Armunia post-2010: Andrea Nanni succede a Massimo Paganelli. La dialettica del possibile

Inequilibrio festival 2010

Inequilibrio festival 2010Tesi:
Tentare è meglio, come tentano le stelle
far luce, far luce, far luce, e poi spegnersi insieme
(Franco Loi)

Partiamo da un’ipotesi per assurdo, ossia prendendo per vero l’assunto di Florenskij quando dice che “ogni atto di cultura è verità”.
Se accettiamo questo punto di partenza come un assioma, e leggiamo, sempre in un ragionamento ipotetico, tutti gli atti compiuti durante questi molti anni di Armunia sotto la direzione di Massimo Paganelli (14 per l’esattezza), siamo davanti a una lunga serie di verità.
‘Veri’ sono quindi gli spettacoli che sono nati, cresciuti, passati per il festival Inequilibrio e che hanno fatto gran parte della storia del teatro italiano degli ultimi vent’anni. ‘Veri’ sono i moltissimi  legami di amicizia, i rapporti di lavoro, i litigi, le rotture, le aperture, gli intrighi di corte e le storie d’amore che hanno preso vita durante questi anni, grazie a – o a partire da – atti di cultura. ‘Vero’ è allora anche lo spazio di possibilità offerto, uno spazio in cui la dignità non è vincolata all’utilità, in cui l’ossigeno non è legato al debito, in cui il fallimento (se l’artista è colui che meglio fallisce) non è per forza escludente.
Si badi che non parliamo qui solo di fatti, di cose che semplicemente ‘sono accadute’. Se si accoglie l’assunto iniziale, infatti, stiamo dicendo che tutto ciò che è successo, di cui i vecchi quotidiani o i memoriali riportano la cronaca, non è semplicemente un dato riconducibile a delle notizie: è una cosa che ‘ha a che fare con la verità’. Questo trasforma ciò che è semplice umana storia in “mito”,  il racconto di una creazione.

Antitesi:
Nelle parole siamo grandi e siamo onesti.
Soltanto nelle parole, ché nella vita
è la paura che si prende il resto.
(Franco Loi)

Passiamo ora alla cronaca, alla parola di servizio che, come tale, rischia sempre la menzogna, la demagogia, la propaganda e in cui, per tali ragioni, è difficile districarsi.
È domenica 21 novembre, siamo nella sala conferenze del Castello Pasquini di Castiglioncello, sulla costa livornese, in una mattina incerta che passa dal temporale a una bonaccia di sole. Il pomeriggio disegnerà un arcobaleno e poi chiuderà la giornata con un forte acquazzone prima del silenzio notturno – senza vento. Per oltre tre ore si alternano al microfono le voci più disparate, che hanno vissuto in diversi modi, con diversi ruoli, in diversi anni, Armunia, la storica associazione promotrice di tante iniziative tra cui il festival Inequilibrio – l’esito di centinaia di residenze artistiche. Ci sono i rappresentati delle istituzioni, tra cui il sindaco di Rosignano Marittimo, Alessandro Franchi, e la Regione Toscana rappresentata da Ilaria Fabbri. Lei, in particolare, tiene un discorso concreto, che prende impegni verso una realtà che bene conosce.
Nel corso della mattinata verremo a sapere che Armunia diventerà una fondazione; che Massimo Paganelli verrà succeduto da Andrea Nanni; e ascoltiamo le testimonianze di molte persone che sono altrettante vite di Armunia: arti visive, poesia, scuola, filosofia e teatro si intrecciano attraverso i racconti di chi, insieme a Paganelli e al suo composito staff, ha fatto ‘atti di cultura’.

Viscerale e toccante l’intervento di Giuseppe Danesin, uno dei protagonisti della storia, che ha fondato e reso possibile tutto questo e che ha invitato i politici a studiare di più, a non farsi bastare la macchina dei partiti.
Denso e ricco di spunti il discorso del filosofo Maurizio Iacono, che ha invitato a riflettere su come la cultura permetta di costruire delle possibilità e quindi di creare spazi di libertà all’interno di un mondo costituito.
Divertente e provocatorio l’attore Roberto Abbiati, che a nome degli artisti e del nuovo direttore Nanni ha chiesto il reintegramento di Paganelli.
Evocativo e pregnante è infine proprio Andrea Nanni che, con parole chiare a testimonianza di centratura e onestà intellettuale, ha esposto una linea programmatica in continuità con le caratteristiche dell’associazione: la centralità delle residenze non limitate a certe fasce anagrafiche, il legame tra le arti, la presa in carico della vivacità del luogo in cui Armunia sorge e si sviluppa.

Tutto questo è, molto stringatamente, un abbozzo del percorso di confronto realizzato a Castiglioncello, percorso che è impossibile riassumere con puntualità vista la disparità e la lunga lista degli interventi.
Ma la cosa che davvero è impossibile da riportare è l’aria di commozione e di attesa che si è respirata per tutto il giorno in questa ultima giornata di festival. Difficile dire, con le parole del giornalismo e della cronaca, la strana sensazione di presagio che sotterraneamente metteva sotto tiro gli artisti e le persone che hanno fatto fino a qui la storia di questo luogo e che grazie a questo luogo sono diventate anche altro da sé.

Sintesi:
Lasciamo allora la storia, ora che l’abbiamo attraversata, e torniamo alla parte ‘mitica’ di questa vicenda, intendendo il mito quale discorso originario, quale racconto del profondo e del nascosto. E le parole del mito sono, possono essere solamente, quelle della poesia.
Con queste infatti Paganelli ha voluto chiudere il suo ultimo festival da direttore, in un concerto-lettura del cantautore Bobo Rondelli assieme al poeta Franco Loi, ultimo incontro di Inequilibrio 2010 in cui gli artisti presenti, con una parrucca bianca come i capelli del ‘grande vecchio’ del teatro italiano – come è stato definito una volta – hanno steso uno striscione di ringraziamento con scritta una sua frase tipica: “La fai facile!”.
Sul palco, per gli ultimi applausi a Paganelli, anche Andrea Nanni, che ha accolto commosso e quasi imbarazzato i suoi primi applausi da direttore a Castiglioncello.
Torniamo allora anche noi là da dove siamo partiti nel tentare di restituire per iscritto quello che in realtà è tanto difficile da esprimere:

si scrive perché la vita sia più vera,
qualcosa che c’era, c’è, forse non c’è più.
(Franco Loi)

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