Interplay 23: una polifonia di danze dal contemporaneo accende Torino

Carlo Massari in apertura il 23 (ph: Guido Mencari)
Carlo Massari in apertura il 23 (ph: Guido Mencari)

Natalia Casorati festeggia i 30 anni di attività di Mosaico Danza con il festival in scena dal 23 maggio al 10 giugno 

Trent’anni di attività per Mosaico Danza, che verranno festeggiati in occasione della 23^ edizione di Interplay.
Torna infatti, dal 23 maggio al 10 giugno a Torino, il festival di danza contemporanea ideato e curato da Natalia Casorati che, come consuetudine, abiterà non solo i teatri ma alcuni spazi all’aperto della città, invadendo strade e mischiandosi alla vita dello spettatore casuale, per intercettare un nuovo e più variegato pubblico.

Confermata anche quest’anno una programmazione quanto mai eterogenea, che propone spettacoli di tutti i formati, con allestimenti site-specific, laboratori, novità e prime assolute dall’Italia e dal mondo. Un palinsesto ricco e variopinto, che mira a sottolineare la diversità e lo scompaginamento dell’ordine e delle tematiche, lavorando sulle pratiche e le estetiche del contemporaneo che così fortemente caratterizzano la scena e i linguaggi dell’oggi.

Spazio a molti “assolo” importanti, la forma prediletta della rappresentazione coreutica odierna, ormai modello organizzativo e poetico, alcuni in prima assoluta, altri già visti, premiati e applauditi nelle reti dei festival nazionali e non, per una proposta d’autore molto promettente.

È questo il caso dei due spettacoli proposti per l’apertura di Interplay, domani 23 maggio: “Tanzanweisungen” è una composizione che ibrida molti linguaggi del movimento per fornire delle “istruzioni sulla danza” in una riflessione umoristica, coreografato da Moritz Ostruschnjak e interpretato dal giovane e talentuoso Daniel Conant, danzatore freelance di origine canadese, già interprete per Zappalà.
L’altro appuntamento della prima serata è con Carlo Massari (C&C Company), che propone il suo imperdibile “Blatta”, secondo capitolo della saga “Metamorphosis”, un’involuzione corporea e interpretativa dall’umano all’animale, di cui lui stesso è il solo interprete, che pone allo spettatore una riflessione importante sul tema quanto mai attuale del consumo della carne, o della carne umana che consuma – da dentro e da fuori – la creatura ibrida vestita da bistecca, con tanto di sneakers e calzini, che anima la scena.

Per citare alcuni autori e interpreti di spicco del nostro panorama italiano rimanendo agli assoli, Stefania Tansini, premio Ubu come miglior interprete under 35 di quest’anno, presenta il 7 giugno “My body solo”; mentre il 3 il coreografo Fabrizio Favale propone il suo “The Halley solo”, interpretato da Daniele Bianco all’Imbarchino del Parco del Valentino.
Il 9 giugno, nel suggestivo spazio di Villa Rey, Daniele Ninarello, coreografo che a Interplay gioca davvero in casa, propone un estratto del suo solo “Nobody Nobody Nobody it’s ok not to be ok”, oltre al più recente site specific “Orgia”, estratto da “Healing together”.

Tra le altre firme celebri di questa edizione non possiamo dimenticare la presenza di Alessandro Sciarroni, vincitore del Leone alla Carriera alla Biennale di Venezia 2019, che ripropone il suo ormai celeberrimo e imperdibile “Save the last dance for me”, una danza per due uomini che rinverdisce la pratica della quasi estinta polka chinata, antico ballo popolare bolognese la cui ri-messa in scena è ben esemplificativa delle pratiche e delle poetiche del coreografo.
Altresì importante, la presenza di Abbondanza/Bertoni con “Le fumatrici di pecore”, storico e intenso spettacolo della compagnia.

Per rimanere sugli artisti italiani, a chiudere il festival sarà “Cofeore Rock&Roll” di Enzo Cosimi, coreografo di caratura ormai miliare nella storia del contemporaneo italiano, che sicuramente stravolgerà lo sguardo del pubblico con una messa in scena dagli stranianti toni punk, secondo i dettami della frammentarietà poetica e visiva del suo modus operandi, in un importantissimo gran finale per questo trentennale di attività di Mosaico Danza.

Non manca, come sempre, uno sguardo attento alla giovane danza d’autore; in particolare sottolineiamo la presenza di EM+, del duo Emanuele Rosa e Maria Focaraccio, che presenta l’8 il passo a tre “All you need is”, danzato dai due autori insieme ad Armando Rossi, un lavoro “fuori formato” che agisce sulla messa in discussione del gender binary in danza, e non solo.
Sempre l’8 giugno alla Casa del Teatro Ragazzi Fabritia D’intino con “Wannabe“. Ma ci saranno anche Michele Ifigenia / Tyche con “Cuma” e tra i giovani emergenti Laura Gazzani il 10 giugno (programma completo al fondo dell’articolo).

Per quanto riguarda la vocazione internazionale del festival, nove le compagnie internazionali in questa edizione: sottolineiamo la partecipazione di Or Marin & Oran Nahum Dance Theater Company, da Israele, paese presente ogni anno ad Interplay con artisti diversi, a dimostrare come possa essere considerato la nuova madrepatria della danza mondiale. La compagnia presenterà il corto “Breathe with me a moment” (la cui immagine è anche stata scelta come locandina del festival).
Ma ci sarà anche il duo di coreografi-interpreti Tu Hoang e Hiro Murata con “False Memories”, una promettente produzione olando-giappo-vietnamita. E dalla Francia arriverà Hamdi Dridi (il 25 maggio alla Casa del Teatro Ragazzi e Giovani), artista originario di Tunisi, che nella sua danza intreccia temi sociali, politici e religiosi in un dialogo tra il paese in cui vive e quello d’origine.
Anche quest’anno, come lo scorso, la danza urbana porta firme spagnole con quattro spettacoli per la prima volta in Italia e presentati dalle compagnie Colectivo Glovo, Ertza, Carla Cervantes Caro & Sandra Egido Ibanez e Lasala, che proporranno creazioni che coniugano atletismo e messaggi di impegno sociale, attenzione alla natura e all’equità, temi quanto mai cari al festival.

Natalia Casorati (ph: Viola Berlanda)
Natalia Casorati (ph: Viola Berlanda)

Interplay si conferma quindi un festival dallo sguardo internazionale e aperto, con una programmazione diffusa sul territorio, multidisciplinare, sempre rivolto sia al pubblico che agli operatori del settore, alla continua ricerca – e questo ha contraddistinto il lavoro di Natalia Casorati negli anni – di una partecipazione della cittadinanza il più attiva possibile.

Klp seguirà il festival con curiosità e attenzione, raccontandovelo su queste pagine e sui nostri social!

Programma completo

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