Il malessere economico non annullerà il consueto appuntamento settembrino con Teatro dei Luoghi Fest presso i Cantieri Teatrali Koreja di Lecce. Anzi. L’edizione 2013 – realizzata in assenza di finanziamenti da parte dei locali enti pubblici – sfida la crisi per trasformarla in occasione. La rassicurazione di un esserci che non cede e l’incontro con chi contribuisce ad una presenza importante e storica per la città.
Ed è proprio la parola incontri ad ispirare il programma del festival, che animerà Borgo Pace come ogni anno. Con una rassegna di appuntamenti in strada gratuiti ed in sala ad un solo euro.
Al nostro interrogativo su come sia possibile realizzarla senza il sostegno di enti pubblici, ecco la risposta della direzione artistica di Koreja sui modi di quella che è una piena autogestione: «Tutti gli artisti e i collaboratori sono pagati al minimo sindacale o con un piccolo gettone. Un rimborso viaggio – rigorosamente per voli low cost – è previsto per le compagnie che vengono da fuori, mentre i residenti e le tante associazioni cittadine che stanno partecipando alla festa-spettacolo finale rendono tutto possibile solo con il loro entusiasmo e il loro tempo, senza percepire alcun compenso».
Tenere vivo l’appuntamento con questa manifestazione è anche una forma di protesta: «Contro gli enti pubblici che, in tempi di crisi, continuano a sprecare denaro promuovendo e finanziando eventi di intrattenimento senza ricadute reali sul territorio, eventi che magari si consumano nell’arco di poche ore. Il Teatro dei Luoghi ha dodici anni di vita ma non è mai entrato nelle simpatie degli enti pubblici».
Il costo del biglietto sarà puramente simbolico, ci spiega Franco Ungaro, un contributo da parte di chi vorrà condividere lo sforzo e l’impegno di Koreja ma anche un modo per avvicinare nuovo pubblico: «Quel pubblico che magari ha sempre guardato al teatro come ad un evento esclusivo ed elitario e che attualmente ha problemi a continuare a mandare i propri figli a scuola o all’università. Il nostro punto di forza e la nostra àncora di salvezza in questi anni è stato il pubblico che ci dà fiducia, partecipa e non vuole che questa avventura finisca».
La dimensione di un andare verso il pubblico e le istituzioni nasce anche dall’incontro effettivo, nel corso dell’ultimo anno, con molte nuove realtà e in particolare con giovani. Tanti ragazzi che con grandi sacrifici coltivano la passione del teatro quasi come reazione agli “eventismi” che moltiplicano senso di solitudine e vuoto, ed insieme frustrazione che determina passività: «Sono loro i protagonisti del Teatro dei Luoghi».
La locale classe politica parla molto della necessità di investire in cultura, lamentano da Koreja, ma non fa nulla in questa direzione: «Nessuno si dimette mai dai propri privilegi e continuano nel solito andazzo di tagli ai teatri virtuosi e di regali e sprechi a favore degli amici di sempre. Se neanche la crisi sta portando gli enti pubblici ad una inversione di rotta, la nostra protesta rischia di diventare l’unica prospettiva per chi considera l’arte e il teatro un lavoro. A Lecce si insegue il sogno di Capitale Europea della Cultura, ma non si sostiene il teatro della città più presente sui palcoscenici europei».
Tra i protagonisti della rassegna (dal 4 all’8 settembre prossimi) la compagnia milanese Sanpapié, che andrà in scena con “Mi sono perso a Milano” ed omaggerà la danza contemporanea con due performance urbane dedicate a Martha Graham (“Tracce”) e Pina Bausch (“A occhi chiusi”). Ancora danza con Dance Platforms, un open-space curato Giorgia Maddamma che animerà le strade del quartiere. Il teatro arriverà con il Teatro Abeliano di Bari (“Ragù”) e con due produzioni di Koreja, una storica (“Giardini di Plastica”) e una nuova (“Il Pasto della Tarantola”), oltre agli esiti di laboratorio (“Crease, un antimusical in tempo di crisi” e “Oggi:Parto”).
Un’altra novità arricchisce l’offerta. Il concorso Extra Lecce – Raccontare la città, che invita cittadini comunitari ed extra-comunitari che sono (o sono stati) residenti a Lecce per almeno tre mesi a presentare un testo (narrativo, poetico o descrittivo) o un video ispirato alla città.