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L’amore ai tempi della Ballata dei Lenna

Cantata all'amore
Cantata all'amore
Cantata all’amore
In questi tempi di teatro pop in cui “Thanks for vaselina” di Carrozzeria Orfeo viene eletto spettacolo dell’anno di Krapp’s Last Post, non appare fuori luogo un rimando a “Cantare all’amore”, lavoro della compagnia Ballata dei Lenna (spettacolo vincitore dell’E45 Napoli Fringe Festival), andato in scena sabato scorso a Lari, che in alcune scelte drammaturgiche e di uso dello spazio sembra rimandare al lavoro sopra citato, se pur in modi differenti.

Protagonisti due sorelle e un sarto, due brutti e una bella scaltra e consapevole in procinto di sposarsi. La bella è la vincente, quella che sa come cavarsela, la brutta è timida, impacciata, insicura, poco curata e, come in tutte le storie che si rispettino, succube della sorella.

Il sarto è un giovane che appartiene al mondo degli “sfigati”, quelli lontani dall’amore, escluso dalle passioni, dal successo: un emisfero di abitudinari, umili e silenziosi, relegati in spazi dove tutto è negato, lontano. In questi trionfi della solitudine tocca arrangiarsi, e quando è il caso non andare troppo per il sottile. Una lieve ed efficace vena ironica, a tratti surreale, soprattutto nelle azioni e nella mimica, alleggerisce e rende dinamica la messinscena della giovane compagnia, che opta, nel caratterizzare i personaggi, per stereotipi che appaiono poco originali.

Un doppio binario, quello del parlato e del gestuale, che non sembrano sempre andare di pari passo, in un horror vacui che porta la compagnia a riempire ogni momento dello spettacolo senza lasciare mai un attimo di vuoto e calma, tutto d’un fiato a precipizio, in un montaggio serrato caratterizzato da tagli e rotture un po’ spiazzanti.
Il tutto accompagnato da rimandi a intramontabili classici del repertorio melodico italiano – riecco spuntare il pop – da Ramazzotti a Tenco, Nannini e Baglioni, talvolta per spezzoni, talvolta per citazioni nel parlato, con esiti felici. E questi sono senza dubbio i momenti più riusciti del lavoro.

Come si evince dal titolo si parla d’amore, dell’amore inaspettato oppure calcolato, dell’amore precluso o sognato, dell’amore da interrompere o di quello da prendere al volo, a tutti i costi, pur di garantirsi una vita migliore. Tuttavia nel farlo si scelgono nella tavolozza policroma della realtà solo due colori. Ci si muove per estremi e si tralasciano le sfumature, che sono tantissime.

Accade l’opposto invece nella partitura gestuale e nell’uso (talora, mi si passi il termine, impreciso) dello spazio, ricco di idee, spunti e rimandi, anche se poco sviluppati.

Pur tuttavia questa giovane compagnia offre momenti intensi e divertenti di teatro, e soluzioni poetiche e lievi assai riuscite.
Al contempo c’è anche una sorta di “confusione”, di saturazione, di voler fare e riempire troppo la scena e in scena. Così si rimane a metà, come quando, dopo aver conversato a lungo con uno sconosciuto logorroico e dall’animata gestualità, si rimane a metà tra il sorriso e il mal di testa.

Uno spettacolo riuscito e in parte non, che piacerà molto al pubblico perché capace di non annoiare – e questa non è cosa da poco -, che non lascia momenti di vuoto, seppur quest’ultima sia una caratteristica che nell’insieme toglie anche qualcosa allo spettatore: la possibilità di soffermarsi, di riposarsi dal serrato bombardamento visivo che talvolta affatica l’attenzione.
In scena l’8 e il 9 febbraio a Napoli, Start interno5.

Cantare all’amore
di e con: Nicola Di Chio, Paola Di Mitri, Miriam Fieno
supervisione al testo: Michele Santeramo
produzione: La Ballata dei Lenna
con il sostegno di: Fondazione Campania dei Festival – E45 Napoli Fringe Festival
Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Gioventù – Regione Piemonte – Provincia di Alessandria, Regione Puglia – Progetto Principi Attivi – Assessorato Politiche Giovanili – Fondazione Live Piemonte dal Vivo – circuito regionale dello spettacolo –
in collaborazione con: Teatro Minimo, Teatro Bottega degli Apocrifi

durata: 1h 02′
applausi del pubblico: 1′ 20”

Visto a Lari (PI), Teatro di Lari, il 1° febbraio 2014


 
 

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