La nuova abitudine. Claudia Castellucci e i canti Znamenny

Ph: Luca Del Pia
Ph: Luca Del Pia

Al Kilowatt Festival la compagnia Mòra incanta il pubblico con canti e movimenti

Non sempre il titolo di uno spettacolo ci anticipa qualcosa di ciò a cui si assisterà. Non è così per “La nuova abitudine”, che trova giusta collocazione presso l’area esterna della Chiesa di San Niccolò di Cortona, in cima al centro storico. Siamo qui in occasione del Kilowatt Festival.
La danza, in un luogo così simbolico, si carica di ulteriore significato e diventa l’omaggio del festival per i cinquecento anni dalla nascita di Luca Signorelli, cortonese, che proprio qui dipinse, su entrambe le facciate, il gonfalone che orna l’altare maggiore.
Ma torniamo al titolo dello spettacolo, sintesi quanto mai appropriata del rito che ci si pone davanti o, meglio, del metodo dal quale nasce.

L’abitudine è la schiavitù del ritmo, più volte spiegata dalla Castellucci e qui resa tangibile. Un binario fisso dal quale il danzatore non può uscire, uno splendido vincolo che lega i sei performer della compagnia Mòra ai canti Znamenny (tipici della tradizione canora della Chiesa russa ortodossa), in questo caso trasmessi purtroppo da amplificatori e non da un coro in carne ed ossa.
Sono antiche liturgie di impronta greca, ancora in uso, che si amalgamano con la tradizione rurale della musica russa, dalla quale si allontanano per l’assenza di pomposità. La voce “pregante” diventa essa stessa ulteriore “abitudine” per l’ascolto del pubblico, ma non nell’accezione consueta della parola. L’abituarsi a sentire quei versi cantati, agiti nello stesso tempo di fronte a noi, ci porta quasi senza accorgercene in una dimensione altra. Il frinire totalizzante delle cicale sembra provenire anch’esso dai diffusori ed è invece un ulteriore straordinario valore aggiunto che ci accompagna altrove.

La celeste concretezza del canto, la straordinaria capacità di chi abita la scena di farlo diventare proprio, e la geometria perfetta dei gesti rendono commoventi tutti i 55 minuti della performance. L’ uso intelligente della cornice ha il suo peso. In scena non c’è nulla, ed è più che sufficiente.
La compagnia entra in scena da una scala in pietra che collega il piccolo piazzale antistante San Niccolò ad un’area superiore. Sembrano dei monaci, delle monache, sacerdoti o chierichetti che abitano uno spazio familiare e naturale.
Gli abiti, simbolici, richiamano un vestiario religioso ma anche un outfit d’altri tempi: antico ed elegante, sulle vesti prevale il bianco, il grigio, il nero.

Claudia Castellucci si rivela un’alchimista sopraffina, capace di dosare con certosina abilità gli ingredienti, anche quelli che non si è portata con sé, ma che riesce a raccogliere dai contesti e dalle situazioni.

Non c’è virtuosismo nei giochi di danza, singoli e di gruppo, né ricerca dello stupore dello spettatore per particolari abilità. Permane qualcosa di piccolo, simbolico, semplice ma pensato, provato, cercato in un lavoro di costruzione che si avverte come lungo e minuzioso.

Quando al termine ci si sveglia dall’incantesimo per tornare al reale, si riesce a comprendere anche l’aggettivo “nuova” che compone il titolo di partenza. E’ riferito a quella cultura lontana dalla nostra ed espressa nel canto che, nel corpo del danzatore, trova un tempo diverso per esistere.

LA NUOVA ABITUDINE
coreografia Claudia Castellucci
danzatori Sissj Bassani, Silvia Ciancimino, Guillermo de Cabanyes, René Ramos, Francesca Siracusa, Pier Paolo Zimmermann
musica Repertorio storico dei Canti Znamenny, San Pietroburgo
voci registrate Ivan Gorin, Kirill Nifontov, Aleksei Svetov, Artem Volkovdel Coro di musicAeterna di San Pietroburgo
maestro del Coro Vitaly Polonsky
fastigio musicale finale Stefano Bartolini
assistenza coreutica Sissj Bassani
abiti Iveta Vecmane
produzione, organizzazione e distribuzione Camilla Rizzi
direzione della produzione Benedetta Briglia
tecnica Eugenio Resta
amministrazione Michela Medri, Simona Barducci, Elisa Bruno
produzione Societas, in co-produzione con musicAeterna, San Pietroburgo; Teatro Piemonte Europa / Festival delle Colline Torinesi

durata: 55′
applausi del pubblico: 4′ 23”

Visto a Cortona, Kilowatt festival, il 23 luglio 2023

 

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