Gadda va alla guerra. Gifuni e Bertolucci nel ritratto (da Ubu) di un’epoca non così lontana

Fabrizio Gifuni
Fabrizio Gifuni
Fabrizio Gifuni, Premio Ubu 2010 come miglior attore (photo: Giuseppe Di Stefano)

Doppiamente vincitori al recentissimo Premio Ubu come miglior spettacolo e miglior attore maschile 2010, la coppia Fabrizio Gifuni e Giuseppe Bertolucci calca trionfante le scene milanesi del Teatro Franco Parenti fino a domani sera con “L’ingegner Gadda va alla guerra”.
Dopo il Pasolini del forte monologo di sei anni fa “Na specie di cadavere lunghissimo”, ecco prender voce e corpo il milanese Carlo Emilio Gadda attraverso un diario che ritrae gli anni del primo conflitto mondiale e dipinge il letterato nei suoi risvolti più intimi.
Uno spettacolo intenso, che racconta senza filtri le atrocità della trincea senza però tralasciare il lato umano, attraverso episodi di vita quotidiana all’interno del V Reggimento Alpini, di cui Gadda fece parte, ironici racconti cameratistici e nostalgie di casa.

Particolare il parallelo tra Gadda e Amleto, di cui vengono proposti frammenti, a evocare la solitudine dello scrittore, estraneo al mondo e alla società, in cui vive similmente al giovane principe. Un doppio schizofrenico che appare in una fredda luce blu, a interrompere il flusso dei ricordi e ad astrarci in una dimensione “altra”.

La scena è vuota, e così dev’essere per lasciare spazio alla maestria di Gifuni, che non perde occasione di dimostrare una bravura ed intensità attoriale anche a scapito, talvolta, della comprensibilità. Si rimane avvinghiati nei suoi discorsi dal ritmo irrefrenabile, percossi e storditi da parole, suoni e corpo.

Un progetto interessante e orribilmente attuale, specie nella sua seconda parte, dedicata ad Eros e Priapo e all’analisi psicologica del “Cuce”, ossia il Duce, elaborato con capacità da Gifuni in diversi dialetti. Qui l’attore richiama il pubblico al giudizio sul male perito e fatto. Un’analisi di Mussolini, del suo sfrenato desiderio erotico, dei suoi tacchi per camuffare la bassezza e del suo popolo, vittima e complice nell’idolatria di un istrione ciuco: un ritratto che lascia correre un lungo brivido lungo la schiena degli spettatori per la sua impressionante e spaventosa attualità.

L’INGEGNER GADDA VA ALLA GUERRA (o della tragica istoria di Amleto Pirobutirro)
da Carlo Emilio Gadda e William Shakespeare
un’idea di Fabrizio Gifuni
regia: Giuseppe Bertolucci
con: Fabrizio Gifuni
in collaborazione con Teatro delle Briciole Fondazione Solares delle Arti
durata: 1h 20’
applausi del pubblico: 2’ 45’’

Visto a Milano, Teatro Franco Parenti, il 14 dicembre 2010

0 replies on “Gadda va alla guerra. Gifuni e Bertolucci nel ritratto (da Ubu) di un’epoca non così lontana”
Leave a comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *