Il mondo di Koltès mette alla prova Santamaria

Koltès Bernard Marie - Da Sallinger...|
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Claudio Santamaria (photo: Pino Le Pera)
Claudio Santamaria (photo: Pino Le Pera)

Le ultime stagioni teatrali hanno visto numerosi attori cinematografici della nuova generazione misurarsi con il monologo. Tra questi Valerio Mastandrea, Luigi Lo Cascio, Filippo Timi e Giuseppe Battiston. Oltre alla ricerca di una sfida da parte degli attori, fra i motivi si può ipotizzare un esperimento commerciale sicuramente redditizio: poche spese di produzione a fronte di una rendita al botteghino e una relativa circuitazione pressoché certe.
Al Piccolo Eliseo di Roma adesso è la volta di Claudio Santamaria, apprezzato recentemente dal pubblico televisivo come protagonista della fiction dedicata a Rino Gaetano e interprete di numerosi e importanti lungometraggi.

L’attore romano sceglie un testo difficile e oscuro: “La notte poco prima della foresta” di Bernard-Marie Koltès, nella traduzione di Luca Scarlini. Il testo affronta il difficile tema dell’essere straniero, con un protagonista che ce l’ha a morte contro “i bastardi francesi”, e segue storie omosessuali per poi innamorarsi di una donna su un ponte che chiamerà Mamma.
Situazioni ai margini si sviluppano tra politica (si parla della creazione di un sindacato internazionale, della dittatura in Nicaragua) e sottobosco metropolitano, in questo testo del 1976 andato in scena al festival Off di Avignone nel ’77.

La lingua di Koltès è un fiume in piena, zeppa di suggestioni vocali, di rabbia, di forza e di impeto. I sentimenti in campo (marginalità, solitudine, sofferenza, violenza) enfatizzano l’autobiografismo dello scrittore e il suo rapporto stretto con un altro grande scrittore francese come Jean Genet.
Claudio Santamaria, ancora di più idolo femminile dopo l’interpretazione del sequel de “L’ultimo bacio” di Gabriele Muccino, entra piano nella parte. Un’interpretazione senza dubbio impegnativa che l’attore svolge con passione, credendoci. Compie uno sforzo fisico apprezzabile, si contorce e si dispera, tuttavia non riesce a tirar fuori tutto quell’incisivo malessere che esce dalla penna di Koltès. Tranne che in un sussulto finale.
Non l’aiuta, in tutto questo, la regia del colombiano Juan Diego Puerta Lopez: i movimenti in scena dell’attore appaiono lontani dalla regia e le suggestioni visive incomprensibili. Anche il disegno luci e la scenografia, senza dubbio pregevoli, non vanno incontro alla decodifica di un testo bellissimo e complesso. Assistiamo alla costruzione fisica e figurata di uno spettacolo mentre ce ne viene declamato un altro. Paradossalmente il paesaggio lunare (o da fine del mondo) al quale assomiglia la scenografia sottolinea la lontananza parola/gesto. Esperimento non pienamente riuscito, insomma, anche se non ci si annoia, rapiti dalla lingua di un grande autore scomparso troppo presto.

LA NOTTE POCO PRIMA DELLA FORESTA
di Bernard-marie Koltès
traduzione di Luca Scarlini
regia: Juan Diego Puerta Lopez
con Claudio Santamaria
musiche originali: Giuliano Sangiorgi
sassofono: Raffaele Casarano
scene: Carmine Guarino
opera istallativa: Loredana Longo
costumi: Caterina Nardi
istallazione sonora: Giuliano Lombardo
assistente alla regia: Daniela Perticarà
durata: 1h 15’
applausi del pubblico: 3’ 19’’

Visto a Roma, Piccolo Eliseo Patroni Griffi, il 12 marzo 2010

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