Site icon Krapp’s Last Post

FIT 15: riflessioni tra arte e politica in Canton Ticino

|

Ash and Money|Your Majesties (photo: Daniel Schmidt)

Ash and Money
Ash and Money

Inizierà domani, lunedì 12 ottobre, per proseguire fino al 18, la 24^ edizione del FIT Festival Internazionale del Teatro e della Scena Contemporanea, che anche quest’anno, per una settimana, prenderà vita nei teatri di Lugano, Bellinzona, Ascona, Manno e, con “Passi in silenzio” dell’artista Elvis Van der Meyden, si diffonderà anche a Neggio, con una performance site specific nel bosco.

Consistente la presenza italiana, per uno sguardo del festival rivolto all’eccellenza contemporanea nel contesto di un programma che si caratterizza comunque per la molteplice provenienza geografica e drammaturgica dei protagonisti. Un’edizione, quella 2015, che porrà l’accento, a mo’ di chiasmo, sulla politica come arte in contrapposizione all’arte come politica. E dal contenuto degli spettacoli in programma sembra proprio che a vincere questa volta sia l’arte.

L’apertura del festival è affidata al pluripremiato “L’Origine del mondo. Ritratto di un interno” di Lucia Calamaro (Premio Nuovo testo italiano o ricerca drammaturgica, Ubu Miglior attrice a Daria Deflorian e Ubu 2012 ex aequo Miglior attrice non protagonista a Federica Santoro), più volte definita nuova artigiana della lingua, traspositrice della lirica autoriale nell’immanente e concreto quotidiano espressivo.
L’inquietudine e l’autoironia di esistenze femminili inciampano in un paesaggio di elettrodomestici ed arredamenti minimalisti, laddove metafora e concretezza si fondono e con-fondono.

A seguire arriverà l’eccentrico “Ifeel2” di Marco Berrettini, recentemente in scena anche al Contemporanea Festival di Prato, un “passo a due” robotico e stanco, addomesticato, gettato sulle note poppish della musica composta dallo stesso Berrettini con Samuel Pajans.
Coreografo eclettico, che unisce il rituale collettivo della disco-dance all’antropologia culturale, Berrettini riprende le tesi del filosofo Peter Sloterdijk per una trasposizione ritmica della dialettica addomesticazione/contestazione dell’uomo contemporaneo attraverso i corpi ed una profonda ermeneutica del gesto.

Il contenuto più politicamente impegnato del Fit 2015 vanta Milo Rau tra i nomi di spicco, qui in programma con il film “The Moscow Trial”. L’inchiesta, presentata in Italia quest’estate a Santarcangelo in prima nazionale, fa uso degli affilati ingranaggi del teatro politico per svelare i retroscena della propaganda di Putin, volta a dissuadere ogni manifestazione di dissenso e mobilitazione antigovernativa.
Nel marzo 2013, a Mosca, venne inscenato un tribunale-palcoscenico per un processo-farsa sulla libertà di espressione. “The Moscow Trial” è il risultato dei tre giorni di processo, che furono più volte interrotti dalle autorità e causa di una campagna persecutoria nei confronti del regista, documentati attraverso la macchina da presa.

Un’analoga fusione tra teatro e cinema ci porterà da Milo Rau all’Estonia del collettivo teatrale No99, che presenterà in Svizzera “Ash and Money”.
In perfetto stile “wellesiano”, No99 teatralizza un’intera società  fondando un partito politico fittizio dal programma iperpopulista, documentando le reazioni (d’entusiasmo e abnegazione) della popolazione elettorale, gettatasi tra le braccia dei loro slogan e delle loro provocazioni fintamente antisistemiche, per riflettere su come il confine tra spettacolo e realtà si trasformi facilmente in una soglia ambiguamente sottile.

