In una scuola per servitori, l’Istituto Benjamenta, Jakob von Gunten, giovane di buona famiglia, si confronta con metodi di insegnamento senza senso, in un’apparente assenza di pensiero, con figure stanche, a tratti indefinite, dove tutto viene lentamente abbandonato a se stesso fino alla consunzione.
Quattro attori in scena, quattro figure ben definite e caratterizzate, quattro metafore di atteggiamenti dinanzi alla vita.
Progetto ambizioso quello di Lisa Ferlazzo Natoli, con un’evocativa scenografia che pervade l’intera platea del delizioso teatro Marchionneschi di Guardistallo, dove gli spettatori sono ospitati sui palchetti, ad osservare la vita degli strani personaggi che si agitano irrequieti sotto il loro sguardo.
Caratteristica del lavoro è quella della sospensione, un cercare di contenere impulsi nascosti che finiscono col prendere il sopravvento su qualsiasi tentativo di arginamento, simboleggiato qui dalla divisa indossata dal protagonista.
È forse un’indagine sul pensiero didattico, sul senso dell’insegnamento, sulla mancanza del pensiero che spesso si cela nelle azioni e alla quale Jakob non vuole sottostare, così diverso in questo da Kraus, zelante figura del servo perfetto, deuteragonista ubbidiente e meccanico, che svolge il suo compito, segue le regole, senza alcun apparente conflitto interiore.
Ma nello svolgersi dell’azione scenica spesso si cade in replicazioni, si insiste su azioni che agiscono in parallelo, centrifughe rispetto all’azione principe, con il rischio di confondere, distrarre, obbligando a un’attenzione sdoppiata, della quale si risente al termine del lavoro. Certo affrontare un testo del genere non è cosa facile, Robert Walser è senz’altro autore che mette alla prova.
Si gioca molto sull’evocativo, sul rituale, sulla lentezza, su frasi nette e declamate, e tutto questo in un clima rallentato, quasi fuori dal tempo, dove spicca la figura di Lisa, sorella dell’inquietante direttore dell’Istituto.
Un progetto ambizioso, si diceva, ma supportato da una forte idea, da concetti e scelte precise: e per questo degno di attenzione.
Jakob von Gunten
dal romanzo di Robert Walser
progetto e regia: Lisa Ferlazzo Natoli
con: Alberto Astorri (Benjamenta), Andrea Bosca (Jakob), Emiliano Masala (Kraus), Monica Piseddu (Lisa)
luci: Luigi Biondi
costumi e scene: Fabiana Di Marco
aiuto regia: Alice Palazzi
produzione: La fabbrica dell’attore
in coproduzione con Armunia
in collaborazione con Teatro di Roma
durata: 1h 17’
applausi del pubblico: 1′ 30”
Visto a Castiglioncello (LI), Festival Inequilibrio, l’8 luglio 2011
prima nazionale