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La crisi del mondo perfetto di Pierattini

Francabandera su Pierattini|Sergio Pierattini

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Sergio Pierattini
Sergio Pierattini
Un mondo perfetto è lo spettacolo di Sergio Pierattini premiato nel 2007 con il Premio Riccione speciale della giuria Bignami – Quondamatteo, assegnato ex aequo anche all’Antonio e Cleopatra alle corse di Roberto Cavosi.
La messa in scena, diretta dall’autore ed interpretata da Milvia Marigliano, dallo stesso Pierattini e da Davide Lorino, è l’evento di chiusura del Festival delle Nuove Drammaturgie organizzato da Outis a Milano dal 9 al 14 settembre.

La pièce indaga i rapporti all’interno di una coppia matura che ha deciso di adottare un figlio all’estero dopo un calvario di tentativi, truffe, incontri con uomini senza scrupoli e mercanti di sogni.

L’incidente drammaturgico, l’espediente che genera il conflitto nella trama, è nel fatto che alla coppia non venga affidato un bambino, come nelle aspettative, ma un quasi adolescente, il cui inserimento nel contesto familiare è da subito critico.
La struttura del racconto segue, dunque, un’impostazione tradizionale ripartita in tre macro sequenze: le attese della coppia, l’origine del conflitto e la soluzione, posticipata temporalmente e giocata su toni di suspance, quasi di indagine poliziesca sui fatti.
Il tono fortemente drammatico, a tinte intense finanche sature nel cromatismo generale, avvince gli spettatori, che seguono con partecipazione patetica l’evoluzione dei fatti. Nonostante qualche piccola forzatura nella costruzione, come la figura del commissario che indaga sulla scomparsa del bambino due anni dopo il fatto (espediente narrativo che conferisce comunque un tono di mistero), il testo risulta avvincente: si vuole sapere come andrà a finire la vicenda, e questo sicuramente in una sceneggiatura è elemento di forza e d’interesse.
Pierattini gioca sugli elementi più tradizionali della scrittura teatrale con abilità: la suspance, l’oggetto-simbolo che assume importanza nel finale, la risposta drammatica ambigua, sospesa fra felicità ed infelicità, e affidata ad un’interpretazione dello stesso autore e di una Marigliano sempre a suo agio in parti di pathos intenso e crisi personale, come già ne Il ritorno del duo Pierattini-Cruciani.

Un’immagine dello spettacolo di Renzo Francabandera
Il “mondo perfetto” che i due cercano di creare, simboleggiato da un modellino ferroviario alla cui costruzione l’uomo si dedica con maniacale dedizione e che delimita lo spazio scenico, verrà poi rovinato dai fatti. Forse non esiste nemmeno, pura illusione di una felicità che nasce dal desiderio di completare quanto la natura non vuole regalare, attraverso la ricerca affannosa – e non sempre dagli esiti positivi – dell’esperienza genitoriale.
Strazio, insoddisfazione, frustrazioni personali e professionali fanno sì che la coppia concentri tutta l’aspettativa su un Godot che, in questo caso, arriva e porta il suo contributo dirompente ai disequilibri vitali di due individui chiusi nell’ordinario e poco pronti ad un sentimento di pura generosità come quello filiale, che implica momenti necessari di criticità.

Convincente è il modo in cui Pierattini, nel complesso, racconta una storia dai toni accentuati e messa in scena con pathos.
Un po’ più debole appare invece il finale che, pur coerente con l’evolversi dei fatti, non risolve gli eventi nella stessa intonazione drammatica iniziale, chiudendo un po’ su se stessa la narrazione.
La scena povera, recintata dal modellino ferroviario e riempita da due sedie, acuisce l’impressione di un mondo avvitato in sé fino alla sfumatura autistica.
Ma in sala non vola una mosca, il tema avvince, il colorito di suspance resiste fino alla confessione finale. E questo, in uno spettacolo e nel suo rapporto con l’audience, è cruciale.

UN MONDO PERFETTO

di Sergio Pierattini
regia: Sergio Pierattini
con: Davide Lorino, Milvia Marigliano, Sergio Pierattini
scene e costumi: Barbara Bessi
luci: Gianni Straropoli
musiche: Gwyneth Schaefer
produzione: Valdez Essedi Arte/BAM teatro
durata: 59’         
applausi del pubblico: 2’ 04’’
Anteprima nazionale

Visto a Milano, Teatro Out Off, il 14 settembre 2008
Outis – Festival delle Nuove Drammaturgie

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