La Confraternita del Chianti tra Pentateuco e migrazioni. Intervista

Genesi - Pentateuco #1 (photo: Marco Mosca)
Genesi – Pentateuco #1 (photo: Marco Mosca)

La Confraternita del Chianti è una delle compagnie teatrali lombarde di ultima generazione più fervide e interessanti.
Fondata da Chiara Boscaro e Marco Di Stefano, ha come manifesto portante della sua identità creare una compagnia stabile che lavori sulla creazione di un repertorio di drammaturgia contemporanea e su progetti laboratoriali per bambini.
Dopo poco più di un anno di attività la compagnia è entrata a far parte di Associazione K, residenza teatrale che aderisce a Etre e gestisce Manifattura K, nel comune di Pessano Con Bornago.

Abbiamo intervistato in un caffè milanese Chiara Boscaro e Marco Di Stefano, rispettivamente drammaturga e regista de La Confraternita del Chianti, per parlare di una giovane compagnia teatrale all’inizio di un percorso produttivo e creativo importante, che la impegnerà per i prossimi due anni sul tema della migrazione, diventato uno dei “topoi” della drammaturgia contemporanea, ma che La Confraternita del Chianti affronterà in maniera nuova, in coproduzione con realtà straniere.

Il tema della migrazione, troppo complesso per essere affrontato in uno spettacolo solo, sarà infatti declinato attraverso cinque lavori, quindi cinque sfaccettature, cinque storie con altrettanti attori diversi, e con titoli il cui riferimento è non da poco: Il Pentateuco, o Torah. Ecco allora Genesi, Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio.

Sono i libri sacri alla base di almeno tre religioni monoteiste oggi in forte conflitto, e di fatto raccontano di un popolo in viaggio.
Per la Confraternita, “Genesi” affronterà il tema del linguaggio. “Esodo” parlerà dell’esodo degli Italiani dall’Istria, “Levitico” di disciplina e rivolta, “Numeri” di clandestinità. E “Deuteronomio” di un uomo emigrato che si crede integrato ma, di fronte ad un orrendo fatto di cronaca, si troverà additato dalla comunità che credeva ormai di poter chiamare famiglia.

Saranno cinque monologhi; la scelta del monologo è dettata dalla possibilità, per Chiara Boscaro e Marco Di Stefano, di poter lavorare singolarmente, con ognuno degli attori che formano la compagnia: Valeria Sara Costantin, Giovanni Gioia, Marco Pezza, Diego Runko e Giulia Versari, che conteranno anche sulle rispettive esperienze di migrazione.

Con loro Di Stefano e Boscaro affronteranno anche un testo tradizionale, “La bottega del caffe’” di Carlo Goldoni, con cui parteciperanno il 23 maggio al festival bresciano Ritorno al futuro (di cui vi racconteremo ampiamento su queste pagine), mentre questo fine settimana sono a IT Festival con “All You Can IT”, nuovo capitolo di un progetto comico che la compagnia ha deciso di dedicare all’Italia di oggi. Il primo, “Gli ultimi 20 minuti “, da noi visto l’anno scorso, aveva come tema la democrazia. Questo, nell’anno di Expo, non può che concentrarsi sulla bulimia.

0 replies on “La Confraternita del Chianti tra Pentateuco e migrazioni. Intervista”