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Fuori misura: Grock insegna Leopardi

Photo: Roberto Rognoni

Photo: Roberto Rognoni

Negli ultimi anni spopolano su internet pagine come “Se i social network fossero sempre esistiti”, “Se i quadri potessero parlare” o “La Divina Commedia online”. Si propongono di richiamare l’attenzione in maniera frizzante sui protagonisti della cultura, soffiandone la polvere che anni di accademismo hanno contribuito a sedimentare.
Velleità culturali a parte, va riconosciuto a questi progetti editoriali il merito di divulgare, attraverso uno stile popolare, pillole di erudizione.

Con mezzi e intenti differenti, “Fuori Misura” di Valeria Cavalli, interpretato da Andrea Robbiano, ottiene lo stesso risultato e anche qualcosa di più.
Produzione di Quelli di Grock che abbiamo visto al Teatro Leonardo di Milano, è una commedia fresca, ben recitata, furba e accattivante, che piano piano si trasforma in una lezione bizzarra sulla vita e le opere di Giacomo Leopardi.

La trama è semplice. Il protagonista Andrea Roversi (interpretato da Robbiano) è un giovane laureato in Lettere che lavora da precario in un call-center. E sogna di diventare un professore.
Il sogno si avvera quando viene chiamato per una supplenza nella stessa scuola che aveva frequentato alcuni anni prima. L’insegnante che dovrà sostituire gli ha lasciato il compito di spiegare alla classe il poeta di Recanati. Inizia così la lezione. La platea si trasforma in aula, con tanto di appello, interrogazioni a sorpresa, e soprattutto una visione godibilissima, inedita, dell’autore di “A Silvia”.

Sulla scena una lavagna d’ardesia, un appendiabiti, una cattedra. Libri enormi delimitano l’aula scolastica. Pochi semplici oggetti, una cuffia e una scopa, riconducono alle altre ambientazioni della storia: il call-center e il cortile di casa.

Andrea Robbiano porta sul palco (per dirla alla Celentano) il lato rock della letteratura italiana. Gli autori classici diventano rock star per le quali stilare una classifica da top 5: ecco allora Pascoli e la sua “Cavalla storna”, Carducci con “Il bove” e Petrarca con “Chiare, fresche e dolci acque”.
Il divertimento in platea è assicurato. L’appeal rimane alto anche quando si passa alla lezione vera e propria, perché di Leopardi il professor Roversi restituirà una versione più inedita e intrigante di quella in fondo pedestre e soporifera offerta al cinema qualche anno fa da Mario Martone.

In “Fuori misura” Leopardi è un bambino vivace, curioso e gioioso, che diventa inquieto da giovane, quando respira per la prima volta il senso di inadeguatezza, la solitudine, la voglia di fuggire, la sofferenza per gli amori non corrisposti. Da queste angosce, da questi dolori, nasceranno versi indimenticabili, ma soprattutto temi con cui ancora oggi gli adolescenti sono chiamati a confrontarsi.
Anche il professor Roversi si sente inadeguato di fronte al nuovo lavoro. Ma poi si mette all’opera lancia in resta. Perché, come recita un proverbio algerino, “se vuoi il miele devi accettare di sfidare l’ape”.

Valeria Cavalli (aiutata nel testo e alla regia da Claudio Intropido) è autrice di una drammaturgia ben calibrata. La comicità, a tratti esilarante, si mescola alla poesia e a cenni di attualità. Se l’inadeguatezza è la protagonista della pièce, sottotraccia si avvertono altri temi, come la difficoltà dei “giovani” d’oggi a immaginarsi il futuro, la crisi e il precariato che fanno da sfondo.
Cavalli e Robbiano puntano alla sobrietà, senza eccessi cupi e pedanti. Le profondità della poesia non vengono tutte attraversate, ma lo spettacolo ha l’indubitabile merito di incuriosire e divertire lo spettatore in erba e avviarlo all’approfondimento dell’autore.

Andrea Robbiano è un mattatore eclettico. Con una comicità impetuosa e surreale, dà corpo anche ad altri protagonisti eclissati della vicenda, un portiere algerino e il preside. Assecondando il volo verso l’infinito di Giacomo Leopardi, Robbiano intrattiene la platea, trasforma la pièce in una lezione, la lezione in una riflessione di vita. Ne nasce un viaggio poetico tra l’oggi e la storia, tra le banalità del quotidiano e le incursioni della poesia nei territori dell’assoluto. Ad accompagnarlo, alcuni classici della canzone d’autore italiana, “Malinconia d’ottobre” di Lucio Dalla e “La canzone dell’amore perduto” di De André, passando per incursioni nel rap nostrano.

FUORI MISURA. IL LEOPARDI COME NON VE L’HA MAI RACCONTATO NESSUNO
Di Valeria Cavalli
Collaborazione al testo Claudio Intropido
Regia Valeria Cavalli, Claudio Intropido
Collaborazione didattica Prof.ssa Simonetta Muzio
Assistente alla regia Pietro De Pascalis
Con Andrea Robbiano
Voce fuori campo Pietro De Pascalis
Collaborazione alle musiche Gipo Gurrado

durata: 1h 20’
applausi del pubblico: 2’ 30”

Visto a Milano, Teatro Leonardo, il 9 aprile 2017

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