“Attraverso Caligola, per la prima volta nella storia, la poesia provoca l’azione e il sogno la realizza. Lui fa ciò che sogna di fare. Lui trasforma la sua filosofia in cadaveri. Voi dite che è un anarchico. Lui crede di essere un artista. Ma in fondo non c’è differenza. Io sono con voi, con la società. Non perché mi piaccia. Ma perché non sono io ad avere il potere, quindi le vostre ipocrisie e le vostre viltà mi danno maggiore protezione – maggiore sicurezza – delle leggi migliori. Uccidere Caligola è darmi sicurezza. Finché Caligola è vivo, io sono alla completa mercé del caso e dell’assurdo, cioè della poesia”.
(Discorso di Cherea ai senatori, Albert Camus, “Caligola”, 1941)
Un imperatore folle e crudele; la lotta insaziabile e avida tra la coscienza individuale e la burocrazia politica e intellettuale. Il tutto racchiuso in una scena claustrofobica fatta di specchi e nel corpo di un unico attore, Tiziano Panici, che si trasforma in donna, potente, bestia, folle, davanti gli occhi dello spettatore.
Gli specchi non sono che il prolungamento visivo e immaginifico del mondo già creato dal performer, con i semplici mezzi dell’arte attoriale, della potenza espressiva del gesto e della voce.
“In corpore. Banchetto liturgico per Caligola”, progetto teatrale dell’associazione culturale ArgoStudio e della Compagnia Ilaria Drago, è un monologo che si svolge su diversi piani del linguaggio teatrale contemporaneo: “dalla drammaturgia al lavoro sul corpo dell’attore, dall’uso delle videoproiezioni alla creazione di ambienti sensibili grazie all’uso del programma Isadora”.
Il dramma “Caligola” di Albert Camus viene sviscerato e riscritto da Tiziano Panici e Ilaria Drago lasciando emergere, oltre al sofisticato studio drammaturgico, i segni di una ricerca sulle potenzialità espressive dell’attore, la precisione dei movimenti, delle sequenze di azioni in relazione strettissima con un utilizzo della voce non tradizionale, in cui il suono ha lo stesso valore del significato delle parole.
Nel lavoro scenico del giovane attore Panici, direttore artistico dell’Argot Studio di Roma, si vedono tutti gli insegnamenti dei suoi maestri, soprattutto quelli di Augusto Omolu, Roberta Carreri e Roberto Latini.
Il risultato è la costruzione di un personaggio complesso, sfaccettato e ricco di ossimori caratteriali, un Caligola ossessionato dalla perdita della sorella/amante Drusilla e accecato dall’odio, dal rancore verso l’ingiustizia di un mondo governato dal caso dove gli dei non esistono, che uccide e distrugge per riempire la piaga del suo dolore.
Il personaggio è circondato da specchi che riflettono la realtà, ma distorta e filtrata dall’occhio della sua follia, dalle sue fobie e i suoi desideri irragiungibili. Un mondo di riflessi lo circonda rumoroso e vibrante, vivo a suo modo, opprimendolo in una gabbia in cui la sua immagine si moltiplica mostruosamente deformata in mille altri sé, fantasmi sconosciuti di un esistenza logorata e angosciata.
L’interazione dell’imperatore con le tante immagini che lo circondano, con le voci e i suoni che invadono lo spazio, non fanno che accrescere il sentimento di solitudine infinita, senza tempo, persa nella gabbia feroce della sua identità.
Tiziano Panici e Ilaria Drago mostrano attraverso la poesia del linguaggio e dell’immagine la genesi devastante del potere, con riferimenti sottili, ma estremente leggibili con l’attualità politica e sociale che ci circonda, mostrando il corpo martoriato di chi scala la vetta dell’autocontemplazione e del senso di onnipotenza. Una strada che conduce solo alla disgragazione esistenziale, verso l’abbrutimento e la distruzione di rapporti umani. Il personaggio, come mille schegge di specchi in frantumi si sgretola, distrugge la sua umanità.
In una scenografia essenziale ma di forte impatto, e con un disegno luci ben strutturato ed evocativo, Tiziano Panici dimostra appieno il suo talento di attore, pur non essendo ancora definito completamente in un’identità artistica propria, ma sicuramente in corsa verso di essa.
In Corpore. Banchetto liturgico per Caligola
con: Tiziano Panici
regia: Tiziano Panici e Ilaria Drago
accompagnamento drammaturgico: Ilaria Drago
scena e progetto visivo: Andrea Giansanti
musiche originali-sonorizzazioni: Marco Guidi
disegno luci: Javier Delle Monache
produzione: Ass. Cul. Argot Studio- Compagnia Ilaria Drago- Magazzini della Lupa-Argot Produzioni
durata: 60′
applausi del pubblico: 2′
Visto a Roma, Teatro Sala Uno, l’8 maggio 2011