Per noi il FIT, il Festival Internazionale del Teatro che si tiene a Lugano da 29 anni, è un appuntamento irrinunciabile, e oggi ancor più, in ricordo di Vania Beretta Piccoli che, con lungimiranza e pervicacia, lo aveva inventato, portandolo all’eccellenza, e che da poco ci ha lasciato con grande tristezza.
Il festival è ora nelle virtuose mani di Paola Tripoli che, in collaborazione con Carmelo Rifici, direttore artistico del LAC, è capace di sorprenderci con occasioni teatrali provenienti da tutto il mondo.
Ci siamo recati quest’anno, anche se per un solo giorno, per assistere a due performance assai particolari, non spettacoli in senso stretto ma due vere e proprie immersioni in mondi paralleli.
Stiamo parlando del concerto cum figuris “Mephistopheles, eine Grand Tour” della compagnia veneta Anagoor e di “Book is a Book is a Book” del duo svizzero Trickster-p.
“Mephistopheles, eine Grand Tour” potrebbe anche chiamarsi “Anagoor, il grande cammino” perché Simone Derai e Giulio Favotto hanno raccolto, dandogli forma compiuta, il materiale video raccolto dalla compagnia tra il 2012 e il 2018, musicato in un unico live set sinfonico da Mauro Martinuz.
“Anagoor, il grande cammino” perché, avendo seguito minuziosamente tutto il percorso artistico della compagnia,che molto spesso accompagna con contributi video i suoi spettacoli (Lingua Imperii, Virgilio Brucia, Socrate il sopravvissuto, Orestea) ne abbiamo riconosciuto senz’altro le tracce, a cominciare dalle prime immagini, che rimandano alla loro efficace regia del melodramma di Gounod (“Faust”), dove accanto al filosofo, giganteggia la figura di Mephistopheles.
Lì, nelle immagini che accompagnavano la regia, si immaginava che Goethe, all’inizio del 1832, a Weimar, chiedesse alla nuora di riaprire i faldoni del suo “Faust” chiusi da poco, per rileggere per l’ultima volta il proprio capolavoro, spalancando la via ad un immaginario percorso di Mefistofele sulle tracce del medesimo viaggio che il Poeta fece in Italia.
Recuperando l’antica tradizione della cabala, il tempo delle immagini – che scorrono solenni, accompagnate dalle musiche rituali e lancinanti nella loro ripetizione di Mauro Martinuz – viene scandito da sette sequenze, che fanno da corollario agli episodi narrati (Sole, Luna, Giove, Venere, Mercurio, Marte, Saturno) come il numero degli astri del cielo.
Sulle tracce di Goethe il viaggio di Anagoor/ Mefistofele è un viaggio meraviglioso e nel medesimo tempo angosciante, in cui il bene e il male si fronteggiano continuamente, fra musei, templi, ospizi, pellegrini e pastori da una parte e allevamenti intensivi dall’altra, ma anche immagini della campagna veneta ferita dalle costruzioni e il fumante Vesuvio, dove il naturale corso della vita degli animali viene viziato ad uso esclusivo dell’uomo, terribilmente capace di mutare tutta la natura a proprio piacimento, assecondando così i disegni del diabolico Mefistofele.
Come sempre, davanti ad ogni percorso artistico di Anagoor, anche qui bisogna abbandonare la mente in un labirinto di connessioni che riverberano, tra passato e presente, tra antico e moderno, saperi diversi in un caleidoscopio di riflessioni sull’esistenza stessa dell’essere umano e sulle sue alterne capacità di comprendere la complessità del mondo in cui vive.
Anche la performance di Trikster-p è come al solito anomala: non è più un percorso visionario solitario dello spettatore attraverso diversi ambienti che rimandano alle problematiche dell’esistenza o ad una fiaba, ma viene concepita come un viaggio interiore che lo spett/attore, munito di auricolari, compie muovendosi tra le pagine di un libro trovato adagiato su un tavolo. Composto da immagini e parole, accompagnato dai suoni e da una voce che ci invita a rileggerlo attraverso un riverbero di connessioni inaspettate, lo spettacolo ci conduce altrove con l’immaginazione.
Il libro, creato appositamente per lo spettacolo, diventa quindi nelle intenzioni di Cristina Galbiati e Ilija Luginbühl, con l’abituale collaborazione drammaturgica di Simona Gonella, un luogo “dove si viaggia nella mente e con la mente, un oggetto che crea connessioni tra tempo, spazio, sogno e memoria, un’esperienza che consente di proiettarsi altrove e di dilatare la sfera percettiva”.
Tuttavia ci pare però che non tutto e sempre funzioni in questo senso, per una eccessiva compiacenza autoreferenziale che spesso aleggia sulla performance, e che a volte limita il viaggio personale dello spettatore e anche la funzione stessa del libro.
“Book is a Book is a Book” rimane comunque un esperimento esperienziale di affascinante consistenza, che si inserisce perfettamente nel percorso autorale della compagnia, in grado di meravigliarci ogni volta attraverso nuove prospettive e percorsi mai pedissequi, in cui il pubblico diventa parte attiva della performance.
MEPHISTOPHELES – eine Grand Tour
musica e sound design composti da Mauro Martinuz
concepito, scritto e diretto da Simone Derai
direzione della fotografia Giulio Favotto
collaborazione alla regia Marco Menegoni
riprese Giulio Favotto, Marco Menegoni, Simone Derai
montaggio Simone Derai e Giulio Favotto
coordinamento organizzativo Annalisa Grisi
management e promozione Michele Mele
produzione esecutiva Centrale Fies / Laura Rizzo, Stefania Santoni
produzione Anagoor 2020
coproduzione Kunstfest Weimar Theater an der Ruhr Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee Museo Madre Centrale Fies Operaestate Festival Veneto
in collaborazione con Fondazione Campania dei Festival – Napoli Teatro Festival Italia, Orto botanico e Villa Parco Bolasco – Università di Padova
Book is a Book is a Book
creazione Trickster-p
concetto e realizzazione Cristina Galbiati & Ilija Luginbühl
voce italiana e inglese Gabriella Sacco
voce tedesca Dorit Ehlers
dramaturg Simona Gonella
collaborazione artistica Yves Regenass
spazio sonoro Zeno Gabaglio
editing and mixing Lara Persia – Lemura Recording Studio
progetto grafico Studio CCRZ
assistenza e illustrazioni Arianna Bianconi
produzione Trickster-p, LAC Lugano Arte e Cultura
co-produzione: far Nyon, Theater Chur, ROXY Birsfelden, TAK Theater Liechtenstein, BLICKWECHSEL – Festival am Puppentheater Magdeburg, FOG Triennale Milano Performing Arts Con il sostegno di Pro Helvetia – Fondazione svizzera per la cultura, DECS Repubblica e Cantone Ticino – Fondo Swisslos, Municipio di Novazzano, Fachausschuss Tanz & Theater BS/BL, Kulturförderung Kanton Graubünden / Swisslos, Percento culturale Migros, Fonds culturel de la Société Suisse des Auteurs (SSA), Landis & Gyr Stiftung, Stiftung Dr. Valentin Malamoud, Schweizerische Stiftung für den Doron Preis, Boner Stiftung für Kunst und Kultur, Fondazione Winterhalter, Anny Casty-Sprecher Stiftung
Visti a Lugano, LAC, il 2 ottobre 2020