte ad Andria, vicini a Barletta e Trani, fra castelli e cattedrali che sono su tutti i libri di storia dell’arte. E’ qui che si alterneranno artisti come Sandro Lombardi e i Fratelli Forman, giovani promettenti come Fibre Parallele e Babilonia Teatri, nuove tendenze italiane da Ventriglia a Perrotta, da Ricci/Forte a Cantieri Teatrali Koreja e Filippo Timi.
L’apertura è stata affidata a due attori di grandissima esperienza come Sandro Lombardi e Marion D’Amburgo, interpreti de “Il riformatore del mondo” di Bernhard per la regia di Giovanni Scandella, spettacolo nato per affiancare la mostra sul Bernini al Museo del Bargello di Firenze, in cui il drammaturgo svolge alcune appuntite riflessioni su approssimazione, scienza e comunicazione nella prassi del nostro tempo. Una scena-pentagramma, su cui viene suonata una musica con strumenti che sembrano progressivamente scordarsi verso tonalità acide e aspre, come tipico delle drammaturgie di Bernhard. La storia è quella di uno scienziato che, proprio quando deve ritirare la laurea honoris causa, si accorge di come nessuno abbia in realtà letto i suoi lavori.
Ispirato all’opera dei Pupi, e dedicato a “Che cosa sono le nuvole?” di Pasolini, è invece il nuovo prodotto – metateatrale e ricco di citazioni – dei Cantieri Teatrali Koreja, intitolato “Paladini di Francia”, per la regia di Enzo Toma. Negli stessi giorni Gaetano Ventriglia ha raccontato non la cattiveria di Iago, ma la debolezza di Otello in “Otello, alzati e cammina!”.
Il pubblico “resistente” che il festival cerca e stimola, già venerdì scorso ha potuto confrontarsi con Fibre Parallele, artisti pugliesi di recenti ospiti del nostro videosalotto, che propongono la loro nuova creazione, “2 (Due)”, monologo noir interpretato da Licia Lanera sulla morte di un amore, ambientato in un universo bianco, quasi sterile e sterilizzato, che rimanda fra l’altro alle suggestioni sceniche di alcuni recenti lavori di Delbono e Manfredini.
Resistendo resistendo, un consiglio è quello di sperimentare la genialità creativa degli inglesi Rotozaza. Dopo l’apparizione milanese l’anno scorso al Frida, in occasione di MilanOltre, riportano in Italia lo strepitoso esperimento di teatro da tavolo di “Etiquette”. Un’esperienza di mezz’ora per due persone in un luogo pubblico: i partecipanti indossano delle cuffie, attraverso le quali viene suggerito loro cosa dire e come utilizzare gli oggetti di scena.
Neanche il tempo di tirare un sospiro emotivo che piombano Ricci e Forte con il loro “Macadamia Nut Brittle”, omaggio a Dennis Cooper, scrittore di Los Angeles diventato di culto con una smitragliata di romanzi tra fine anni Ottanta e inizio Novanta: Closer (1989; Tutti gli amici di George, tr. M. Pensante, Marco Tropea Editore 2001), Frisk (1991; Frisk, tr.G. Granato, Einaudi 1997), Try (1994; Ziggy, tr. Alessandro Golinelli, Tropea 1997), Guide (1997; Idoli, tr. M. Pensante, Tropea 1998), e Period (2000). Ricci/Forte ci hanno dato la personale promessa di essere presto sotto l’impietoso sguardo della nostra videocamera. Stiamo negoziando i dettagli più sanguinolenti, che non potranno essere distonici dal tenore snuff movie di questa loro ultima impresa, in cui si racconta della disperata ricerca di amore in un mondo impossibile: “Perché alla fine anche la Natura, come gli uomini, è troia e infedele!”.
Il secondo fine settimana sarà ancora più ricco, se possibile: il pubblico potrà assistere, all’interno di un teatro-chapiteau appositamente montato in piazza, alle grandiose gag degli attori ambulanti, marionettisti e “freaks” dei fratelli Forman, che tornano in Italia con il successo mondiale di “Obludarium”. Nelle stesse sere, in scena anche Babilonia Teatri con “Pop star”, Teatro Minimo con “Sequestro all’italiana”, Filippo Timi e Santo Rocco e Garrincha con il loro Amleto-brioche, ma anche il teatro con le mani de La Santa Rodilla e Mario Perrotta con “Il Misantropo” che ha debuttato a giugno.
Sugli appuntamenti, a snocciolare, dovremmo scrivere ancora molto, perché oltre al programma ufficiale c’è un Castel dei Mondi off, di intonazione musico-scenica, e un Castel dei mondi Teatri Abitati, per i nuovi teatranti.
Insomma, si vede proprio che ad Andria hanno fatto 13!