Filippo Timi e il teatro. Il loro rapporto è antico e le sue origini risalgono al Fuoco Centrale del Teatro della Valdoca, alle esperienze di Teatri 90 con Silvano Voltolina, fino ai più recenti spettacoli con Giorgio Barberio Corsetti. Ed eccolo, ora, anche in veste di regista.
“Il popolo non ha il pane? Diamogli le brioche” prende l’Amleto di Shakespeare come scusa per raccontare l’inquietudine e il vivere dell’attore, e in particolare ci sembra racconti molto dell’attore Filippo Timi.
Amleto è un ragazzo viziato, idolatrato da uomini e donne poco vestiti, sragionato e molto malinconico. Attorno a lui Ofelia e tre attori chiamati a corte per smascherare l’omicidio del re, suo padre. Ma in verità, sin dall’inizio, è chiaro a tutti (attori, personaggi e spettatori) che la recita è già iniziata, orchestrata dal capocomico Amleto/Filippo.
Ofelia è l’unica bloccata dentro al suo personaggio, incapace di reagire o ribellarsi al volere della storia, condannata a descrivere minuziosamente ogni attimo della sua agonia: la vera vittima del dramma, insomma, quella su cui Amleto sfoga violenti e al tempo stesso esilaranti accessi di pazzia, costretta a morire sola quando sarebbe bastato un cane a salvarla.
Gli attori, nei loro siparietti da avanspettacolo, raccontano un mondo di vita nell’arte, dal sogno di vincere un Oscar al richiamo del teatro nell’esistenza di una possibile scienziata: perché quando il teatro chiama non puoi fare a meno di seguirlo. Così ci racconta anche Amleto, incapace di amare altri che se stesso, perché solo così ci si può relazionare con questa magica arte: vendendogli l’anima.
E proprio belli e dannati sono i protagonisti e gli interpreti dello spettacolo, nei loro costumi d’epoca sporcati di sangue, nei continui riferimenti a grandi del teatro come Carmelo Bene, Ettore Petrolini e Leo De Berardinis, e nel loro essere contemporaneamente dentro e fuori dalla scena.
Consiglio: da vedere.
Il popolo non ha il pane? Diamogli le brioche
di Filippo Timi
regia: Filippo Timi e Stefania De Santis
con: Filippo Timi, Paola Fresa, Marina Rocco, Lucia Mascino, Luca Pignagnoli
produzione: Santo Rocco & Garrincha in collaborazione con Nuovo Teatro Nuovo di Napoli e ArtedanzaE20
durata: 1h 15′
applausi del pubblico: 2’ 18”
Visto a Bologna, Teatro delle Celebrazioni, il 5 marzo 2010
Uno spettacolo che rientra a pieno diritto nel “Teatro mortale” di cui ha scritto a suo tempo Peter Brook.
Teatro Fighetto
Teatro Dappoco
Teatro Dannoso
ovvero: meno tre stelle e mezzo meno meno meno e mezzo…
Il Teatro è morto.
Evviva il Cinema!
L’ho visto questa sera alla Tosse: pessimo. Dissacrare e’ una cosa, farne una farsaccia fuori tempi comici quando e’ sul comico, senza momenti tragici riusciti (ma questa puo’ essere una scelta), e con la declamazione sbagliata quando va sul declamatorio (aborro le declamazioni senza verita’ gia’ quando sono tecnicamente ineccepibili, figurarsi quando capita qualche scivolone di tecnica come e’ successo questa sera a Timi stesso), e con tanto di risate autocompiaciute e malnascoste dell’autore, e’ regalarmi (almeno fosse un regalo: il biglietto l’ho pagato) una delle peggiori esperienze di spettatore della mia vita.