Gender Bender è da sempre in dialogo con le esperienze artistiche più innovative prodotte su questi temi in ambito internazionale. Anche quest’anno Gender Bender è l’occasione per poter vedere opere e artisti contemporanei provenienti da Canada, Gran Bretagna, Paesi Bassi, Svezia, Giappone, Stati Uniti, Spagna, Svizzera e Francia.
Apre idealmente il programma il ciclone Nigel Charnock – membro fondatore della storica compagnia inglese DV8 Physical Theatre – in un assolo straordinario in prima nazionale in cui mette il suo cuore a nudo invadendo letteralmente la scena con la danza, il canto e la parola, in un vortice di energia dove l’anarchia diventa forma. Segue lo sguardo originale del giovanissimo enfant prodige del cinema canadese Xavier Dolan – due film selezionati al festival di Cannes e quattro premi prima dei 21 anni – puntato su di una storia di amori impossibili tra due ragazzi ed una ragazza nel bellissimo Les Amours Imaginaires; i potenti scatti fotografici delle donne ritratte in giro per il mondo dal fotografo francese JR nel documentario Women Are Heroes presentato in anteprima nazionale; le donne in Equilibrio del brillante coreografo spagnolo Daniel Abreu; la straordinaria comicità della compagnia di danza inglese Lost Dog con il loro circo sgangherato di It Need Horses, celebrato dalla critica e dal pubblico con il premio The Place a Londra; la ricerca in libertà della propria identità dei due giovani danzatori della coreografa svizzera Tabea Martin che nello spettacolo Duet For Two Dancers in prima nazionale si interrogano su che cosa significhi “essere una ballerina” o “non essere un ballerino”; lo struggente ritratto cinematografico di Pyuupiru, l’artista giapponese transessuale protagonista con i suoi iperbolici travestimenti della Fiera d’arte di Yokohama e della campagna Absolut Vodka.
In occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, l’edizione di quest’anno dedica anche un focus particolare a quegli artisti italiani che hanno saputo gettare uno sguardo lucido e coraggioso sul nostro Paese.
Daniele Del Pozzo, direttore artistico del Festival, scrive: “La 9° edizione porta il titolo de La Traviata Norma e vuole essere un omaggio all’omonimo spettacolo messo in scena 35 anni fa da Mario Mieli – teorico e protagonista del movimento di liberazione gay degli Anni ‘70 – ed una chiave di lettura dell’Italia di oggi, un Paese continuamente in bilico tra melodramma di accatto e figure illuminate. Un luogo surreale in cui le contraddizioni e gli ossimori sono il pane quotidiano; un Paese esitante tra slanci verso la modernità e repentine fughe verso i lidi sicuri del consenso. La Traviata Norma, perché a volte solo tradendo le regole e le stanche consuetudini è possibile trovare delle risposte alle domande che ci vengono poste dal nuovo che avanza.” Per farlo si accompagna a bambini e persone anziane, in un viaggio ideale che lega insieme più generazioni e che spazia dalla memoria storica di Lucy, sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti e all’Italia fascista e diventata donna negli anni del boom economico, protagonista del documentario Essere Lucy di Gabriella Romano, ai bambini delle famiglie arcobaleno, figli e figlie di genitori gay e lesbiche, raccontati nel documentario Il lupo in calzoncini corti di Nadia Dalle Vedove e Lucia Stano.
Per illustrare questa Italia, Gender Bender ha scelto le fiabe crudeli di Grimmless della Compagnia Ricci/Forte raccontate per anestetizzare il nostro oggi quotidiano e precario con le bolle di sapone di un magico lieto fine; la bellezza e la fragilità dei corpi non più giovani di sei donne over 60 messe in scena dalla giovane coreografa Silvia Gribaudi nello spettacolo Non è mai troppo tardi; i romanzi di Walter Siti: una finestra spalancata su Pasolini, fiction TV, marchette palestrate e storie d’amore gay; i Piccoli uomini di Lidia Ravera, un ritratto degli uomini della nostra classe politica in ordine alfabetico, da Alemanno fino a Zaia, raccontati con lo stesso sguardo a cui gli uomini sottopongono le donne e giudicati sulla base della bellezza, dell’età e del sex appeal; il nuovo libro a cuore aperto di Michela Marzano, una delle menti più lucide e brillanti oggi in Italia; lo sguardo dell’artista visiva Marta Dell’Angelo, che si interroga sulla relazione tra corpo e codici sociali e che le permette di giocare in leggerezza con la rappresentazione del corpo femminile carico di tabù e stereotipi; i vecchi e nuovi tradimenti del cuore narrati da Mario Fortunato in Allegra Street.
Il tutto accompagnato da una colonna sonora d’eccezione, quella di Sorelle d’Italia, attraverso la quale giovani band e musicisti avranno la possibilità di reinterpretare dal vivo i cavalli di battaglia delle protagoniste femminili della canzone italiana, contendendosi un premio di 1.000 euro in Gender Bender Jukebox Competition!
Dal 2003 Gender Bender ricerca in ambito internazionale artisti visivi, musicisti, registi cinematografici e teatrali, coreografi e scrittori che producono visioni e immaginari innovativi e costruttivi, legati alle identità di genere maschile e femminile, alle differenze di orientamento sessuale e alla rappresentazione del corpo nella contemporaneità.
Il Festival è diventato un evento culturale unico nel suo genere, grazie alla spiccata originalità della sua forma e all’acutezza con cui indaga le profonde trasformazioni sociali e i rapidi cambiamenti della cultura contemporanea. Da cinque anni Gender Bender è gemellato con Soggettiva, la rassegna di cultura lesbica contemporanea, curata e organizzata dall’associazione ArciLesbica Bologna.
Gender Bender è promosso da Il Cassero Gay Lesbian Center che realizza da più di venticinque anni progetti dedicati alle differenze di orientamento e identità sessuale. Svolge in Italia un ruolo di primo piano in campo culturale, artistico, politico e sociale con l’obiettivo di promuovere la cultura dei diritti e delle libertà civili delle persone gay, lesbiche e transessuali. Nel 2002 ha ricevuto dal Comune di Bologna una nuova sede all’interno della Manifattura delle Arti, il nuovo polo culturale della città.
Gender Bender fa parte della Rete dei Festival del Contemporaneo di Bologna insieme a FISCO, Netmage, Future Film Festival, Angelica, BilBolBul e Biografilm.