Maurizio Camilli riporta l’essenza della danza a Santo Stefano Magra
“Lo stato dell’arte, della coreografia, di una comunità di anno in anno cresce, e torna ad occupare l’Ex Ceramica Vaccari a Santo Stefano di Magra.
Dov’è? Geograficamente è un paese tra la Liguria e la Toscana. Artisticamente uno dei luoghi in cui si cominciano a mettere dei punti sulla ricerca della coreografia grazie a Fisiko! Festival Internazionale di Azioni Cattive.
Fisiko! è un festival che, sempre di più, offre uno sguardo ampio sulle possibilità e sulle direzioni che la coreografia può intraprendere; un festival che nasce grazie alla collaborazione de Gli Scarti, Balletto Civile e Scena Madre. Senza fronzoli, senza scenografie, senza intellettualismi da foyer, il festival è concentrato sull’essenza, sull’urgenza di creare, portando il discorso della narrazione del corpo e della danza davanti a un muro grigio o a un vagone arrugginito. Ci facciamo coinvolgere dalla sottrazione assistendo a un continuo scavare dentro il senso più profondo.
Non sono mancati, certo, dei momenti con luci e costumi, ma anche questi coerenti con la direzione artistica di Maurizio Camilli, con racconti minimali che mostrano l’essenza senza spettacolarità gratuita.
Diverse le tipologie di ricerca, diversi anche gli esiti e le restituzioni di ciascuna performance, per tipologia, gusto personale, aggiustamenti per infortuni che hanno prodotto impatti diversi sugli spettatori.
Le immagini qui sotto si riferiscono al 22 e 23 luglio, quando in scena si sono alternati Cristian Cucco, con la coreografia di Aristide Rontini, Giulia Spattini, Antonella Bertoni con la coreografia di Abbondanza/Bertoni, Adriano Popolo Rubbio, Paolo Piancastelli con la coreografia di Sofia Nappi, Elena Balestracci, Camilla Orlandi, Martina Orlandi con la coreografia di Konstantinos Kranidiotis, lo stesso Balletto Civile con Francesco Gabrielli, Emanuela Serra, Giulia Spattini, Michela Lucenti, Michele Calcari e il musicista Paolo Spaccamonti. Inoltre, con la coreografia di Rita Frongia, è andato in scena Stefano Vercelli, perché a volte basta soltanto un gesto lieve per spiegare la poesia senza parole.