La rosa bianca. Rifici per un teatro della memoria

La rosa bianca di Carmelo Rifici
La rosa bianca di Carmelo Rifici
La rosa bianca di Carmelo Rifici (photo: piccoloteatro.org)

Si può ricordare la tragedia dell’Olocausto portando in scena una ventata di giovinezza? Sì, se la gioventù protagonista, prima di diventare vittima del nazismo, ne è stata fiera e brillante antagonista.
Così, nella giornata della memoria, il Piccolo Teatro di Milano ha ospitato lo spettacolo “La rosa bianca” della drammaturga e attrice tedesca Lillian Groeg per la regia di Carmelo Rifici.

La freschezza della gioventù prende corpo sulla scena attraverso giovani studenti universitari tedeschi; ma la loro vita limpida e genuina verrà tragicamente segnata dal movimento tedesco.
Troppo intelligenti per credere al nazismo, troppo onesti per aderirvi, troppo impegnati per far finta di nulla, i ragazzi di Monaco si costituiscono in un gruppo, chiamato appunto La rosa bianca, divenendo il simbolo della ribellione non violenta al regime.
Scoperti da un fanatico soldato delle SS, pagheranno con la vita il loro rifiuto al movimento di Adolf Hitler, piuttosto che divenirne conniventi.

Concentrandosi sugli ultimi giorni di vita del gruppo di studenti, in particolare dei fratelli Hans e Sophia, cuore del movimento, lo spettacolo realizza un’indagine sull’animo umano capace di divenire artefice di grandi imprese ma anche dei più grandi crimini. Una disamina dei sentimenti e delle ossessioni che conducono l’uomo ora verso la vita ora verso la morte.

“La rosa bianca” si presenta come una tragedia travestita da commedia, in cui il retrogusto amaro della vicenda si percepisce appena, mentre risaltano tempi comici perfetti ed un’ironia sottile ed acre che conferisce eleganza al dramma.

Lo spettacolo poggia su una regia solida e misurata, con un disegno riuscito dei personaggi, in particolare dell’ispettore Mohr, magistralmente interpretato da Andrea Castelli, e dei fratelli Hans (Alessio Genchi) e Sophie (Irene Villa).

Il gioco di luci ed ombre scandisce i tempi del dramma, mentre la scelta scenografica di utilizzare ogni angolo della quinta, con un effetto di “riempimento” della scena, sembra alludere, all’interno della vicenda, all’impossibilità di lasciare spazi di libertà.

La Rosa Bianca
di Lillian Groag
traduzione: Angelo Dallagiacoma
regia: Carmelo Rifici
scene: Guido Buganza
costumi: Margherita Baldoni
musiche: Daniele D’Angelo
luci: Giovancosimo De Vittorio
con: Andrea Castelli, Pasquale di Filippo, Gabriele Falsetta, Alessio Genchi, Tindaro Granata, Christian Mariotti La Rosa, Enrico Pittaluga, Irene Villa
produzione: Teatro Stabile di Bolzano
durata: 1h 50′
applausi del pubblico: 2′

Visto a Milano, Piccolo Teatro Grassi, il 25 gennaio 2013

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