La boutique del mistero. Il Buzzati onirico di TrentoSpettacoli convince a metà

La boutique del mistero (photo: Elena Passoni)
La boutique del mistero (photo: Elena Passoni)

“In letteratura tutti i generi sono ammessi, tranne il noioso”. La massima del filosofo illuminista Voltaire si adatta anche al teatro, così da entrare nella drammaturgia de “La boutique del mistero”, tratta dall’omonima antologia di racconti di Dino Buzzati, messa in scena da TrentoSpettacoli.
Il lavoro ha debuttato in prima nazionale nell’ambito del festival settembrino L’ultima luna d’estate, giunto alla XIX edizione, organizzato nel Parco del Curone e nelle colline della Brianza da Teatro Invito.

Se la letteratura non ammette noia, resta tuttavia soggettivo riconoscere le caratteristiche che rendono noioso uno spettacolo. Schopenhauer, Heidegger e Leopardi hanno dedicato alla noia righe memorabili, Moravia addirittura un romanzo.

Dal sentimento d’ozio letterario, dal considerare l’inesorabile scorrere del tempo nella routine del grigio lavoro di redazione, nascono anche le più belle pagine di letteratura del giornalista Dino Buzzati.
“La boutique del mistero”, drammaturgia a cura di Giulio Costa e Maura Pettorruso, regia dello stesso Costa, inizia come una sorta di reading: sul palco Stefano Detassis legge dei brani, interrotto da Woody Neri intento a trasportare sul palco delle panche di legno. Seguono momenti d’impasse. Pian piano entrano in scena le due protagoniste femminili, Maura Pettorruso e Alice Conti. Riconosciamo nei personaggi un gruppo familiare che gravita attorno all’uomo Buzzati.

Non c’è trama, ma un nugolo di intrecci. Manca uno sviluppo lineare. Lo spettacolo procede per tasselli, li incastra, restituendo l’atmosfera magica e suggestiva della pagina letteraria. La struttura frammentata del disegno drammaturgico non consente di rintracciare immediatamente le diverse fonti letterarie, ma conduce per cerchi concentrici nell’universo poetico di Buzzati.
Si riconoscono le tracce di alcuni tra i racconti più famosi, come “Il colombre” e “Gli inviti superflui”. Il primo in toni favolistici racconta la parabola senza lieto fine di Stefano Roì, che rovina la propria vita arrendendosi alle paure del padre anziché affrontarle e superarle, soffocando così ogni aspirazione alla felicità; il secondo è un vagheggiamento sentimentale punteggiato da speranze e delusioni.

Lo spettacolo diventa pretesto per scavare nella poetica di Buzzati e far luce sulle tematiche a lui care: l’inquietudine, la paura, le illusioni, i desideri, le pulsioni tipiche di una società avviata alla decadenza. Attraverso parole, personaggi e storie, lo spettacolo fotografa in modo lucido il male di vivere del nostro tempo.

Il disegno registico crea un’atmosfera perturbante, misteriosa e onirica, perfezionata da una scenografia composta di pochi e semplici oggetti – panche che vengono spostate, contenitori d’acqua, un ventilatore – dotati di carica simbolica. L’umanità dello scrittore di Belluno e la sua sensibilità vengono indagate con toni surreali e fantastici.
La poetica del vero viene invece rivelata dall’uso delle luci forti e spiazzanti disegnate da Alice Colla.

Ottima la prova attorale del gruppo. Woody Neri svela l’inquietudine esistenziale di Buzzati con un sottile corredo di paranoie e tic. Detassis si mette a nudo (quasi letteralmente) in una performance di grande fisicità. Degna di nota la prova di Maura Pettorusso che, seduta, fa da contraltare alle riflessioni letterarie dell’autore, mentre Alice Conti incarna l’eterno femminino che aleggia nei vari racconti e sulla vita dell’autore.

“La Boutique del mistero” avvolge il pubblico in una dimensione atemporale e surreale. Tuttavia nel percorso poetico-drammaturgico manca un elemento che faccia da collante, che unisca i frammenti. Il naufragar è dolce in tanta poesia. E se la poesia è quasi sempre antidoto alla noia, condensare l’arte di Buzzati in racconti per lo più irrelati l’uno dall’altro, ciascuno con molteplici implicazioni culturali, psicologiche ed evocative, in questo caso è operazione velleitaria che richiederebbe maggiore forza drammaturgica e registica.

LA BOUTIQUE DEL MISTERO
uno spettacolo ispirato ai Racconti di Dino Buzzati
con Woody Neri, Alice Conti, Maura Pettorruso e Stefano Pietro Detassis
drammaturgia a cura di Giulio Costa e Maura Pettorruso
disegno luci Alice Colla
tecnica Claudio Zanna
organizzazione Daniele Filosi
regia Giulio Costa
una produzione TrentoSpettacoli

durata: 1h
applausi del pubblico: 1’ 30”

Visto a Usmate Velate, Villa Borgia, il 2 settembre 2016
Prima nazionale

Lultima luna d’estate

stars-3

0 replies on “La boutique del mistero. Il Buzzati onirico di TrentoSpettacoli convince a metà”
Leave a comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *