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Il Matto 3: Loizzi al vetriolo sul “Naufragio dei Bambini”

Loizzi (photo: Eleonora Stevani)

Chi pensasse che sulla questione migranti lo Stato italiano abbia toccato il fondo in questo 2018, con i porti chiusi, le odissee nel Mediterraneo, le emergenze sanitarie, vada a teatro a vedere “Il matto 3” di Massimiliano Loizzi.
Questa produzione Teatro della Cooperativa di Milano, proposta all’Ex Fadda di San Vito dei Normanni (BR) all’interno della rassegna “Ad esempio a me piace il Sud”, è una farsa, una tragicommedia impegnata politicamente.

“Il matto 3” è il terzo capitolo di una saga sulle menzogne di Stato che ha già reso omaggio a Giuseppe Pinelli e Carlo Giuliani. Qui si parla invece di confini, partenze e naufragi. Uno spettacolo urticante tra pantomima e inchiesta. Una satira al vetriolo, proposta nei termini di un processo strampalato.

Abito rosso di lustrini, camicia nera, occhi spiritati, Loizzi incarna un Potere volgare e arrogante. L’anima nera sotto lo sfavillio rubicondo evoca il volto ipocrita della politica italiana. Anche la sinistra radical-chic nasconde un retrobottega fascista.

L’11 ottobre 2013, 268 persone muoiono in mare tra Italia e Malta per il ribaltamento di un peschereccio pieno di profughi siriani provenienti dalla Libia. La Marina Mercantile italiana potrebbe intervenire, ma nel rimpiattino delle responsabilità ognuno resta inerte. Sessanta vittime sono minorenni. L’episodio passa alla storia proprio come “il naufragio dei bambini”. Otto giorni prima c’era stata un’altra strage: 368 vittime al largo di Lampedusa. Presidente del consiglio è Enrico Letta del PD. La concatenazione delle due tragedie darà vita all’operazione “Mare Nostrum”.

Adesso, a distanza di cinque anni, il Mediterraneo è più che mai “mare mortuum”. Nel 2018 già 1.600 persone hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere le coste europee. Lo ricorda l’Unhcr, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati.

Ne “Il matto 3” s’intravvede la filigrana di un’altra produzione della Cooperativa, “La nave fantasma” con Renato Sarti e Bebo Storti, dedicata ai 283 morti di Portopalo, Natale 1996. Questo di Loizzi è però, a tutti gli effetti, un “one-man-show” cui non mancano la musica, la mimica, la poesia, l’improvvisazione.
Loizzi è mattatore con tre personaggi principali (il giudice fazioso, l’avvocato dal nome ridondante, l’avvocato controparte dei deboli) cui affianca una giostra di comparse: le autorità politiche e portuali italiane e maltesi, i profughi, personaggi come Renzi, Minniti, Letta, Civati o Salvini, figure storiche come Mussolini e Hitler. Persino Dio, Gesù Cristo e alcuni santi del paradiso intervengono in questa satira che alterna comicità ed elegia.

«La situazione è grave ma non è seria» sentenziava Ennio Flaiano. Nel naufragio della solidarietà, nelle derive ciniche che c’inchiodano alla vergogna, i rari passaggi d’umanità diventano doppiamente poetici. Come quando Loizzi cita Ayman Mustafa, medico di Aleppo, una moglie e una figlia perse nel naufragio: «Li riconosci gli anni migliori quando li stai vivendo, li riconosci fin quando non ti rendi conto che sono già passati. E ti resta quella strana sensazione che la vita ti sia scivolata fra le braccia e che il futuro sia sempre stato alle tue spalle».
In questo caos organizzato, ridiamo di una storia in cui non c’è nulla da ridere. Ridiamo per non piangere. Esorcizziamo la disumanità, la meschinità che ci attraversa e qualche volta ci seduce.
Smaliziato, inafferrabile erede di Paolo Rossi e Renato Sarti, Loizzi spazia tra vari registri. S’infila in un artigianato istintivo, dove la fantasia media con la realtà e asseconda i gusti del pubblico proprio mentre li urta.
Mala tempora currunt. L’arte non può esimersi dal cercare risposte. Questo teatro sferzante, anarchico, eretico, è più che mai necessario in un’Italia che appare dimissionaria dai valori della Costituzione.

IL MATTO 3
scritto, diretto e interpretato da Massimiliano Loizzi
direzione e organizzazione Patrizia Gandini
produzione Mercanti di Storie in collaborazione con il Teatro della Cooperativa

durata: 1h 45’
applausi del pubblico: 3’

Visto a San Vito dei Normanni (BR), Ex Fadda, il 24 agosto 2018

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