Questo aneddoto personale ci è venuto subito alla mente assistendo a Torino, durante il festival Incanti, al bellissimo spettacolo “Corazon, Corazon” di Bettini, KaSoKa e Molnàr.
Il lavoro nasce dal desiderio di rimettere in scena uno spettacolo che Giulio Molnàr aveva diretto nel 2002 per la compagnia berlinese KaSoKa, ricavato da una storia vera ambientata a Roma e rielaborata con le tre attrici del gruppo: Alexandra Kaufmann, Melanie Sowa, Eva Kaufmann, e con la partecipazione di Francesca Bettini per la scrittura.
“Corazon, Corazon” è rinato l’anno scorso in Italia con in scena, questa volta, oltre a Molnàr, Francesca Bettini, compagna di vita e di lavoro del regista ungherese, ed il giovane Paolo Colombo, figlio d’arte e promettente attore, che notammo la prima volta in uno studio per un “Frankenstein” messo in scena da Neville Tranter dello Stuffed Puppet Theatre.
Già l’inizio dello spettacolo è assai spiazzante, con l’arrivo della morte, interpretata dallo stesso Molnàr: una morte assai distinta, simile a quella de “Il settimo sigillo” per intenderci, che, addobbata di tutto punto con il suo tetro mantello, si siede compunta fra il pubblico.
Poi sul palcoscenico si addentra un giovane uomo, che inizia a raccontare una storia che parla di teatro, la storia della signora Morlupi. Ed ecco che, appena l’attore inizia a parlare, improvvisamente anche lei fa capolino sul palco.
La signora Morlupi è infatti la padrona del teatro, ne conosce tutti i ripostigli più segreti e gli adempimenti più consoni a tenerlo aperto. Sembra insensibile ad ogni aspetto esistenziale della vita ma, appena si mette a recitare i suoi unici due cavalli di battaglia (“Donna Rosita nubile” di Garcia Lorca e “Il Cantico delle creature” di San Francesco) il suo cuore prende vita e incomincia a battere.
La morte intanto si è alzata dal suo posto e si mostra molto affabile con lei; vorrebbe perfino recitare e lo fa a suo modo, in maniera assai sperimentale.
Purtroppo però i tempi sono duri e gli spettatori diminuiscono sempre più; il teatro è vuoto, finché una sera nuovi fan sembrano ravvivare la fiamma dell’arte. Ma è solo un’illusione.
La compagnia Prezzottella Protti, burattinai di provata e decennale storia, non sono infatti interessati all’arte ma al teatro della signora Morlupi e lei, controvoglia, per non farlo chiudere, accetterà di ospitarli, riempiendo così il teatro di bambini la mattina, e recitando per lei sola, la sera, i suoi monologhi preferiti. Ma l’odio per i ‘rivali’ è così forte che un giorno lo vomiterà fuori: i piccoli uomini di legno cominciano così a dialogare con gli astanti; tra loro c’è, come da tradizione, anche la morte, regina e padrona della nostra vita, che avrà l’onore di dialogare anche con la “grande” sorella.
Ovviamente se la porterà via la signora Morlupi la morte, quella vera, si intende, ma alla fine lei avrà recitato con i suoi piccoli nemici e lo stesso San Francesco disceso dal cielo la invaderà della sua grazia.
Nell’ultima immagine dello spettacolo, in controluce, saranno proprio i burattini ad essere padroni della scena, testimoni di un’arte intramontabile e piena di sorprese.
Come è nello stile di Molnàr, “Corazon, Corazon” risulta un composito e originale divertissement, di squisita fattura, in cui si parla di teatro mettendone alla berlina le manchevolezze e sottolineandone le grandi ricchezze, e dove alla tradizione del teatro di figura viene dato il giusto ruolo. Ma lo spettacolo affronta anche, e con gusto, la vita, il suo mutare e la passione che dovrebbe guidare tutte le nostre azioni.
Corazón Corazón
di: Bettini, KaSoKa, Molnàr
con: Francesca Bettini, Paolo Colombo, Giulio Molnàr
regia: Giulio Molnàr
luci: Simona Gallo
applausi del pubblico: 2′ 30”
Visto a Torino, Cavallerizza Reale, il 4 ottobre 2013