Sguardi dall’Italian Dance Platform, vetrina della nuova danza italiana ospitata all’interno di Torinodanza 2011
Una vetrina sulle novità della danza italiana e un segnale di sostegno e valorizzazione a compagnie consolidate ed emergenti.
“La Italian Dance Platform – scrive Gigi Cristoforetti, direttore artistico di Torinodanza, che l’ha ospitata – rappresenta la volontà di offrire un impulso forte e consapevole alla danza italiana in un anno di straordinaria confusione e difficoltà economica”.
La serata di apertura del 13 ottobre scorso alla Lavanderia a Vapore di Collegno ha visto in scena un trio di coreografi torinesi.
La prima formazione ad esibirsi è stata quella degli Affari Esteri, compagnia nata nel 2005 dall’incontro del collegnese Edmond Russo con il ballerino israeliano Sholmi Tuizer. Il loro lavoro, “Embrice”, vuole essere una riflessione sull’esistenza di sé attraverso l’altro. Due uomini con gli occhi coperti brancolano nello spazio, instabili, si cercano senza raggiungere il contatto. La luce è fredda e nitida, in contrasto con l’impossibilità dei ballerini di vedersi.
Poi si tolgono le bende e comincia un gioco di specchi, uno diventa ombra dell’altro e si avvia una schermaglia, una lotta, forse contro se stessi. Intanto il contatto fisico aumenta, alla ricerca di una stretta. I due corpi trovano quiete in un abbraccio, e alla fine la presa si scioglie.
La musica e i versi di Christina Clark scandiscono bene la danza e la supportano anche quando la coreografia perde un po’ di intensità facendosi ripetitiva.
Dopo una pausa per il cambio di scena, Matteo Levaggi, che alla Lavanderia a Vapore ha la residenza della sua compagnia, presenta “Studio per le Vergini”. Il lavoro nasce dal progetto “Le Vergini” degli artisti Corpicrudi. I due ballerini, Kristin Furnes e Alvaro Dule, danzano sulle note de “La Bella Addormentata” di Čajkovskij e di Hildur Guinadòttir. La dialettica tra le note del compositore russo e le sonorità elettroniche della giovane violoncellista islandese riflettono bene l’identità della danza, in bilico tra movimenti armonici ma gelidi e sintetici nello stesso tempo.
A concludere il primo appuntamento dell’Italian Dance Platform “Sols a dos”, del Balletto dell’Esperia di Paolo Mohovich, il momento probabilmente più interessante della serata.
La suite per violoncello n. 3 in do maggiore di Bach, in una vecchia incisione di Pau Casals, è un sottofondo che diventa sponda per i movimenti della danza. Duetti, piccoli assoli e quartetti si alternano con vivacità ed elastica precisione sulle vibrazioni delle corde del violoncello.
I ballerini vestono magliette stinte, essenziali, in accordo con la linearità della coreografia. Nel finale entra in scena l’intera compagnia, disegnando linee geometriche che improvvisamente si spezzano per riordinarsi subito dopo.
Della Italian Dance Platform hanno anche fatto parte numerosi altri artisti, tra cui la Compagnia Alessandro Sciarroni, Daniele Albanese, Gruppo Nanou, Virgilio Sieni, Dewei Dell, Tecnologia Filosofica e la Compagnia Ambra Senatore, riflesso del dinamismo creativo dell’attuale stagione della coreografia italiana.