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Iniziazioni riuscite: La terza vita di Vittorio Moroni

Laura Nardi in La terza vita
Laura Nardi in La terza vita
Laura Nardi in La terza vita

“La terza vita” è il primo testo teatrale dell’autore e regista cinematografico Vittorio Moroni (co-sceneggiatore, tra l’altro, di “Terraferma”, l’ultimo film di Emanuele Crialese), premiato nel 2009 da Siae-Eti-Agis nell’ambito del concorso di drammaturgia.
É un “debutto teatrale” in cui Moroni riprende il tema dell’immigrazione, lo sguardo in presa diretta su realtà vicine alla realtà, l’attenzione verso i “nuovi mondi” del nostro quotidiano, che in gran parte hanno guidato i suoi film-documentario, e da cui sembra averne tratto una consapevole lezione, dando così vita a un racconto forte, coinvolgente, profondamente contemporaneo.

Il monologo teatrale racconta la storia di Aisha, giovane marocchina vivace e intelligente cresciuta tra gli odori di cumino, menta e argan di un piccolo paese berbero.

Aisha vive tre vite. La prima la eredita dal fratello scomparso prematuramente: il primo viaggio, i primi incontri con la città, l’affollata Fes, l’università, il cinema, la cugina con i capelli biondi all’americana che si fa chiamare con un nome francese, l’amore per Ahmed. Si sposa, ha un figlio, crede nel sogno europeo del marito, vive la separazione.

Dopo cinque anni si ricongiunge ad Ahmed: è un altro viaggio, più lungo, lontano, diverso. E’ una seconda vita, in un’altra città, Milano, dove “gli alberi sono obbedienti”, il tempo scorre veloce, la lingua è un’altra, sconosciuta, difficile. Tutto è diverso, anche Ahmed, che ha abbandonato i suoi sogni e ha fatto proprio un fanatismo religioso che lei prima non conosceva, e che la costringe suo malgrado a un profondo isolamento.

Ma Ahmed ha un incidente sul lavoro, e muore. Aisha prova a tornare indietro, in Marocco, ma non ritrova la familiarità di un tempo, e le difficoltà sono tante, specialmente per il figlio, ormai troppo italiano. D’altra parte “non si muore con lo stesso odore con il quale si nasce”. Compie una scelta, la terza vita: ritornare a Milano, cercare un lavoro, imparare l’italiano, insomma rincominciare da capo.

Vivace e commovente, dolce e drammatico, “occhio interiore” e sociale, questa “Terza vita”.
Laura Nardi rende facilmente leggibile l’universo di Aisha celato dal “niqab”: il ritmo, il colore, l’emozione. Parte pericolosamente alta, ma poi modula riflessioni, tensioni, paure, speranze, alternando momenti drammatici ed esasperati ad altri di leggerezza e delicatezza, particolarmente poetici. Micro cariche che implodono: il rimuginare della mente, l’inquietudine delle labbra, l’agitazione delle punta delle dita, di chi vorrebbe dire, fare, chiedere, urlare, ma poi desiste e resiste. L’impalpabile mondo interiore, insomma, ma anche la “faccenda privata”, come cronaca in bianco e nero dei nostri giorni.

Il regista portoghese Amandio Pinheiro sceglie una scenografia essenziale ed efficace, un ulteriore medium narrativo grazie alle silenziose immagini disegnate dall’artista Elena Veggetti, in scena anche nel ruolo della bizzarra cugina Fanny.
Attraverso una lavagna luminosa, granelli di sabbia, gocce d’acqua e macchie di colore reinventano forme e  tracciano sentieri, schizzano il sogno e manifestano la storia, evocano luoghi e figure, indefiniti e caliginosi, creando surreali carnets de voyage.

LA TERZA VITA
di Vittorio Moroni
con: Laura Nardi, Elena Veggetti
regia: Amandio Pinheiro
durata: 55′
applausi: 1’15”

Visto a Venezia, Teatro Ca’ Foscari, il 30 novembre 2011

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