Il tentativo maldestro di esorcizzare la vecchiaia e la morte, sulla scia di personaggi come Faust e Dorian Gray.
Un soggetto attualissimo “Il ritorno di Casanova” di Arthur Schnitzler, appena andato in scena al Piccolo Teatro di Milano.
Sandro Lombardi, affiancato da Alessandro Marini e come sempre diretto da Federico Tiezzi, interpreta un Casanova sul viale del tramonto, non ancora dimissionario da avventure erotiche.
Tra candelabri spenti davanti a un fondale azzurro chiaro, nelle tenebre che avanzano timidi sprazzi di luce sul suo viso di biacca, procede a fatica un uomo tisico e goffo.
Percussioni e violoncello dal vivo introducono il monologo, segnano cesure, sottolineano lo spietato incontro tra eros e morte.
Una silente figura lugubre in mantello nero e maschera bianca, del tutto affine alla poetica di Kubrick nello schnitzleriano “Eyes wide shut”, fronteggia a lungo il protagonista prima di smascherarsi, di tradursi in un giovane aitante, rivale in amore, controfigura dello stesso Casanova del bel tempo che fu.
Dopo la fuga dal carcere dei Piombi, Casanova pare aver di mira solo il ritorno nell’amata Venezia. Ma gli basta un fugace incontro con la giovane Marcolina per ridestarne i bollenti spiriti. Non lo scoraggia lo sguardo freddo e indifferente che lei gli riserva, che gli scatena un mix esplosivo di desiderio e disperazione. Casanova s’inserisce nel ménage tra la ragazza e il suo amante, il bellimbusto sottotenente Lorenzi. Le conseguenze saranno devastanti.
Una storia accattivante, proprio a causa dell’ipocrisia che dispensa sapientemente al pubblico. Per una trama invereconda, che la presenza scenica di Lombardi prova a rendere avvincente. Barzelletta dilatata ad arte, per la pruderie di un pubblico in vena di finte trasgressioni.
Il duo Lombardi-Tiezzi esplora, mediante la riscrittura di un’opera di un secolo fa, il nuovo idolo dei nostri tempi: il mito dell’eterna giovinezza. Un mito che propone modelli fisici irraggiungibili, fonte di frustrazioni, paragoni e disagi.
Il nemico da combattere è l’età che avanza. La giovinezza è l’unico periodo che vale la pena vivere. Il risultato è che molti s’illudono, confidando in qualche miracoloso elisir blu o intervento chirurgico, di cristallizzare seduzione e vigore del corpo, così da renderli intramontabili. E invece qui, sulla scena, resterà solo un disarmante corpo inerte.
Tiezzi e Fabrizio Sinisi trasformano uno dei capolavori narrativi di Arthur Schnitzler in un’opera teatrale narrata in prima persona. Rivelano la tragicommedia della coscienza moderna, sganciata dai valori della tradizione, attenta ai propri istinti e ai propri falsi valori. Il testo che riscrivono a quattro mani mette in luce i lati più oscuri dell’animo umano. In qualche modo si ricollega alla mitologia greca. È la moderna favola di Narciso, con risvolti più macabri e inquietanti.
Lombardi dà vita a un monologo impeccabile in cui nessun acuto, borbottio, rantolo, guaito, è fuori posto. La sua voce, i suoi gesti, danno spessore all’incedere ingravescente del suo personaggio.
Tuttavia pare di assistere a un audiodramma, dove contano solo la forza della recitazione, la capacità di modulare la voce, il dosaggio sapiente dei toni, dei ritmi e delle pause.
Gli estemporanei commenti sonori, il fondale che si tinge in extremis del rosso-passione dei sentimenti e della violenza, l’espediente di una maschera inattiva che si trasforma in personaggio, non bastano a ravvivare una pièce che andava forse un po’ “sporcata”. E che pare reggere soprattutto grazie al solido mestiere dei protagonisti, alla bellezza di un testo ben riscritto, a una durata dello spettacolo che resta al di qua della soglia di sopportabilità.
IL RITORNO DI CASANOVA
di Arthur Schnitzler, traduzione, adattamento e regia Federico Tiezzi
drammaturgia Sandro Lombardi e Fabrizio Sinisi
costumi Giovanna Buzzi
luci Gianni Pollini
con Sandro Lombardi e Alessandro Marini
musiche eseguite dal vivo in collaborazione con Conservatorio di Musica Luigi Cherubini-Firenze, Museo Nazionale del Bargello
Produzione Compagnia Lombardi Tiezzi
durata: 1h 10’
applausi del pubblico: 2’
Visto a Milano, Piccolo Teatro Studio Melato, il 27 maggio 2016