Gospodin è un eroe dei nostri tempi. Si potrebbe anche definire un antieroe, perché a prima vista di eroico non ha proprio niente. Se però si analizza a fondo la sua figura e, soprattutto, il suo contesto sociale, può essere visto come un vero guerriero, un combattente senza eguali che resiste, tenacemente, allo sgretolarsi della coerenza umana.
Tutto crolla intorno a Gospodin: si frantuma il rapporto con la fidanzata, muore la prospettiva lavorativa che lo vede sempre più estraneo e critico rispetto ad un impiego in quel mondo capitalista che tanto odia, tutti lo abbandonano eppure non lo lasciano in pace, a dormire sulla paglia in una casa ormai vuota di tutto, perfino del suo lama, con cui riusciva a raccattare qualche mancia per strada, sequestratogli da Greenpeace.
Fino all’arrivo in carcere, dove troverà il luogo in cui poter vivere senza soldi e senza dover compiere delle scelte.
E’ una situazione di contemporanea ed estrema precarietà, in cui tragedia e commedia si intrecciano così come i corpi dei tre attori in scena, che si mescolano alle proiezioni, al video mapping e alle animazioni di cui Giorgio Barberio Corsetti, alla regia, è stato precursore nel teatro italiano.
Il testo intelligente del giovane autore tedesco Philipp Löhle, che a Berlino collabora con il Maxim Gorki Theater,ruota tutt’intorno alla disillusione di un protagonista stanco ma deciso a non mollare nella sua risalita controcorrente. Lo spettacolo sancisce un po’ il ritorno in teatro di Claudio Santamaria, più che mai adatto ad un ruolo che calza a pennello.
Al Teatro della Tosse di Genova dopo le repliche torinesi, Santamaria affronta una performance non breve (un’ora e mezza) resa più difficile dalla slogatura alla caviglia che lo ha portato in ospedale il pomeriggio della replica (ricordando un po’ quanto era accaduto a Federica Fracassi quest’estate al Festival delle Colline Torinesi), e che lo fa piangere dal male quando, arrivato alla fine, può finalmente abbandonarsi ai lunghi applausi.
Al fianco di Santamaria un’attrice di grande capacità, Valentina Picello, che interpreta tutti i ruoli femminili esasperando la vena comica dello spettacolo, mentre i ruoli maschili sono affidati a Marcello Prayer.
Ogni ambiente è definito dalle proiezioni che colorano tre semplici pannelli di legno, fondali ma anche veri e propri oggetti con cui interagire una volta ribaltati dagli attori.
Barberio Corsetti, come spesso accade nei suoi lavori, cura anche le scene insieme a Massimo Troncanetti, costruendo un meccanismo che si muove bene anche se a tratti troppo lentamente in termini di ritmo generale, facendo perdere un po’ d’efficacia allo spettacolo.
Gospodin
di Philipp Löhle
regia: Giorgio Barberio Corsetti
con: Claudio Santamaria, Valentina Picello e Marcello Prayer
traduzione: Alessandra Griffoni a cura del Goethe Institut
scene: Giorgio Barberio Corsetti e Massimo Troncanetti
costumi Francesco Esposito
luci Gianluca Cappelletti
graphics Lorenzo Bruno e Alessandra Solimene
video Igor Renzetti
musiche Gianfranco Tedeschi e Stefano Cogolo
regista assistente Fabio Cherstich
una produzione: Fattore K. / L’UOVO Teatro Stabile Di Innovazione
in collaborazione con Romaeuropa Festival
si ringrazia Progetto ABC Arte Bellezza e Cultura, Rialto Santambrogio, Cinepizza
durata: 1h 30
applausi del pubblico: 4′ 22”
Visto a Genova, Teatro della Tosse, il 5 dicembre 2014