Molto efficace (forse il più interessante fra i lavori della nuova generazione ginevrina) è lo spettacolo diretto dal giovane Jérôme Richer con la Compagnie des Ombres intitolato La ville et les ombres e andato in scena al Théâtre Saint-Gervais. Siamo a metà dell’estate 2007. La città è in vacanza e il Procuratore generale di Ginevra ordina lo sgombero dello squat Rhino, un’area occupata e abitata non solo da giovani dell’area alternativa, ma anche da famiglie disagiate ed extracomunitari.
In una salace e irridente (ma anche drammatica) sequenza, in cui si mescolano narrazione e poesia, emerge lo spirito di un teatro documentaristico molto più acuto del consunto monologo di narrazione cui spesso assistiamo nei teatri nostrani. Viene così ricostruito l’evento con un mosaico di voci, immagini e contraddizioni, fino alla più clamorosa e spettacolare: l’apertura, nel finale, delle grandi porte di questo teatro, ospitato al settimo e ultimo piano del palazzo del Théâtre Saint-Gervais. La vista è sulla città dall’alto, uno skyline fatto di insegne di banche, le stesse che pochi giorni dopo sarebbero state al centro degli scandali finanziari più incredibili. Spettacolo potente, forte per comicità e dramma, coprodotto dalla Compagnie des Ombres, Grange de Dorigny e La Bâtie in collaborazione con il Théâtre Saint-Gervais.