Di taglio profondamente politico è anche “Numax-Fagor-Plus”, per opera di Roger Bernat, spettacolo che riproduce un’assemblea di lavoratori con il diretto coinvolgimento del pubblico ed attraverso la sua immedesimazione. Non memoria storica, quanto piuttosto una collettivizzazione del discorso (attraverso il teatro) per sperimentare la solidarietà sociale: nel 1979, dopo due anni e mezzo di autogestione, i lavoratori della fabbrica di elettrodomestici Numax, con sede a Barcellona, decidono di lasciare l’azienda e di fermare tutto.
Trentaquattro anni dopo, nel 2013, la cooperativa basca di elettrodomestici Fagor chiude lasciando i lavoratori senza lavoro.
Sono gli stessi lavoratori Fagor che ricostruiscono oggi la storia dei colleghi di Numax per narrare la propria e farsi eredi di un esempio di mobilitazione per la rivendicazione dei propri diritti.

Your Majesties (photo: Daniel Schmidt)

Provocatorio, invece, “Your majesties” di Marta Navaridas e Alex Deutinger, riproduzione del discorso di Barack Obama tenutosi in occasione della premiazione a Nobel per la Pace ad Oslo.
Così come in “Ash and Money” e in “The Moscow Trial”, il duo ispano-austriaco indaga la politica tra verità e retorica, e il volto truccato, mascherato (anche in accezione teatrale di “maschera”) della persuasione e della leadership.

Benché incentrato sui processi cognitivi dell’uomo contemporaneo 2.0, anche “Conférence de choses”, della compagnia svizzera 2b company, porta con sé la definizione di “provocatorio”.
Gli episodi che compongono lo spettacolo sono un elenco ininterrotto di voci enciclopediche, tra loro collegate per le più diverse associazioni logiche. François Gremaud gioca con la lingua e con il ritmo del parlato, disquisendo sulle “choses du monde” come se volesse riprodurre il meccanismo dell’utente qualunque del web durante una ricerca su Wikipedia.
Ormai lontani i tempi delle “raccolte di sapere” in stile’ “Auto da Fé” di Elias Canetti, come si costruisce la conoscenza al tempo di Internet?

Sulla composizione e la scomposizione ci sfida anche “Much ado about nothing” di David Espinosa: “E’ possibile mettere in scena le tragedie di Amleto, Macbeth, Otello, Re Lear, Romeo e Giulietta, Antonio e Cleopatra, La tempesta, Enrico V, Riccardo III e Sogno di una notte di mezza estate in un unico spettacolo?”.
L’autore tenta una risposta attraverso personaggi in miniatura ed un colto citazionismo, che sedusse il pubblico della Biennale di Venezia nel 2013.

Dall’Italia arriveranno, oltre alla già citata Lucia Calamaro, “Nunzio” di Scimone e Sframeli per la regia di Carlo Cecchi, Mk e Cristina Rizzo, rispettivamente con “E-Ink” (a 15 anni dalla sua creazione, riallestito all’interno del progetto RIC.CI, Reconstruction Italian Contemporary Choreography Anni 80’/90′), ed “Ikea”, per l’ultima giornata del festival dedicata alla danza. Ad aprirla sarà invece la conferenza danzata di Riccardo Blummer con “La sedia ed il sedere”.

Ma i tanti motivi per proporvi un’incursione svizzera al Fit vedono anche, tra gli ospiti, la compagnia Il Duende, Mc Teatro, Teatro dell’Argine, Teatro Biondo con “Fa’ afafine” (Premio Scenario Infanzia 2014) e Teatro della Memoria Attiva, presenti nella sezione Fringe/L’altro festival: un’occasione per conoscere alcuni degli artisti anche attraverso le “Conversazioni” a cura Simona Gonnella, conduttrice inoltre del progetto Tre60 Cantiere.1, durante i cui appuntamenti si potranno condividere riflessioni ed idee sullo “stato dell’arte” teatrale in relazione al contenuto del programma di quest’edizione.

Un programma estremamente intenso e interessante, che KLP, da Lugano e dintorni, anche quest’anno sarà pronto a raccontarvi in dettaglio nei prossimi giorni. Si parte!

Exit mobile version