Figli d’Arte Cuticchio: la pazzia di Orlando fra tradizione e innovazione

Mimmo Cuticchio e i suoi pupi (photo: P. Kajzar / A. Pellicanò)
Mimmo Cuticchio e i suoi pupi (photo: P. Kajzar / A. Pellicanò)
Mimmo Cuticchio e i suoi pupi (photo: P. Kajzar / A. Pellicanò)

Pupi che prendono vita grazie al tocco sapiente di chi ne conosce e custodisce ogni segreto. Scene sostituite a vista per tracciare i contorni di luoghi incantati e senza tempo.
Il piccolo teatrino della tradizione lascia spazio ad un palco aperto per l’arrivo, a Reggio Calabria, del puparo Mimmo Cuticchio, che sguaina la spada e manovra i pupi insieme agli altri “manianti”: Giacomo Cuticchio, Tiziana Cuticchio e Tania Giordano, modulando la voce per dar vita ad un racconto che si trasforma in cunto sincopato ed evoca incontri amorosi e battaglie sanguinose.
Non è il tradizionale pianino a cilindro ad accompagnare la narrazione, ma un ensemble di archi e fiati – Marco Badami (violino), Alfia Bakieva e Francesco Biscari (violoncello), Mauro Vivona (corno), Nicola Mogavero (sassofono baritono) – impegnata ad eseguire dal vivo le musiche scritte da Giacomo Cuticchio ed ispirate a quelle della tradizione.

Una formula rinnovata, quella pensata da Mimmo Cuticchio, per narrare uno dei capitoli più visionari del repertorio dell’Opera dei Pupi, “La pazzia di Orlando. Ovvero il meraviglioso viaggio di Astolfo sulla luna”, produzione Figli d’Arte Cuticchio. Un lavoro in cui tradizione, maestria artigianale e innovazione si mescolano perfettamente per uno spettacolo che, con immutati fascino e potenza, narra l’incanto e la magia di cavalieri e dame.
Del resto è lo stesso Cuticchio ad affermare che «la pazzia di Orlando, uno dei capitoli più visionari del repertorio dell’Opera dei Pupi, mi permette di mostrare al meglio il risultato del mio percorso di rinnovamento della tradizione».

Parole chiave di un’arte che, grazie all’enorme passione, all’impegno ed al genio di Cuticchio, è capace di parlare anche alla contemporaneità, reinventando linguaggio e repertorio con sforzo costante e coraggioso.

L’Opera dei Pupi dei Cuticchio ha inaugurato al Teatro Cilea di Reggio Calabria l’edizione invernale del Globo Teatro Festival, un progetto promosso dall’associazione Pro-Pentedattilo col partenariato artistico ed esecutivo della compagnia teatrale Officine Jonike Arti di Reggio Calabria, cofinanziato con fondi europei, che sino ad aprile proporrà performance teatrali e musicali per riportare una proposta teatrale variegata nella città.

Il fascino di un’arte riconosciuta dall’Unesco quale “patrimonio orale e immateriale” dell’umanità grazie a Cuticchio vive di nuove sperimentazioni, per unire «la tecnica del cunto col teatro dei pupi a scena aperta, cioè con la manovra a vista al di qua del piccolo boccascena del teatrino. Un espediente che mi consente di “aprirmi” sulla grande scena, esaltando la potenza e l’incedere del racconto. Mostrarmi al pubblico non tradisce l’incanto di un teatro che ha il suo fondamento nella tecnica “segreta” del puparo, nella sua capacità di dar voce a tutti personaggi mentre, non visto e con l’aiuto di pochi manianti, li manovra dietro le quinte – osserva l’artista palermitano – L’esperienza di cuntista e narratore, che ho maturato in tanti anni di lavoro, mi ha insegnato, piuttosto, che la presenza fisica dell’attore, i suoi movimenti, la mimica, quella che qualcuno ha definito una vera e propria danza, non fanno che esaltare il ritmo del racconto e la capacità immaginativa del pubblico».

Lo spettacolo, già presentato nel 2014 al Teatro Olimpico di Vicenza, affascina e coinvolge grazie alla potenza narrativa di Cuticchio che, con semplici variazioni di tono, con cunti potenti, ritmati, incalzanti e una forza affabulatoria naturale e diretta, dà vita ora ad Orlando, impazzito perché la bella Angelica ha preferito un altro a lui, ora al paladino Astolfo, colui che recupererà il senno di Orlando.
Sullo sfondo quello scontro tra paladini di Francia e Saraceni che, grazie alla voce e al gesto di Cuticchio e degli altri “manianti”, sembrano come prendere vita davanti agli occhi rapiti degli spettatori, personaggi profondamente umani, con le loro debolezze e paure: perché sta anche nel rendere comprensibili e vicini al sentire dell’oggi le storie narrate, la potenza di quest’arte senza tempo.

La pazzia di Orlando. Ovvero il meraviglioso viaggio di Astolfo sulla luna
con: Mimmo Cuticchio, Giacomo Cuticchio, Tiziana Cuticchio, Tania Giordano
e con Marco Badami violino, Alfia Bakieva violoncello, Francesco Biscari violoncello Mauro Vivona corno, Nicola Mogavero sassofono baritono
musiche: Giacomo Cuticchio
adattamento scenico e regia: Mimmo Cuticchio
produzione: Figli d’Arte Cuticchio

durata: 1h 30′
applausi del pubblico: 2′ 10’’

Visto a Reggio Calabria, Teatro Cilea, il 7 febbraio 2015

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