Quale futuro per la Casa del Teatro Ragazzi di Torino?

Il foyer della Casa del Teatro Ragazzi|La struttura dell'attuale Casa del TRG
Il foyer della Casa del Teatro Ragazzi (photo: Andra Cherchi)|La struttura dell'attuale Casa del TRG

Dopo gli eventi saliti alla ribalta negli ultimi giorni, cresce la preoccupazione attorno al futuro della Casa del Teatro Ragazzi e Giovani di Torino, dove sembra esserci aria di cambiamento: figure storiche che si allontanano, altre che si avvicinano.
La Fondazione, che dirige la splendida struttura dedicata al teatro per le nuove generazioni (di proprietà della Città di Torino), sta vivendo un momento di transizione, e la paura è che la Casa del Teatro Ragazzi possa perdere la propria identità.

Ripercorriamone alcune tappe. L’idea di un luogo deputato, nello specifico, al teatro destinato all’infanzia nasce a metà degli anni ‘90 grazie all’impulso di Graziano Melano, che diventerà poi direttore artistico della Casa dal 2004 fino al 2020.
Melano trova a quei tempi pieno sostegno nell’assessore alla Cultura di Torino Fiorenzo Alfieri (mancato nel dicembre scorso per il Covid) e successivamente negli assessori Paola Pozzi, Ugo Perone e Giampiero Leo. La Città di Torino individua quindi nella ex palazzina dell’Azienda Elettrica Municipale di corso Galileo Ferraris lo spazio adatto per raccogliere e rilanciare l’esperienza nazionale ed internazionale della Cooperativa Teatro dell’Angolo, di cui Melano era stato tra i fondatori, e delle compagnie professionali di teatro ragazzi.

E’ l’inizio di quello che diventerà un percorso di crescita culturale della città e, più in generale, un tassello rilevante per il teatro ragazzi in Italia. Per gestire la struttura – che sarà inaugurata nel 2006 – viene scelta la formula della Fondazione in partecipazione. Entrano così a farne parte, a titolo individuale, i soci della Cooperativa Teatro dell’Angolo e un rappresentante per ognuna delle compagnie storiche finanziate dal Ministero: Assemblea Teatro, Onda Teatro e Unoteatro.
Solo nel 2014, su richiesta degli enti pubblici, viene modificato lo statuto della Fondazione, con un conseguente nuovo assetto strutturale, che vede un Collegio dei Fondatori e il Consiglio di Amministrazione formato da un rappresentante della Regione Piemonte, uno della Città di Torino (Regione e Città sono infatti diventati negli anni soci sostenitori), un rappresentante dei soci originari (i Fondatori Promotori) ed un Presidente, nominato da Città e Regione. L’attuale Presidente è Alberto Vanelli, ed è sui suoi progetti futuri di ampliamento delle attività e di nuove collaborazioni che sembra mancare una sintonia d’intenti.

Così, i Soci Fondatori Promotori hanno comunicato, nei giorni scorsi, ciò che è stato interpretato da molti come motivo di preoccupazione: il recesso dalla Fondazione TRG Onlus. “Un atto che, lo diciamo con forza, non segna un punto di arrivo – hanno voluto specificare in una nota stampa – Ciò soprattutto vale per i rappresentanti delle compagnie Assemblea Teatro, Onda Teatro e Unoteatro, le cui imprese sono impegnate nel lavoro di produzione, ricerca e rinnovamento generazionale, in un contesto di rapporto progettuale con la Casa del Teatro Ragazzi e Giovani”.

Perché, allora, questa presa di posizione? La paura che aleggia è che venga trasfigurata la natura della Casa. Ma sono timori reali o solo supposizioni?
Difficile, in questo momento, raccogliere testimonianze da chi è più vicino (o lo è stato fino a poco tempo fa) a questa realtà di primo piano nell’ambito della scena teatrale torinese e non solo. Graziano Melano, da noi interpellato, non vuole rilasciare dichiarazioni, anche se è tra i firmatari del comunicato dei Soci Fondatori Promotori.

