Ha una struttura semplice e diretta. È uno sfogo dichiarato, dal sapore caustico e l’intento catartico.
I tre capitoli che lo compongono rispecchiano le più grandi e misere tra le ossessioni odierne (le cosce-il corpo; il cazzo-il sesso; la fama-il successo).
Si cavalca il malcontento generale ma con grande maestria: la partitura vocale affidata a Silvia Gallerano, nuda in scena, seduta in cima ad uno sgabello gigante, è eccezionale; la costruzione del discorso tende a climax che rendono impossibile sottrarsi all’applauso. Con un testo debitore a Pasolini, attento alle urgenze dei nostri desolati giorni, e con un inno italiano “de-cantato” con una vena grottesca e dissacrante, senza dubbio la vetta dello spettacolo.
Nei giorni in cui un nuovo (?) “attore politico” – che peraltro ha fin da subito evidenziato la sua posizione contraria al Valle Occupato – sale alla ribalta dichiarando che “farà uscire l’Italia dalla Palude”, è forse paradossale notare come, nelle note di regia che presentano “La merda” scritta da Cristian Ceresoli, di cui vi proponiamo oggi un incontro-intervista avvenuto proprio al Teatro Valle Occupato di Roma, si dice come lo spettacolo abbia una spinta propulsiva nel disperato tentativo di districarsi da un pantano, o fango…
Caro KLP, lungi da me la pretesa che persone diverse debbano avere opinioni uguali su un medesimo spettacolo, anzi la troverei una cosa molto strana. Né tanto meno mi permetterei di sostenere che non si debbano fare interviste a chicchessia, ci mancherebbe. Gli esempi riportati (che avevo letto a suo tempo) sono assolutamente interessanti e utili in quanto consentono di confrontare visioni diverse di uno stesso spettacolo che, appunto, è messo a confronto all’interno di uno stesso articolo o in due articoli diversi ma a brevissima distanza di tempo. Il mio post si riferiva solo ed esclusivamente allo spettacolo in questione perché la sensazione è, a volte, che la critica alla piece sia proporzionale alla diffusione della stessa. Ma probabilmente è un mio errore di interpretazione 😉
Caro Willie, Krapp nei suoi pur molti difetti, non pretende che ciascun individuo che compone la redazione di Klp abbia gli stessi pareri sugli spettacoli visti. Proprio per questo, in varie occasioni che magari sotto le proporremo, avevamo messo a paragone pareri opposti sugli stessi spettacoli.
La recensione fatta in passato non ci toglie, pensiamo, il diritto di fare comunque un’intervista alla protagonista dello spettacolo. Così, tanto per fare insieme due chiacchiere da bar… 😉
Ecco infine qualche esempio di opinione diversa sullo stesso spettacolo:
https://www.klpteatro.it/del-bene-del-male-stefano-cenci-nel-bene-e-nel-male
https://www.klpteatro.it/ricciforte-in-un-collage-di-idee-stanche-death
https://www.klpteatro.it/tutti-i-battiti-del-cuore-di-una-imitationofdeath-life
E’ sempre e solo un problema di coerenza…almeno con se stessi. O la critica è una o è l’altra. Perché se diversamente l’opinione è variabile in base alla popolarità allora siamo a livello chiacchiere da bar.
https://www.klpteatro.it/la-merda-gallerano-ceresoli-recensione