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Il guaritore incompiuto di Teatro Minimo

Il guaritore di Teatro Minimo
Il guaritore di Teatro Minimo
Michele Sinisi è Il guaritore di Teatro Minimo
Sorprende positivamente che una delle tematiche principali de “Il guaritore”, spettacolo scritto da Michele Santeramo e andato in scena a Pontedera per la regia di Leo Muscato, sia la maternità, con annesse relative problematiche, qui riassunte per estremi attraverso le due protagoniste: una che desidera un figlio e non può averlo, l’altra che si ritrova a voler interrompere una gravidanza indesiderata.
Diciamo questo perché il titolo potrebbe rimandare, per intuito, a qualcosa di magico e mistico. Ma non è solo così.

“Il guaritore” ci immerge in un mondo di sofferenza, messo in scena con molta ironia, in cui il protagonista (interpretato da un bravo Michele Sinisi) è appunto un guaritore, molto affezionato alla bottiglia, meglio se di grappa: un anziano barbuto e ipovedente, sospeso tra realtà e fantasia, ma dotato di un talento naturale che gli fa mettere in relazione le storie delle persone per farle guarire.

Co-protagonisti del lavoro, oltre al vegliardo, il fratello dello stesso, uno strano sarto con tendenze mistico-orientali (che potrebbe trovare asilo in una pellicola di Ozpetek), una giovane che si vuole liberare di un figlio del quale non conosce il padre, e infine una strana coppia: un ex pugile diventato “scemo” a forza di pugni e la sua dolce metà in crisi, alla ricerca di una tanto agognata maternità e di altri uomini.

Il testo di Michele Santeramo ha una forte componente ironica, mai volgare, spesso felice, grazie anche all’interazione fra Sinisi e Gianluca Delle Fontane. Sono loro a ben tratteggiare un’improbabile coppia di fratelli, orfani di madre, caratterizzata da battibecchi e scaramucce e da improvvise discese in una realtà umana fatta di sofferenze, frustrazioni e rabbie sopite – sottolineati da una scelta di registro “alto” -, realtà della quale il guaritore sembra essere il destinatario ultimo, una sorta di moderno Atlante che, per certi tratti, sembra esser vicino parente di uno di quei vecchi alcolizzati da romanzo russo.

I personaggi sono definiti da una sorta di dicotomia per sessi: la parte surreale, naif e meno “prosaica” è quella maschile; a questa si contrappone un universo femminile più reale, razionale e sofferente.

La partenza scoppiettante, immersa in una scenografia contraddistinta da una lunga panca di legno che taglia la scena in due, e il ritmo da subito brioso, fatto di scambi ironici coi tempi giusti, fanno presagire un lavoro riuscito.

Purtroppo le premesse non saranno poi del tutto mantenute. La materia non sembra infatti sviluppata appieno e si rimane invano in attesa di un’epifania, di uno sviluppo ulteriore, di uno scarto. La durata percepita supera quella effettiva, e ci sono momenti in cui l’attenzione cala. Si finisce così con un senso di incompiutezza, come se i personaggi non raggiungessero in scena una perfetta maturazione e non si rivelassero in tutta la loro potenzialità.

Il testo di Santeramo – vincitore della 51°^ edizione del Premio Riccione Per Il Teatro – pare più riuscito sulla pagina scritta che sul palco, e la regia di Muscato sembra a tratti rallentare l’andamento scenico con improvvise interruzioni.
Anche il tragico finale appare troppo sbrigativo, finendo col togliere qualcosa al lavoro.

Il Guaritore
di Michele Santeramo
regia: Leo Muscato
con: Vittorio Continelli, Simonetta Damato, Gianluca Delle Fontane, Paola Fresa, Michele Sinisi
scene e costumi: Federica Parolini
foto di scena: Matteo Leonetti
produzione e organizzazione: Luca Marengo per Teatro Minimo e Angela Colucci per Fondazione Pontedera Teatro
segreteria organizzativa: Lidia Bucci
produzione: Teatro Minimo e Fondazione Pontedera Teatro
coproduzione: Riccione Teatro, Festival Internazionale Castel Dei Mondi di Andria
in collaborazione con: Bollenti Spiriti – Regione Puglia, Assessorato alle Politiche Giovanili e alla Cittadinanza Sociale, Assessorato Alla Cultura del Comune di Bitonto

durata: 1h 05′
applausi del pubblico: 2′

Visto a Pontedera, Teatro Era, il 29 marzo 2014


 

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