Quel che pare abbia smosso gli animi sono i progetti in corso, di rifunzionalizzazione degli spazi, che andranno anche ad ampliare i settori d’intervento della struttura. Progetti anticipati dal Presidente Vanelli già nell’estate 2020, e che includono l’acquisizione di un ulteriore edificio. Si tratta di un progetto triennale di riqualificazione e ammodernamento sostenuto da Compagnia di San Paolo anche in vista delle ATP Finals, che si terranno a partire da novembre a Torino proprio accanto alla Casa del Teatro Ragazzi, nel vicino Pala Alpitour.
Già, perché dopo Londra, Torino ospiterà per cinque anni (2021 – 2025) le famose ATP Finals, che in ogni edizione vedono partecipare i migliori otto giocatori di tennis al mondo e le migliori otto coppie di doppio.
Ecco allora l’idea dell’ATP Theatre, con lo scopo di creare un luogo che possa accogliere ospiti internazionali, eventi, dibattiti e spettacoli.
Ma se Vanelli ritiene questa occasione un’ottima vetrina, l’idea di unire cultura e sport probabilmente non piace a tutti.
A questo, come obiettivo a lungo termine si aggiungerebbe la pianificazione di nuove attività sociali per ragazzi in difficoltà, grazie alla ristrutturazione di una palazzina adiacente, che diventerebbe anche la sede del Centro Studi Morteo e ospiterebbe, ed è forse questo l’aspetto più controverso, un progetto commerciale di ristorazione.

La struttura dell'attuale Casa del TRG (photo: casateatroragazzi.it)
La struttura dell’attuale Casa del TRG (photo: casateatroragazzi.it)

Quel che ha destato allarme è la sortita dei sindacati nei giorni scorsi, preoccupati del futuro di un centro non solo culturale ma anche di produzione. La CGIL si è quindi fatta portavoce dei timori dei lavoratori per la possibilità di snaturare le finalità della Fondazione, con progetti multidisciplinari che la allontanerebbero dalle sue peculiarità iniziali.

E a questo si sono aggiunte, la settimana scorsa, le dimissioni di Luisa Minero, segretario generale della Fondazione, che secondo voci di corridoio si troverebbe in contrasto con il presidente Vanelli e il Consiglio di amministrazione.

Ora i sindacati CGIL e UIL hanno chiesto un tavolo congiunto con le istituzioni e i principali organi dell’ente, che dovrebbe riunirsi a giorni, per fare chiarezza sul futuro e rassicurare i lavoratori: sono una ventina i dipendenti della Fondazione, mentre ammontano a una settantina i collaboratori.

Emiliano Bronzino, attuale direttore artistico della Casa del Teatro, vuole placare i rumors: “Stiamo immaginando la Casa del Teatro Ragazzi e Giovani, nel suo futuro, come un luogo in cui le nuove generazioni possano ritrovarsi per ricostruire un immaginario e una socialità che la pandemia ha così drammaticamente modificato. Lavorerò e lavoreremo per questo: per dare risposte a una generazione di giovani e ragazzi che paga in prima persona mesi di chiusure e limitazioni”.
Durante questo periodo l’attività della struttura non si è fermata: “Più di 50.000 ragazzi si sono interfacciati con le nostre attività online, con più di 200 appuntamenti dedicati a loro – riepiloga Bronzino – Da inizio maggio abbiamo riaperto le nostre sale con spettacoli per famiglie, e i sold out di tutti gli appuntamenti ci danno fiducia per i prossimi mesi. La vocazione dedicata all’infanzia di questo luogo non è mai stata e non sarà mai messa in discussione. Anzi, cercheremo di interconnetterla sempre di più con tutte le altre arti e forme teatrali. Per far questo potenzieremo anche i progetti di formazione, confronto e dibattito”.
In programma, per l’estate, ci sono oltre 50 eventi dedicati ai ragazzi, cui seguirà la nuova edizione di Giocateatro, che si svolgerà dal 6 al 10 settembre. In attesa di novembre…

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