Le Dragon bleu. La Cina visionaria di Robert Lepage

Le dragon blue
Le dragon blue
Le dragon bleu – R. Lepage (photo: Jean-François Gratton)

Dopo il grandissimo successo di “Lipsynch” lo scorso anno al Napoli Teatro Festival Italia, il ‘visionario del Quebec’ Robert Lepage, torna nella città partenopea inaugurando la IV edizione del festival. Incorniciato nell’elegante Teatro San Carlo di Napoli, il regista canadese ha presentato il quarto capitolo della “Trilogie des dragons”, “Le dragon bleu”, in prima italiana.

Siamo a Shangai, dove Pierre Lamontagne – già protagonista nei precedenti capitoli – gestisce una piccola galleria d’arte. Sullo sfondo di una prepotente Cina post-Mao, Pierre si ritroverà in un triangolo di rapporti tra Claire Foret, ex- moglie alcolizzata, e Ling Xiao, ispirata pittrice/fotografa contemporanea.

Ma non è la trama bensì il background ad emergere come vero protagonista della storia: una Cina in cui il capitalismo e l’occidentalizzazione sono penetrate nel tessuto culturale nazionale, causandone una progressiva perdita di identità e sfociando in una visione capitalistica dell’arte.
La crisi storica si concretizza nella disperazione dei tre personaggi: Pierre, incapace di lottare per quello che ha; Claire, che cerca nel figlio adottivo la consolazione alla sua solitudine; Xiao Ling, artista desiderosa di emergere, che alla fine si ritrova a copiare quadri per il mercato nero.

Ciò che subito colpisce della messa in scena è la ricchezza visiva che, come in tutti i lavori di Lepage, mescola video, elementi computerizzati e personaggi reali. L’effetto del mix è funzionale allo sviluppo della vicenda: ne è un esempio la scena iniziale, che spiega il metodo di formazione degli ideogrammi giapponesi attraverso l’utilizzo di uno schermo visivo, risultando fondamentale per comprendere il significato dell’intero spettacolo.
Aldilà dei media tecnologici, interessante è anche la costruzione dello spazio: la narrazione si svolge attraverso una struttura a due piani stretta e lunga, che dà l’impressione di vedere le ‘strip’ di un fumetto (ancora ritorna l’idea di utilizzare più mezzi) come una sorta di ‘tableau vivant’.

La drammaturgia è molto semplice – ed intuibile ne è lo sviluppo – ma la prova attoriale è ben riuscita, e risulta piacevole assistere allo spettacolo. Tutti e tre i protagonisti sono infatti magnificamente caratterizzati, ciascuno con i propri punti di forza e le proprie debolezze.
Ogni tanto però si storce il naso. Non poche sono infatti le scene superflue, utili solo a stupire il pubblico per l’impatto visivo; non pochi i momenti in cui la narrazione è così banale da far diventare scontati i diversi passaggi.
Una nota di merito va però al triplice finale, che riprende i tre rami del fiume della storia raccontata dalla pittrice/fotografa.

Certo, rispetto al lavoro presentato lo scorso anno al festival, “Le dragon bleu” non regge il confronto. Non siamo di fronte ad un cattivo lavoro, anzi, la sufficienza è più che ampia, ma rimane il rammarico per uno spettacolo che avrebbe avuto tutte le possibilità per diventare memorabile, mentre invece è semplicemente buono.

LE DRAGON BLEU
testo: Marie Michaud e Robert Lepage
regia: Robert Lepage
produzione: Compagnia Ex-Machina
in coproduzione con: La Comète (Scène Nationale de Châlons-en-Champagne), La Filature – Scène Nationale de Mulhouse, MC2 : Maison de la Culture de Grenoble, Le Théâtre du Nouveau Monde (Montréal), Festival Internacional de las Artes de Castilla y León (Salamanca 2008), Le Théâtre du Trident (Québec), Simon Fraser University (Vancouver), UCLA Live, Canada’s National Arts Centre (Ottawa), Cal Performances – University of California (Berkeley), barbicanbite 10 (London), BITEF Belgrade International Theater Festival, Le Volcan – Scène nationale du Havre, TNT – Théâtre National de Toulouse Midi-Pyrénées, Ulster Bank Dublin Festival, Festival de Otoño de la Comunidad de Madrid, Théâtre National de Chaillot (Paris), Tokyo Metropolitan Theatre, Melbourne International Arts Festival, Napoli Teatro Festival Italia
produttore per Ex Machina: Michel Bernatchez
produttore esecutivo Europa, Giappone: Richard Castelli (Epidemic, Paris)
durata: 1h 35’
applausi del pubblico: 6’ 15’’

Visto a Napoli, Teatro San Carlo, il 26 giugno 2011
prima italiana

1 Comments

  1. says: lu gag

    bravi ..avete scritto quello che pochi hanno il coraggio di dire, comunque di questi tempi uno spettacolo prezioso

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