La Maria Brasca. Andrée Ruth Shammah ricorda i 100 anni di Giovanni Testori

La Maria Brasca
La Maria Brasca

Il debutto con Marina Rocco al Teatro Franco Parenti di Milano, che festeggia anche i 50 anni dalla sua nascita

Insieme a Pier Paolo Pasolini, Giovanni Testori ha rappresentato una delle punte di diamante dell’élite culturale italiana della seconda metà del secolo scorso. Era quindi d’obbligo ricordarlo, a 100 anni dalla nascita. E così come a farlo fosse Andrée Ruth Shammah, che gli è stata molto vicina nel suo percorso di drammaturgo e non solo.

Dunque, per festeggiare il grande intellettuale milanese in occasione anche dei cinquant’anni dalla fondazione del Teatro Franco Parenti, la regista ha pensato di riallestire uno dei testi più felici del suo primo periodo, “La Maria Brasca”, che compose nel 1959 e debuttò al Piccolo Teatro un anno dopo con la regia di Mario Missiroli, con Franca Valeri nei panni della protagonista.
Più recentemente è doveroso però ricordare anche l’interpretazione di Adriana Asti.

“La Maria Brasca” con l’“Arialda”, “Il ponte della Ghisolfa”, “La Gilda del Mac Mahon”, e “ Il Fabbricone” fa parte del ciclo “I segreti di Milano”, una serie di storie che raccontano una Milano ai margini all’inizio del grande boom economico che caratterizzò gli anni ‘60 del nostro Paese.
Testori qui è ancora nella sua fase neorealista, in cui l’idioma particolarissimo che formerà più avanti per i suoi più tardi capolavori non è ancora in atto.

Andrée Ruth Shammah, con il prezioso aiuto del suo scenografo storico Gianmaurizio Fercioni e delle musiche originali del grande Fiorenzo Carpi, riesce molto bene ad introdurci in quel mondo, che un po’ ci ricorda quello dei nostri nonni, dividendo lo spazio teatrale del palco della sala grande del Parenti nettamente in due parti. In alto, il luogo in cui la protagonista vive con la sorella e il marito, un modesto appartamento con il frequente fastidioso scossone del treno che passa vicino; in basso un luogo periferico, dimenticato, occupato da file di sedie che rimandano ad un vecchio cinema, dove la protagonista si trova con il suo Romeo (Filippo Lai).

Al centro della storia vi è infatti lei, Maria Brasca, una donna che lavora come operaia in un calzettificio e che ama senza sé e senza ma un bellissimo ragazzo, Romeo, scansafatiche e scavezzacollo, più giovane di lei, che la tradisce; ma a lei questo non importa, sa infatti che lui sarà l’amore della sua vita, con cui creare persino una famiglia.
Tutto il quartiere parla di questo amore scandaloso, ma Maria non se ne cura affatto, anzi fomenta le dicerie, forte del suo desiderio di libertà. Passionale e anticonformista, caparbia nel voler decidere del suo futuro autonomamente, fuori da ogni regola di un mondo che ritiene falso e bigotto, combatte anima e corpo per il suo Romeo, affrontando ad un certo punto di petto Renata, la sua rivale, allontanandola dal suo unico amore, che dovrà ora scegliere lei, volente o nolente.
Vincerà Maria, ovviamente, riuscendo perfino a rinfocolare gli affetti ormai spenti tra sua sorella e il marito Angelo.

“La Maria Brasca” è uno spettacolo davvero ben costruito in ogni suo contesto, godibilissimo, che non sarebbe possibile senza l’interpretazione di Marina Rocco, autentica popolana femme fatale, ostinata nel rivendicare le sue scelte, ma anche tenera nel sentirsi vulnerabile e che, sorridente, riesce a commuovere tutti, interloquendo anche con il pubblico, che impara ad amarla incondizionatamente.

LA MARIA BRASCA
di Giovanni Testori
uno spettacolo di Andrée Ruth Shammah
con MARINA ROCCO, Mariella Valentini, Luca Sandri, Filippo Lai
scene Gianmaurizio Fercioni
costumi Daniela Verdenelli
luci Oscar Frosio
musiche Fiorenzo Carpi
riallestimento a cura di Albertino Accalai per la scena e Simona Dondoni per i costumi
assistente alla regia Diletta Ferruzzi
pittore scenografo Santino Croci
direttore di scena Mattia Fontana
macchinista costruttore Marco Pirola
macchinista Giulio Cagnazzo
elettricista Gianni Gajardo
fonico Gigi Doronzo
sarta Giulia Leali
scene costruite presso il laboratorio del Teatro Franco Parenti
Si ringrazia Pinina Carutti per il suo sguardo colto e profondo
produzione Teatro Franco Parenti / Fondazione Teatro della Toscana

durata: 1 h 45 + intervallo

Visto a Milano, Teatro Franco Parenti, il 25 febbraio 2023
Prima nazionale

 

 

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