L’Hamlet di William Shakespeare nella versione di Lenz Rifrazioni in collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale dell’Ausl di Parma
L’“Hamlet” di Lenz Rifrazioni, tratto dal capolavoro di William Shakespeare, è interpretato da un gruppo di attori sensibili e da ex lungo degenti psichici del manicomio di Colorno, che da oltre dieci anni sperimentano le proprie capacità espressive in un laboratorio permanente condotto dalla compagnia parmense.
Lo spettacolo rappresenta l’ultima tappa di una lunga e profonda esperienza artistica iniziata da Lenz Rifrazioni nel 1999 in collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale dell’Ausl di Parma, e di cui Klp vi aveva già parlato in passato.
Affrontiamo ora un nuovo allestimento, strutturato su un denso esito teatrale frutto di un intenso impegno laboratoriale nato e cresciuto in collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale dell’Ausl di Parma.
Per l’occasione lo spettacolo viene allestito nel complesso architettonico della Reggia di Colorno, monumento che conserva il ricordo della presenza manicomiale, di alto valore simbolico ed emozionale per gli attori ex degenti che vi hanno trascorso parte della propria esistenza. Un percorso itinerante che si snoda tra le seicentesche sale del palazzo, suggestiva cornice per una storia del principe Amleto riletta e valutata attraverso un’indagine visiva, materica, per definire un nuovo orizzonte drammaturgico concreto costituito a partire dalle esistenze psichiche e materiali degli attori.
Inoltrandosi tra i corridoi della Reggia ci si imbatte così in un susseguirsi di stanze tramutate in involucri, dove la vicenda amletica viene scomposta, frammentata e parcellizzata in un corpus drammaturgico ri-tradotto da traduttori di forza, incarnati fisicamente dai corpi dei performer.
È un percorso che compie un continuo travaso fra installazione e performance, con proiezioni video che pervadono le pareti del palazzo, e immagini e azioni sceniche che si sciolgono e si liquefanno in una variegata intimità di poetiche percorse dagli attori.
Una creazione labirintica animata dai diversi echi interpretativi del testo shakespeariano, in cui le figure dei protagonisti vengono moltiplicate e lo stesso Amleto è ora principe, ora fantasma, ora Claudio, il re assassino. È la stessa forza visionaria degli interpreti che crea, inevitabilmente, altri turbamenti, altre riflessioni e suggestioni che fondano lentamente uno spazio mentale organico.
Gli attori indossano le parole di Shakespeare in una traduzione che scalza stereotipi e facilitazioni verbali per esaltare i punti oscuri o illuminare gli stridori del testo, per poi poco a poco perderle e ritrovarle, facendo emergere il loro modo di essere, il loro essere contrastato da quel continuo non essere che è stata la malattia, la follia, la reclusione, la separazione dal mondo, il faticoso ritorno, la tensione con un testo impregnato di politica follia.
I loro corpi appaiono come presenze spettrali, opache, assorbiti dal loro sentire psichico/emotivo che conduce ad un’auto rappresentazione, a una riscrittura del sé attraverso l’identificazione con il personaggio tragico.
Voci squillanti e ingarbugliate sotto cieli di affreschi in mezzo a nobili arredi, attori-personaggi che irrompono e rompono le mura che dovrebbero contenerli, aprendo panorami popolati da clown, relitti, fantasmi, coinvolgendo il pubblico in un dubbio sospeso tra contemplazione etica o estetica della tragedia.
H A M L E T
da Hamlet di William Shakespeare
creazione: Maria Federica Maestri, Francesco Pititto
drammaturgia, traduzione, imagoturgia: Francesco Pititto
musica: Andrea Azzali_Monophon
interpreti: Liliana Bertè, Franck Berzieri, Giovanni Carnevale, Guglielmo Gazzelli, Paolo Maccini, Luigi Moia, Lino Pontremoli, Delfina Rivieri, Vincenzo Salemi, Elena Varoli, Barbara Voghera, Mauro Zunino,
responsabile del progetto riabilitativo: Paolo Pediri
direzione scientifica: Rocco Caccavari
produzione: Lenz Rifrazioni
durata: 1h 11’
applausi del pubblico: 48’’
Visto a Colorno (Pr), Reggia di Colorno, il 16 ottobre 2011