Ad AstiTeatro è proseguito il progetto che vede in scena Marina Occhionero, Alessandro Bay Rossi, Dario Caccuri e Luca Tanganelli
E’ tornato quest’estate ad AstiTeatro “Progetto Hitler”, stavolta col secondo capitolo dal titolo “Incendi”. Il primo, “La Gloria”, del quale avevamo già parlato, aveva vinto Forever Young 2019/20 ed è stato candidato agli Ubu 2021 come miglior testo italiano o scrittura drammaturgica.
Con immutata qualità, “Incendi” prosegue nel raccontare l’universo nel quale prende vita il nazismo. Ma lo fa da un punto di vista particolare, precedente ai fatti che tutti conosciamo (almeno fino a questa seconda parte) e con una scrittura, merito di Fabrizio Sinisi, davvero eccellente.
Se nella prima parte gli eventi avevano luogo a Vienna, dove un giovanissimo ragazzo assisteva con rabbia al mancato decollo delle proprie ambizioni artistiche fra innamoramenti, tradimenti, gelosie e il non riuscire ad avere un ruolo, se non marginale, nella giovane comunità del suo tempo, in questa seconda parte Hitler non appare mai, pur essendo sempre incombente. E’ una figura citata, evocata spesso ma sullo sfondo di quello che vuole essere un affresco della Berlino nei primi anni Trenta del Novecento.
La regia conserva la stessa cifra stilistica, prediligendo il palco pressoché vuoto e proponendo i video di Leo Marati (con immagini del periodo) ad occupare la quasi totalità del fondale.
Una coppia di vecchie sedie da cinema vengono spostate dagli attori e utilizzate come unico elemento di arredo per i vari ambienti.
Protagonista del plot è una giovane spaesata ed entusiasta, giunta in città dalla provincia per insegnare filosofia in una scuola superiore, interpretata da Marina Occhionero.
La ragazza assapora entusiasta il clima di libertà e sperimentazione che la capitale tedesca di quegli anni offre, ma si trova poco a poco, come un Pinocchio fuori epoca, a dover scegliere tra due strade sempre più nette e distanti. Da un lato due affascinanti amici (un po’ come il gatto e la volpe), vestiti di nero, le propongono una quotidianità fatta di scorribande notturne, arte, creatività ma anche utopie che sembrano concretizzarsi nelle parole di un giovane Hitler sempre più popolare e in voga; dall’altro l’incontro con un giovane e misterioso operaio, disoccupato e depresso, lontano da feste e sfarzi, che le offre, gratuitamente, un modesto alloggio in un quartiere periferico della città. Questo ragazzo vuole impegnarsi politicamente contro l’ascesa dei nazisti ma non riesce a prendere una posizione precisa, smarrito e spaventato.
Le origini ebree della giovane si svelano nelle chiamate alla madre, a cui esplicita tutto il suo tormento (interiore e non risolto) rispetto a quale via imboccare. Lottare contro un’ideologia predominante o farne esplicitamente parte?
Le premesse per una scelta obbligata dagli eventi ci sono tutte, ma la delicata faccenda non si conclude e lascia intuire che il progetto avrà ulteriori sviluppi.
Una performance ben recitata da un gruppo di giovani attori calati in ruoli complessi e diretti con sapienza da Mario Scandale, che affida agli interpreti la quasi totalità dello spettacolo in assenza di ulteriori elementi scenici significativi.
Incendi, Progetto Hitler, secondo capitolo
di Fabrizio Sinisi
con Alessandro Bay Rossi, Dario Caccuri, Marina Occhionero, Luca Tanganelli
regia Mario Scandale
luci Camilla Piccioni
video Leo Merati
assistente alla regia Marialice Tagliavini
produzione La Corte Ospitale, Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico
durata: 1h 15′
applausi del pubblico: 2′ 45”
Visto ad Asti, Teatro Alfieri, il 30 giugno 2022
Prima nazionale