Orson Welles’ Roast. Giuseppe Battiston arrostisce il genio

Giuseppe Battiston
Giuseppe Battiston
Battiston nei panni di Orson Welles (photo: fondazionetpe.it)

Giuseppe Battiston, attore pluripremiato e recentemente sul grande schermo in Si può fare di Giulio Manfredonia, porta a Roma uno spettacolo scritto insieme a Michele De Vita Conti e da lui stesso interpretato: un ritratto del geniale Orson Welles.
Il testo, letteralmente “l’arrosto di Orson Welles”, è tratto da numerose interviste rilasciate dal regista stesso e racconta alcuni aneddoti della vita del grande cineasta statunitense, attraverso alcune iniziali riflessioni sul cibo, per passare poi alla sua meno famosa carriera teatrale, alla fortunata trasmissione radiofonica e, infine, al suo musical su Cole Porter.

L’attore entra in scena impersonando il fantasma del grande regista. Rivolto ad una platea dei giorni nostri, porta un accappatoio bianco, fuma continuamente un sigaro cubano e parla un buon italiano dall’accento americano. Interessante l’ambientazione, una via di mezzo fra un palco teatrale durante le prove e l’angolo di un set cinematografico. Elemento metateatrale come il comportamento di Welles/Battiston, che si rivolge spesso direttamente al pubblico e chiama a più riprese il datore luci per accendere o spegnere questo o quel faro.

Lo spettacolo è una chicca per cinephiles, anche se molto di ciò che racconta Battiston può apparire scontato per il pubblico colto della XV edizione de Le vie dei festival, rassegna romana che ospita lo spettacolo.
Il monologo ha una certa coerenza drammaturgica e l’attore è sicuramente bravo ad immergersi in un personaggio così eclettico, pur mettendoci del suo attraverso alcune improvvisazioni a tratti esilaranti. Battiston dipinge un Welles cinico, un genio maledetto e spietato, a tratti cattivo, ed è credibile nella parte grazie a una certa immedesimazione e alla somiglianza fisica.
Tuttavia rimane il dubbio sulla reale necessità di uno spettacolo come questo, che pare solo un esercizio intellettuale fatto da e per amanti del genio di Welles. Sarebbe valsa la pena, forse, di costruirci sopra una storia più originale, approfondendo i particolari: osare di più invece che mettere in scena un mero tributo su uno dei personaggi chiave del Novecento. Abbiamo forse imparato qualcosa di più sulla vita dell’autore di Citizen Kane, ma non ci siamo emozionati come a teatro pretendiamo di fare.

Orson Welles’ roast
scritto e diretto da: Michele De Vita Conti e Giuseppe Battiston
regia: Michele De Vita Conti
con: Giuseppe Battiston
musica originale: Riccardo Sala
produzione: Fondazione Teatro Piemonte Europa
durata: 53’
applausi del pubblico: 2’38’’

Visto a Roma, Teatro Biblioteca Quarticciolo, il 3 dicembre 2008

Le vie dei festival

1 Comments

  1. says: Ranieri

    ORSON WELLES’ ROAST all’Ambra Jovinelli 30 ottobre 2019: Spettacolo insulso. Chi conosce Orson Wells ha visto un penoso autoincensamento di un personaggio che non lo avrebbe mai fatto, senza alcuno spunto o inventiva originale, anche intellettualmente zero. Ridicolo poi il finto accento inglese mal riuscito e quasi irritante dopo i primi 10 minuti. Sembra una “scenetta” al livello di quelle che fanno le squadriglie scout intorno al fuoco da campo ai campeggi. Nessuna introspezione psicologica del personaggio. Eppure il tema scelto avrebbe permesso uno spettacolo di alto livello se il testo fosse stato scritto da un autore più professionale. Peccato.

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