Considerarsi un migrante sulla Terra. Valter Malosti racconta “Lazarus”. Videointervista

Casadilego e Manuela Agnelli (ph: Fabio Lovino)
Casadilego e Manuela Agnelli (ph: Fabio Lovino)

“Come tanti altri lavori di Bowie e Walsh, sono opere vitali, che restituiscono una grande energia, necessaria in un momento come questo”

Lazarus ha sancito fin dalla sua nascita la collaborazione tra una serie di personaggi molto noti: dal celebre drammaturgo irlandese Enda Walsh alla prestigiosa firma di David Bowie. Per guardare a questa nuova edizione tutta italiana, dal volto noto di Manuel Agnelli, in scena accanto alla cantautrice Casadilego e alla coreografa e danzatrice Michela Lucenti (tra i numerosi interpreti sul palco), al regista Valter Malosti, al suo terzo spettacolo su testi di Enda Walsh, che ha proposto una versione di “Lazarus” garantendo sold out in quasi tutte le repliche in giro per l’Italia.

Abbiamo approfittato della disponibilità del regista al Teatro Carignano, nella sua Torino, per un’intervista intorno ad un progetto sui generis. Mentre nell’affollato incontro con il pubblico che precede la replica serale ascoltiamo anche, dalla voce del frontman degli Afterhours, il suo personale punto di vista sullo spettacolo: “Inizialmente ero perplesso, anzi preoccupato – ha confessato Agnelli – Quando ho visto come era stato reso il testo e le canzoncine cantate alla Broadway in certe messe in scena ho subito chiamato Valter e gli ho chiesto quanto potevamo intervenire su tutto ciò. Malosti mi ha assicurato che avremmo potuto fare tutto quello che volevamo, e allora ho accettato. Conosco le canzoni di Bowie da tanto tempo, sono un suo fan e riesco con facilità a cantarle”.

Affidare un ruolo così particolare ad un cantante, ha precisato Malosti, è giunto dopo una profonda riflessione, che lo ha portato a visionare le diverse messe in scena in giro per il mondo.

“Questa esperienza cambierà radicalmente il mio futuro – ha proseguito Agnelli – Guarda te se devi arrivare quasi a sessant’anni per scoprire cose nuove rispetto al tuo modo di stare sul palco… Voglio però essere chiaro: io non interpreto David Bowie e non vogliamo fargli un tributo con questa performance, né intendiamo porci come una cover band. Il testo, peraltro, è stato scritto con Enda Walsh perché fosse interpretato da altri, non da lui. I musicisti in scena sono tutti di grande livello e ci conosciamo da tempo. Sono entrati nella squadra per la loro professionalità e stiamo meditando se registrare un disco con le nostre versioni di questi pezzi, in parte scritti da Bowie apposta per “Lazarus”. Come dicevo però non vogliamo in nessun modo fare cover e quindi vedremo”.

Intanto vi lasciamo alla videointervista con il regista Valter Malosti.

0 replies on “Considerarsi un migrante sulla Terra. Valter Malosti racconta “Lazarus”. Videointervista”
Leave a comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *