Gaga online classes: Andrea Costanzo Martini dancing room

Photo: gagapeople.com|Andrea Costanzo Martini
Photo: gagapeople.com|Andrea Costanzo Martini

Un tavolino ribaltato sul divano, a Tel Aviv, e velocemente una delle stanze di Andrea Costanzo Martini diventa una dancing room affollata da oltre 500 danzatori, o improvvisati tali, collegati con le proprie webcam dai luoghi più impensabili del nostro globo terrestre, oggi così impensabilmente connesso.

È l’ultima iniziativa di GagaPeople, che da questi tempi di isolamento forzato ha saputo tirar fuori delle opportunità tanto positive quanto impreviste. Corpi mai incontrati prima si uniscono ogni giorno in diretta streaming sotto la guida di molti danzatori professionisti, di cui Andrea Costanzo Martini è solo uno dei rappresentanti, con otto lezioni trasmesse 7 giorni su 7 da Tel Aviv e New York City.

Davanti alla webcam, ognuno con il proprio sfondo umano, costretti come siamo ora a ripensare gli spazi delle nostre case, ci siamo ritrovati in molti, dalle 18 alle 18.30 del 2 aprile, a farci entusiasmare da un abbandono totale alla fluidità disinvolta ed esplosiva della serie di immagini motorie proposte da Andrea Costanzo per la sua lezione di gaga, in esclusiva solo per quel giorno, in onda in lingua italiana.

Il primo invito è stato a concentrarsi sul piacere: da quello di un corpo ritrovato per chi a questa lezione ci è arrivato un po’ per caso, o più semplicemente per fare qualcosa di diverso ai propri bambini, fino alla riconnessione con uno sforzo muscolare da ripensare nei termini di una bruciante resistenza ed energia.

Seguendo la voce al di là dello schermo, abbiamo allora presto ritrovato le nostre ossa a galleggiare nel mare di una pelle allargata, fino a sentirle venir meno, sprofondando in una soft-skin da body-builder disossati. Mentre, così, ogni parte del nostro corpo disegnava una nuova linea sua propria, la nostra presenza corporea si è in breve ridotta ad un’esperienza tattile e sensibile del curvilineo, ad un flusso capace di staccare le braccia dal torso, o di ridurre tutto il corpo al minuscolo di uno splash sul pavimento, poi tirato subito verso l’alto, ad asciugare, allungando al massimo la colonna vertebrale.

Coperti di piume o affogati in una stanza di nutella, è con l’appiccicaticcio che abbiamo tentato di toglierci di dosso anche le braccia, o di lasciarle alla resistenza colossale delle pareti delle nostre stanze. Una mezz’ora passata a seguire l’eco dei propri movimenti, corrispondendo del tutto alle traiettorie inaspettate da essi generate.

Un momento, insomma, che rimarrà di certo nella memoria buona della dance community italiana, andando inevitabilmente ad aggiungersi ad altri ricordi di valore che chiunque abbia seguito con attenzione il panorama contemporaneo della nostra danza avrà di certo in mente ripensando all’innovatività delle proposte di cui Martini è stato capace negli ultimi anni.

Andrea Costanzo Martini
Andrea Costanzo Martini

Non si dimenticano, infatti, certi suoi lavori come il masterpiece “Scarabeo”, del 2016, capace di una poetica in forte ed originale controtendenza rispetto ai trend oggi in voga per la maggiore dell’audience engagement. Una creazione eccezionale nel senso più letterale del termine, disposta, com’era, all’esibizione di qualcosa di ineguagliabile e mai visto prima. Un modo, in quel caso, di pensare il suono nello spazio scenico e performativo che modellava movimenti capaci di far immaginare la presenza di oggetti in realtà assenti: come spostare con il corpo un pesante oggetto metallico, ma senza avere l’oggetto stesso tra le mani, e soltanto, invece, stimolando l’immaginazione fisica degli spettatori, servendosi dei limiti di un suono capace di suggerire forme e dimensioni.

Ma ciò che più rimane impresso di tutti i lavori di Martini è forse la sua personalissima mobilità, dotata di un’unicità capace già in sé stessa di portare una propria forma di novità sulla scena contemporanea. Un modo del corpo che, si sarà sinceri, non sempre i suoi interpreti sono stati in grado di eguagliare nelle creazioni coreografiche, mostrando la difficoltà di portare in scena lo slancio intuitivo di alcuni movimenti troppo propri di un corpo non loro, e davvero forse solo di Andrea Costanzo.
Una corporeità inimitabile che, durante la lezione di giovedì scorso, non ha mancato di mostrare le proprie potenzialità comunitarie e pedagogiche, con l’invito a non mettere mai in pausa il proprio body-movement, come il gaga sempre impone: una fixed rule che neppure il coronavirus è stato in grado di fermare.

Per maggiori informazioni sulle lezioni in streaming ogni giorno: https://www.gagapeople.com/en/gaga-online/

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