Teatro e museo: due istituzioni-simbolo della cultura, chiuse e blindate da mesi a causa del Covid, si uniscono per riflettere sulla contaminazione artistica, sempre più diffusa in ambito di performance d’arte contemporanea.
Accade a Torino, con un nuovo progetto che metterà in evidenza ciò che spesso è già realtà, e in alcuni casi anche da molto tempo.
A firmarlo sono il Festival delle Colline Torinesi e la Fondazione Merz, centro d’arte contemporanea intitolato a Mario Merz, nato nel 2005 in aperto contrasto al concetto di arte come monumento, ossia di arte come immagine della memoria, potente ma statica, e che definisce il proprio ruolo di “centrale energetica dell’arte”.
Nell’ambito di una collaborazione ormai storica, le due istituzioni avviano così uno studio sulle performance di arte contemporanea che possono apparentarsi, combinarsi, sostituirsi e sovrapporsi a eventi teatrali. E analogamente sugli spettacoli, con caratteristiche performative, che escono dai luoghi canonici della rappresentazione teatrale e/o della fruizione museale, per esplorarne di nuovi.
L’intenzione dello studio è quella di indagare territori artistici di confine tra i linguaggi espressivi, creando i presupposti per una integrazione e favorendo il dialogo tra gli artisti.
Il titolo del progetto è Confini/sconfinamenti, e gli appuntamenti saranno calendarizzati a partire dal 2021 nel contesto della 26^ edizione del Festival delle Colline Torinesi e della programmazione della Fondazione Merz.
“La storia delle performance d’arte ha radici lontane nella storia del Novecento – spiega Beatrice Merz, presidente della Fondazione – A cominciare dalle avanguardie d’inizio secolo e transitando per gli anni Sessanta e Settanta. Anche le generazioni più giovani non hanno tralasciato le indagini sui rapporti che intercorrono tra espressione, spazio e movimento. E la Fondazione Merz, declinando il proprio ruolo di centrale energetica dell’arte, è proprio alle nuove generazioni di performer che guarda con attenzione”.
“Ci piacciono gli eventi performativi che sanno esprimere la stessa straordinaria sintesi dell’arte contemporanea o che sono essi stessi arte contemporanea e li vogliamo indagare – affermano invece Sergio Ariotti e Isabella Lagattolla, direttori del Festival delle Colline Torinesi – Nella prospettiva della 26^ edizione del Festival stiamo come al solito confrontandoci con gli artisti, accompagnandoli nei loro progetti, vedendo spettacoli. Ci interessano i testi e i linguaggi scenici che indagano la contemporaneità, raramente così difficile da raccontare o rappresentare”.