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Influenza. InQuanto Teatro fra memoria e invenzione

Photo: inQuanto Teatro

Photo: inQuanto Teatro

“Non siamo liberi. Siamo chiusi dentro il nostro corpo. Siamo legati alla nostra storia”.
Si presenta così l’incipit del foglio di sala di “Influenza”, spettacolo ideato da Floor Robert, coreografa italo-olandese della giovane compagnia inQuanto Teatro, finalista di Dna Appunti coreografici – Romaeuropa e progetto vincitore del bando Siae S’illumina.

In scena dal principio vediamo un solo corpo, quello di Floor Robert, giovane contadina bionda quasi eterea (è questa la nostra percezione, ma potrebbe essere diversa da quella dello spettatore che abbiamo accanto), il viso duro e le forme morbide, che altrettanto morbidamente si muove in uno spazio delimitato da un gruppo di palloncini verdi, a segnare un non luogo, a creare un non spazio d’appartenenza.

“Influenza” è come un libro illustrato, raccontano gli autori. Scorre tra immagini d’amore, di conflitto, d’apparente equilibrio e instabilità costante. Tre i protagonisti in scena: la danzatrice Floor Robert, il danzatore Francesco Michele Laterza e l’attore Giacomo Bogani.
Le coreografie si susseguono a un ritmo sostenuto e a tratti onirico. La protagonista sembra ricordare un passato che non può e non vuole dimenticare. Laterza e Bogani paiono elementi di pretesto per il racconto, espedienti scenici per dar voce ad emozioni perdute in cui rispecchiarsi, con le quali ricordare.
Il lavoro con i palloncini evoca un tempo lontano, come se Floor Robert fosse una di quelle statuine di piombo di un’altra epoca, ferme sulla scena eppure mobili, mosse dalle mani invisibili di un bimbo fuori campo.

La coreografia è interessante e mostra l’abilità del gruppo nell’interazione e nella costruzione della relazione scenica.
La protagonista è brava, si muove con grazia e coscienza dell’atto scenico. L’azione però non arriva fino in fondo. La poetica del gesto non accompagna davvero lo spettatore, che resta sospeso tra realtà e finzione. Il viaggio nasce e cresce; serve a mostrare tutto ciò che non c’è. E nonostante questo, ci influenza.
La restituzione resta però un po’ nella riflessione, come se il ragionamento sotteso, il pensiero di fondo, comprimessero la poesia, rinchiudendosi in un intellettualismo astratto che fatica ad uscire, totalmente libero, dal corpo, così a rammentarci le parole con cui tutto aveva avuto inizio: “Non siamo liberi. Siamo chiusi dentro il nostro corpo”.

INFLUENZA
ideazione e coreografia Floor Robert
con Floor Robert, Giacomo Bogani, Francesco Michele Laterza
musiche Manuele Atzeni, additional production by UXO
uno spettacolo di inQuanto teatro – anno 2015
col sostegno di Fondazione Fabbrica Europa, CSC Centro per la Scena Contemporanea – Operaestate Festival Veneto, Romaeuropa Festival, Le Murate. Progetti Arte Contemporanea, spazioK_kinkaleri, Sosta Palmizi, Samotracia/Associazione Punto A Capo, Teatri Sospesi, CS376

durata: 40’
applausi del pubblico: 2’

Visto a Milano, Zona K, il 25 maggio 2017

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