Storm end come. La danza israeliana di Yasmeen Godder a Civitanova Danza

Yasmeen Godder
Yasmeen Godder
Storm end come (photo: Gadi Dagon)

Nata a Gerusalemme, cresciuta a New York, rientrata di recente nel suo Paese dove ha base a Jaffa, vicino a Tel Aviv, Yasmeen Godder è uno dei talenti che la danza israeliana esporta nel mondo. Un particolare legame creativo si è instaurato con l’Italia nel luglio dello scorso anno, quando per l’Opera Estate Festival di Bassano del Grappa aveva presentato una creazione site-specific per la storica distilleria di grappa Bolle Nardini.
Il lavoro aveva rappresentato il nucleo embrionale dell’ultima creazione dello Yasmeen Godder Dance Group “Storm end come”, che ha poi debuttato a Tel Aviv il 29 giugno scorso ed è arrivato, per la prima italiana, a Civitanova Marche la scorsa settimana, ospite del festival Civitanova Danza.

Un teatro nudo e un set rigoroso, in cui predomina il bianco, accolgono il pubblico. Un solo dà l’avvio allo spettacolo, potente, misterioso: un corpo scosso dall’interno che si trascina nello spazio di una luce bianca che coinvolge gli spettatori. Piano la scena si popola di altri individui che si incontrano, si scontrano, scambiano identità e ruoli, in un continuum di gesti convulsi e relazioni esplosive. Riti di seduzione, complicità, giochi di potere vengono giocati su un ritmo che si ripete costantemente senza trovare una soluzione drammaturgica, un crescendo che, arrivato al parossimo, si calma per ricominciare, senza tregua.

Ogni tanto i danzatori si fermano e interrogano lo spazio circostante con lo sguardo, quasi a svelare un paesaggio che però non viene mai creato, cosicché il gesto resta un’azione retorica aggrappata al nulla. E poi ricomincia l’agitare convulso dei corpi, che nel caos mangia la visione del gesto negandogli la possibilità di farsi cumulo di emozione.

Della miriade di segni tracciati non resta memoria, il troppo pieno impedisce l’apprezzamento e il ricordo. Espressioni di costante libidine segnano i volti dei danzatori nel loro strusciarsi, toccarsi, prendersi e malmenarsi; ma questo senso non arriva ai corpi, rimanendo una maschera forzata e alla lunga logorante. Le singolarità si sommano e si elidono, nessuna diventa così potente o costruita da attrarre lo sguardo. Fino ad arrivare alla scena finale, in cui il crescendo di una danza circolare porta una danzatrice ad elevarsi sugli altri e da lì cadere rompendo il cerchio. Senza una giustificazione il gioco si interrompe e i danzatori, stupiti e confusi, escono di scena, di nuovo tornati, dopo la coralità della danza, alla loro singolarità che li allontana gli uni dagli altri.

STORM END COME
coreografia: Yasmeen Godder
co-direttore artistico e drammaturgia: Itzik Giuli
danzatori-creatori: Dalia Chaimsky, Shulamit Enosh, Tsuf itschaky, Danny Neyman, Anat Vaadia, Sara Wilhelmsson
musiche:Haisch “1992”
luci: Omer Sheizaf
produzione: Yasmeen Godder Studio
coproduzione: Culturescapes- Basel-Svizzera; Grand Theatre Groningen-Paesi Bassi; Centro per la scena contemporanea-Bassano del Grappa-Italia
in collaborazione con Ufficio Culturale dell’Ambasciata di Israele
durata: 60’
applausi del pubblico: 4’

Visto a Civitanova Marche, Teatro Annibal Caro, il 9 luglio 2011

0 replies on “Storm end come. La danza israeliana di Yasmeen Godder a Civitanova Danza”